Il vostro tempo è sempre pronto
“Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro invece è sempre pronto. Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto”. Comprendendo secondo verità di Spirito Santo il significato di queste parole di Gesù, saremo aiutati ad entrare al meno un tantino negli abissi del suo mistero. Prima di ogni cosa è giusto affermare che la festa è dei Giudei e non di Gesù. Gesù ha una sola festa da celebrare: la sua Pasqua. Il tempo della sua celebrazione non è ancora venuto. Questo tempo lo stabilisce solo il Padre. Nessun altro può dire a Gesù quale sarà la sua festa. Se della Pentecoste, delle Capanne, della Grande Espiazione, della Pasqua o altre ricorrenze. Se Lui sale alla festa, sale non per la sua festa. Vi sale come figlio di Abramo anche lui chiamato ad osservare alcuni obblighi di legge. Certo, Gesù osserva tutto con amore e per purissima obbedienza. Non è però la sua festa che Lui dovrà celebrare e per la quale sale a Gerusalemme. La vita di Gesù è tutta nelle mani del Padre. Niente di essa è nelle sue mani. Anche per queste feste dei Giudei deve essere il Padre a stabilire tempi e momenti, giorno e ora. Lui è in piena obbedienza, per ogni cosa.
Scopriamo così già una prima verità del mistero di Gesù. Lui non sale a Gerusalemme per suo desiderio, volontà. Neanche manifesta se stesso per una sua personale scelta. Lui manifesta ciò che il Padre vuole che sia manifestato, nei luoghi e nei tempi, alle persone che il Padre sceglie. L’obbedienza perfetta libera Gesù da ogni relazione di salvezza, redenzione, giustificazione, rivelazione con il mondo. Tutte queste cose appartengono, sono del Padre. A Lui appartiene invece una cosa sola: fare sempre e solo ciò che il Padre gli chiede. Cristo è dono del Padre. Non è un dono donato al mondo perché il mondo faccia di Lui ciò che vuole. Neanche è un dono secondo la volontà di Gesù. Il Padre non ha detto a Gesù: “Va’ e donati secondo i tuoi desideri, il tuo cuore, la tua mente, le richieste, le esigenze della gente”. Cristo, dal primo istante del suo concepimento fino al momento della sua gloriosa ascensione al Cielo è sempre stato dato dal Padre al mondo. Non è Lui che si dava. Lui si lasciava donare. Anche quando andrà alla sua festa, alla sua Pasqua, Lui è sempre un dono del Padre. Il Padre lo dona ai sommi sacerdoti, a Pilato, ai soldati, ai carnefici, al legno e Lui si lascia donare.
Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va’ nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!». Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive. Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea. Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov’è quel tale?». E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: «È buono!». Altri invece dicevano: «No, inganna la gente!». Nessuno però parlava di lui in pubblico, per paura dei Giudei (Gv 7,1-13).
Comprendiamo allora per Gesù dice: “Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto”. Voi siete sempre dalla vostra volontà. Fate ciò che volete. Partite quando volete. Tornate quando volete. Prendete le vie che volete. Vi fermate dove volere. Siete dal vostro cuore, dai suoi desideri, dai vostri interessi. Io invece non sono dal mio cuore, dai miei interessi, dal mio desiderio di essere conosciuto. Sono sempre e solo dalla volontà del Padre. Il mio tempo non è venuto, perché il Padre non ha dato l’obbedienza di partire. Quando si compirà il tempo, il Padre gli darà il comando e Lui farà secondo le direttive, le consegne del Padre. È questo il mistero di Gesù. Lui non è dato una volta per sempre. Lui non si dona. Lui è dato attimo per attimo dal Padre, secondo la sua sapienza eterna. Lui è un dono, frutto però di una quotidiana obbedienza alla volontà del Padre. Lui dal Padre è per generazione eterna, per volontà divina, per generazione umana, per volontà umana. Tutto Gesù, nell’eternità e nel tempo, è collocato nella Volontà di Colui che lo ha generato prima che il mondo esistesse e il tempo iniziasse a scorrere. Al discepolo di Gesù è chiesto di proporre nella storia Cristo Signore, fino all’avvento dei cieli nuovi e della terra nuova. Per realizzare questa missione anche lui deve essere dono che sempre viene donato e non dono che sempre si dona. Ognuno si può dare agli altri secondo la sua volontà. Non si è discepoli di Gesù. Il discepolato inizia quando il dono della nostra vita non è fatto da noi, ma da Gesù, il quale, a sua volta, sempre riceve il comando o l’obbedienza dal Padre. La consegna di Gesù ai discepoli è esplicita: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”. Siete un dono sempre nelle mie mani.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dono perenne nelle mani di Gesù.