Io porrò inimicizia fra te e la donna – Benedetto il Signore, Dio di Sem
01 Giugno
Io porrò inimicizia fra te e la donna
Come l’albero per vivere deve essere immerso nella terra e i pesci nelle acque, così l’uomo vive se è perennemente dalla volontà del suo Signore. Tutto dell’uomo deve essere dalla volontà del suo Dio, del Dio che lo ha creato, dell’unico e solo vero Dio che ha fatto l’universo nelle sue cose visibile e invisibili. Tutto ciò che esiste fuori di Dio è stato da Lui creato con la sua onnipotente Parola.
Tutto dell’uomo, anima, spirito, corpo, volontà, desideri, sentimenti, progetti, modalità devono essere da Dio. Questa verità dell’uomo è manifestata attraverso una semplice frase: “Dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare. Se tu ne mangi, muori”. Traduciamo: “Se tu sei da me, dalla mia volontà, vivi. Se tu sei dalla tua volontà o da un’altra volontà di qualsiasi altra creatura, muori”.
Sappiamo che Eva si lasciò fare dalla volontà di invidia di Satana. Lui ha perso la luce ed è divenuto tenebra. Vuole che ogni uomo perda la luce e divenga anch’esso tenebra. Adamo invece si lasciò tentare dalla sua donna. Eva ha messo Satana al posto di Dio. Adamo ha messo la donna al posto del suo Creatore e Signore. Satana diventa Dio per la donna. La donna diventa Dio per Adamo.
Nessun altro è Dio fuori di Dio. Solo Dio è Dio. Solo Lui è il Dio della vita. Tutti gli altri sono dèi di morte. Infatti Satana fu un dio di morte per Eva. Eva fu un dio di morte per Adamo. Ecco la morte: Adamo non sa più chi è Eva, Eva non sa più chi è Adamo. La loro intelligenza e sapienza diviene di sabbia. Tutti e due non sanno chi è Dio, si nascondono da Lui. Dal Dio di amore è divenuto un Dio di paura, terrore.
Sempre il peccato cambia la verità dell’uomo, della donna, di Dio, delle stesse cose. Più l’uomo si inabissa nel peccato e più si oscura la verità. Oggi l’uomo si è tutto consegnato al male. Ha perso ogni verità: di se stesso, degli altri, della natura, di Dio, del tempo, dell’eternità, del presente, del futuro, del paradiso, dell’inferno, della giustizia, dell’ingiustizia, di ciò che è vero e di ciò che vero non è, mai potrà essere.
È sufficiente osservare come parla e subito ci si accorge della profonda falsità con la quale avvolge ogni cosa. Addirittura giunge a dichiarare inferno, prigione, inciviltà, vessazione, oppressione la verità di se stesso e della sua natura. Mentre dichiara libertà l’uccisione, la distruzione della famiglia, la devastazione del suo corpo e tutto ciò che è emancipazione dell’uomo dal suo Dio e Signore e dalle sue leggi sante, eterne.
L’uomo può anche non credere al vero Dio e consegnarsi agli idoli o a se stesso. Può. Con la sua volontà sceglie la vita, ma anche con essa sceglie la morte. Può anche credere di scegliere la vita scegliendo la morte. La Parola di Dio non fruttifica secondo la mente o il cuore dell’uomo. Essa una volta proferita, rimane stabile in eterno. “Ne mangi, muori!”. Eva ne mangiò, morì. All’istante divenne Satana per il suo uomo.
Ciò che Satana era stato per lei, lei lo è per Adamo. Caduta nella morte, Eva perse all’istante l’uso della sapienza e dell’intelligenza. Trasformò la verità di Dio in falsità e la falsità di Satana in verità. Ma anche trasformò se stessa in Satana, in donna delle tenebre e tentò Adamo perché mangiasse anche lui i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male. Dal peccato si tenta al peccato, dalla trasgressione al male.
