Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio

Iniziamo da questo sabato una nuova rubrica di meditazione e riflessione. Si è concluso l’anno della misericordia. Entriamo da oggi nell’anno del “Nuovo Umanesimo in Cristo”. Ci lasceremo guidare per l’approfondimento del tema dal Vangelo secondo Marco, che è anche il Vangelo domenicale della nostra liturgia per quest’anno di grazia 2014-2015.

Diciamo fin da subito che è Cristo Gesù l’Uomo Nuovo che il cristiano deve “formare, realizzare, costruire, edificare nel suo corpo, nel suo spirito, della sua anima”. L’Umo Nuovo è tutto Gesù e va “realizzato” dall’istante del suo Battesimo fino alla sua gloriosa risurrezione. Questa verità così ci viene insegnata e proposta da San Paolo nella Lettera ai Filippesi.

Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre (Fil 2,1-11).

Nella stessa Lettera Paolo rivela il suo progetto di vita: piena conformità a Cristo Gesù.

Ma queste cose, che per me erano guadagni, io le ho considerate una perdita a motivo di Cristo. Anzi, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla conquistata. So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù (Fil 3,7-14).

Qual è il principio primo dal quale inizia Gesù a mostrare al mondo la novità dell’uomo nuovo? Esso è il Battesimo che non è di conversione per Gesù. È invece di totale annullamento di sé. Lui si spoglia della sua volontà e ne fa un dono perenne al Padre. Ora il Padre sa che Gesù è tutto suo nell’anima, nello spirito, nel corpo, nella volontà e ne desideri. Questo dono totale di sé attesta che Gesù è veramente l’Uomo Nuovo. È l’uomo che vive alle sorgenti del suo essere.

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri, vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». E subito lo Spirito lo sospinse nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,1-15).

Quando anche noi inizieremo ad essere uomini nuovi? Quando nel Battesimo con doniamo interamente al Padre perché ci faccia suo amore, a Gesù perché ci costituisca sua grazia di redenzione, allo Spirito Santo perché ci renda sua comunione tra i nostri fratelli. Questo dono deve essere per sempre. Fuori di questo dono nessuno mai diverrà “uomo nuovo”.