Io lo conosco e osservo la sua parola
Gesù conosce il Padre per generazione eterna, perché suo Figlio Unigenito, perché sempre rivolto verso di Lui, perché è eternamente nel suo seno. Lui e il Padre nell’unità dello Spirito Santo sussistono nella sola ed unica natura divina. Lui è eternamente dalla volontà del Padre. È questo il suo amore e la sua verità. Anche nel tempo, nella carne, come vero uomo, è dalla volontà del Padre. Questa la sua essenza più vera: Lui è dalla volontà del Padre sempre, nella sua volontà sempre, nella sua Parola sempre. La sua vita è attestazione, rivelazione, compimento della volontà del Padre, secondo le modalità stabilite dal Padre. Questa verità apre il Vangelo secondo Giovanni e anche lo chiude nella sua sezione “pubblica”.
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato (Gv 1,1-5.16-18).
Gesù allora esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me» (Gv 12,44-50).
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». (Gv 18,33-38).
Gesù è prima di Abramo perché Lui è il Dio di Abramo. Ma è anche la sua discendenza nella quale saranno benedette tutte le nazioni e i popoli della terra. Per questo Abramo esultò nella speranza di vedere il suo giorno. Ma questo è un mistero che i Giudei non possono comprendere. Neanche Gesù pretende che essi comprendano. Ciò che essi possono e devono comprendere è che Lui non è mai uscito dalla volontà del Padre. Se essi leggono tutta la Legge di Mosè, tutti i Profeti, tutti i Salmi e gli altri Libri dell’Antico Testamento, devono confessare che Lui mai ha trasgredito una sola Parola di Dio. Ma poiché i Giudei non conoscono Dio, neanche la sua Parola conoscono. Giudicano dalle loro idee e pensieri. Il loro giudizio è falso.
Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?». Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica. In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio (Gv 8,48-59).
Trasportiamo tutto questo ai nostri giorni. Se Cristo non è più conosciuto, perché non si abita più in Lui, non si è più suo vero corpo, sua vita, sua volontà, sua carne, suo sangue, neanche il Vangelo possiamo conoscere. Siamo tagliati fuori dalla verità. Moriamo di soli pensieri umani.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Cristo Gesù. Conosceremo il suo Vangelo.