Il baratro della morte si è aperto per l’uomo. Da esso più non si ritorna indietro per le proprie forze. Ed è in questo preciso momento che interviene il Signore, riprendendo, per l’amore eterno giurato alla sua creatura, nuovamente le redini della storia e della vita. Se Lui non fosse intervenuto con potenza, avesse abbandonato l’uomo a se stesso, per l’umanità vi sarebbe spazio solo per la sua autodistruzione.
Infatti l’umanità solo questo sa fare da se stessa, dal baratro della morte, lavora solo per la sua rovina, la sua morte, il suo stesso annientamento. Dio invece, ricco di misericordia, viene e promette qualcosa di umanamente impensabile e irrealizzabile. Dice al serpente che Lui porrà inimicizia tra lui e la donna. La sua stirpe gli schiaccerà la testa, mentre lui potrà solo insidiarle il calcagno. Nulla di più.
Il serpente era il più astuto di tutti gli animali selvatici che Dio aveva fatto e disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non dovete mangiarne e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno, e l’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno» (Gen 3,1-15).
La promessa, si noti bene, non è fatta né alla donna e né all’uomo, ma al serpente. Lui deve sapere che la sua seduzione non è l’ultima parola sulla storia. Ha vinto oggi. Non sarà sempre vincitore. Vi sarà una donna che lui non potrà mai vincere. Tra i due non vi sarà ascolto, ma inimicizia eterna. Ma vi sarà la sua stirpe che gli schiaccerà la testa. Come lui ha pensato di schiacciare Adamo ed Eva, testa dell’umanità, così a lui sarà fatto. Lui sarà messo sotto i piedi proprio da quell’umanità da lui schiacciata.
Sappiamo chi è la Donna: la Madre di Gesù. Dio ha creato Lei purissima, immacolata, piena di grazia. La Donna mai è stata di Satana, neanche in un solo pensiero della sua mente, pensiero immediato, di un istante, un baleno. La stirpe della Donna è Cristo Signore. È Lui che ha vinto Satana lasciandosi vincere da Lui fisicamente per essere il suo vincitore nell’anima e nello spirito e dopo la morte anche nel corpo con la sua gloriosa risurrezione. Si noti bene il testo: l’Autore non è l’uomo. È il Signore.
È il Signore che pone inimicizia tra la Donna e Satana. È il Signore che fa sì che la stirpe della donna schiacci la testa al serpente. È il Signore che sconfigge Satana. Lo sconfigge però per mezzo della stirpe della donna. Sulla Donna e la sua stirpe Satana non avrà alcun potere. Vorrà tentarli, sedurli, rovinarli, spingerli alla disobbedienza, farli dalla sua volontà e parola, ma non vi riuscirà. Dio ha deciso che loro saranno vincitori su di lui. Nasce la speranza per l’uomo. Stirpe della donna è non solo Cristo Gesù, è anche ogni altro uomo che in Lui diviene stirpe di Dio, suo figlio di adozione.
Senza questa prima Parola di Dio, non vi sarebbe alcuna vera speranza per l’uomo. Ogni discendente di Adamo avrebbe potuto dire: “È stato sconfitto mio padre che era stato creato in uno stato di giustizia e di verità, molto di più sarò sconfitto io che sono stato generato in uno stato di morte dell’anima, dello spirito, del corpo”. Dopo questa Parola di Dio tutti possono sperare, tutti possono essere vincitori. Tutti possono, se vogliono, schiacciare la testa al serpente. Lo ha promesso il Creatore e ogni sua promessa è già storia al momento in cui essa è proferita. Questa luce data da Dio alle origini, illumina tutta la storia e su di essa ognuno può costruire la sua vera speranza. Satana può essere vinto. Sarà vinto. È già stato vinto. La Parola del Signore lo dice. Su di essa posso costruire, edificare, innalzare il mio presente e il mio futuro.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi dateci la vera fede nella Parola.
