Io li custodivo nel tuo nome
Custodire è conservare ciò che ci è stato consegnato nella volontà del Consegnante secondo le modalità da lui stesso indicateci. Se ci si distacca sia dalla volontà che dalle modalità manifestateci, non vi è più custodia. Si è omissivi. Non si compie la missione per la quale si è stati chiamati. Basta un nulla per essere trovati mancanti. È sufficiente trasgredire un solo comando e tutta la missione potrebbe risultare fallita. Custodire diviene così conservare ogni cosa nella volontà di Dio, secondo forme, vie, mezzi, strumenti, finalità da raggiungere, che la stessa volontà Dio ci ha manifestato. La custodia che Dio ci affida non è mai statica, è sempre dinamica. Custodire non è conservare puramente e semplicemente. È portare ciò che ci è stato affidato al sommo dello sviluppo delle potenzialità della sua grazia, verità, giustizia, sapienza, saggezza, intelligenza, ogni altro dono dello Spirito Santo. Il Libro della Sapienza ci rivela che quando si cade nell’idolatria, nulla più si custodisce, tutto viene deturpato e rovinato.
Inoltre non fu loro sufficiente errare nella conoscenza di Dio, ma, vivendo nella grande guerra dell’ignoranza, a mali tanto grandi danno il nome di pace. Celebrando riti di iniziazione infanticidi o misteri occulti o banchetti orgiastici secondo strane usanze, non conservano puri né la vita né il matrimonio, ma uno uccide l’altro a tradimento o l’affligge con l’adulterio. Tutto vi è mescolato: sangue e omicidio, furto e inganno, corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro, sconcerto dei buoni, dimenticanza dei favori, corruzione di anime, perversione sessuale, disordini nei matrimoni, adulterio e impudicizia. L’adorazione di idoli innominabili è principio, causa e culmine di ogni male. Infatti coloro che sono idolatri vanno fuori di sé nelle orge o profetizzano cose false o vivono da iniqui o spergiurano con facilità (Sap 14,22-28).
Per bocca del profeta Malachia il Signore invita l’uomo a custodire il suo soffio vitale, cioè il suo matrimonio, nella più pura fedeltà giurata e promessa dinanzi a Lui. L’infedeltà è morte.
Un’altra cosa fate ancora: voi coprite di lacrime, di pianti e di sospiri l’altare del Signore, perché egli non guarda all’offerta né l’accetta con benevolenza dalle vostre mani. E chiedete: «Perché?». Perché il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto. Non fece egli un essere solo dotato di carne e soffio vitale? Che cosa cerca quest’unico essere, se non prole da parte di Dio? Custodite dunque il vostro soffio vitale e nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio, dice il Signore, Dio d’Israele, e chi copre d’iniquità la propria veste, dice il Signore degli eserciti. Custodite dunque il vostro soffio vitale e non siate infedeli (Mal 2,13-16).
Gesù sta per lasciare per qualche giorno i suoi discepoli. Sa che non possono essere lasciati a se stessi. Chiede al Padre che glieli custodisca. Tanto grande è l’amore di Gesù.
Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (Gv 17,12-26).
Tutta intera la sua creazione Do ha posto nella nostra custodia. Anche la sua Parola, grazia, verità, tutto se stesso ha messo nella nostra custodia. Vi è un solo modo per custodire ogni dono di Dio: custodendo noi in Lui e chiedendo ogni giorno a Lui che ci custodisca nella sua verità, nella sua Parola, in Cristo, nel suo Santo Spirito. La custodia è nella nostra custodia.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, custoditeci nella Beata Trinità