Benedetto il Signore, Dio di Sem
Da Adamo e da Eva sappiamo che è nata tutta l’umanità. La Scrittura è questa verità. Non solo l’Antico Testamento, ma anche il Nuovo è questa verità. San Paolo pone in antitesi Adamo e Cristo. Per il primo venne la morte, per il secondo scaturì la vita.
Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato… Fino alla Legge infatti c’era il peccato nel mondo e, anche se il peccato non può essere imputato quando manca la Legge, la morte regnò da Adamo fino a Mosè anche su quelli che non avevano peccato a somiglianza della trasgressione di Adamo, il quale è figura di colui che doveva venire.
Ma il dono di grazia non è come la caduta: se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti. E nel caso del dono non è come nel caso di quel solo che ha peccato: il giudizio infatti viene da uno solo, ed è per la condanna, il dono di grazia invece da molte cadute, ed è per la giustificazione. Infatti se per la caduta di uno solo la morte ha regnato a causa di quel solo uomo, molto di più quelli che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo del solo Gesù Cristo.
Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita. Infatti, come per la disobbedienza di un solo uomo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti. La Legge poi sopravvenne perché abbondasse la caduta; ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Di modo che, come regnò il peccato nella morte, così regni anche la grazia mediante la giustizia per la vita eterna, per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore (Rm 5,12-21).
Con il diluvio universale, sempre secondo il racconto biblico, l’umanità fu distrutta. Rimasero solo tre capostipiti: Sem, Cam, Iafet. Da quale dei tre verrà la stirpe che schiaccerà la testa al Serpente ingannatore dell’uomo? La Parola del Signore ci dice che essa verrà dalla stirpe di Sem e ce ne annunzia anche il motivo. Noè pianta una vigna. Dall’uva ricava il mosto. Non conosce ancora gli effetti del vino e ne beve fino ad ubriacarsi. Perde l’uso della sua mente, si denuda all’interno della sua tenda.
Ora Noè, coltivatore della terra, cominciò a piantare una vigna. Avendo bevuto il vino, si ubriacò e si denudò all’interno della sua tenda. Cam, padre di Canaan, vide la nudità di suo padre e raccontò la cosa ai due fratelli che stavano fuori. Allora Sem e Iafet presero il mantello, se lo misero tutti e due sulle spalle e, camminando a ritroso, coprirono la nudità del loro padre; avendo tenuto la faccia rivolta indietro, non videro la nudità del loro padre. Quando Noè si fu risvegliato dall’ebbrezza, seppe quanto gli aveva fatto il figlio minore; allora disse: «Sia maledetto Canaan! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!». E aggiunse: «Benedetto il Signore, Dio di Sem, Canaan sia suo schiavo! Dio dilati Iafet ed egli dimori nelle tende di Sem, Canaan sia suo schiavo!». Noè visse, dopo il diluvio, trecentocinquanta anni. L’intera vita di Noè fu di novecentocinquanta anni; poi morì (Gen 9.20-29).
Cam lo vede nudo e racconta la cosa ai fratelli. Non custodisce nel segreto del suo cuore la stoltezza del padre. Sem e Iafet prendono un mantello ed entrando a ritroso coprirono la nudità del padre, senza vedere il padre nudo. Il padre, venuto a conoscenza del fatto, maledice Cam per aver rivelato cosa il padre aveva fatto. Benedice Sem e lo costituisce signore dei suoi fratelli. Ora lo sappiamo. La stirpe della donna nascerà dalla famiglia di Sem. È lui che il padre ha benedetto per la sua buona, anzi ottima azione. Ha rispettato il padre. Non ha peccato contro di lui.
Ora iniziamo a conoscere le regole di Dio secondo le quali Lui agisce: salva l’umanità per la giustizia di Noè. Concede alla famiglia di Sem di dare alla luce la stirpe della Donna e la Donna stessa a motivo del suo rispetto per il padre. Dio e l’uomo insieme per la salvezza dell’uomo. La salvezza è opera di Dio ma attraverso l’uomo che è vincitore, sempre per grazia di Dio, sul serpente. Sem per la sua parte è vincitore.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vincitori su Satana.