Il vostro maestro non paga la tassa?
L’umanità ha una tassa altissima da pagare presso Dio. Gesù la paga offrendo al Padre il suo sangue per il perdono di ogni debito da noi contratto presso il nostro Creatore e Signore. Tuttavia, pur essendo stata pagata la tassa, il perdono mai potrà esserci accreditato, se noi non riconosciamo il male fatto, non ci pentiamo di esso, non ci convertiamo a Dio, non ritorniamo ad abitare nella casa della sua Parola, manifestazione perfetta della sua volontà. La tassa pagata ci viene accredita sotto queste precise condizioni. Le osserviamo, siamo senza debiti presso Dio. Non le osserviamo, rendiamo vana la redenzione e la salvezza operata da Cristo Gesù. La tassa per il tempio è nulla rispetto alla tassa presso il Padre. Quella per il tempio tutti la possono pagare. Quella presso il Padre nessuno mai la potrà pagare. Potrà essere solo condonata e Dio la condona insieme per il sacrificio di Cristo e per la nostra conversione.
Per questa ragione Gesù annunzia ai suoi discepoli che in Gerusalemme il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini, Questi lo uccideranno. Ma il terzo giorno risorgerà. Quella dell’umanità presso il Padre solo con il versamento del suo sangue si potrà pagare e Gesù per questo si reca nella Città Santa. Non va per conquistarla. Va invece per essere offerto in sacrificio per la salvezza di ogni uomo. Possono i discepoli comprendere questa altissima missione di Gesù? Per niente. Essi hanno di Lui una visione troppo umana, terrena. Essi non vedono Gesù se non come un liberatore dalle potenze ostili al popolo dei Giudei. Lo vedono come un nuovo Davide che sottomette tutti i popoli e li costringe a tributo. Con questa visione umana e terrena, pensare ad un Messia crocifisso è lo scandalo degli scandali. Un Messia sconfitto dagli uomini è impensabile, inimmaginabile, impossibile.
Giunti a Cafàrnao, si avvicinano a Pietro quelli che riscuotevano le tasse per il tempio e gli rivolgono una precisa domanda: “Il vostro maestro non paga la tassa?”. La risposta di Pietro è affermativa. Il nostro Maestro le paga. Apparentemente tutto finisce qui. Quando sono in casa, Gesù rivolge a Pietro una singolare domanda: “Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai loro figli o dagli estranei?”. La risposta di Pietro è evidente: “Dagli estranei”. Gesù replica a Pietro: “Quindi i figli sono liberi”. Gesù, essendo il Figlio Eterno, l’Unigenito Figlio del Signore del tempio e Signore anche Lui, è esente dal pagare i tributi. Ma Lui è il Figlio di Dio nella carne. Gli uomini non lo sanno e se Lui non paga, essi si potrebbero scandalizzare. Cosa fare per evitare lo scandalo? Ecco la soluzione trovata da Gesù: “Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala per me e per te”. Con questa soluzione Gesù rivela a Pietro che Lui veramente è il Figlio dell’Altissimo. Ma è anche vero Figlio dell’uomo e come vero uomo deve evitare ad ogni costo di dare scandalo. Lo scandalo potrebbe compromettere la credibilità nella sua missione. Dinanzi alla scandalo è preferibile spogliarsi di tutto ciò che si possiede, consegnarlo per ogni tassa, purché la credibilità rimanga intatta. È una credibilità necessaria alla missione e di conseguenza alla salvezza.
Mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te» (Mt 17,22-27).
Così agendo, Gesù insegna ad ogni uomo che lui potrà essere anche santissimo, ma è sempre uomo in mezzo agli uomini. Se vuole che lui rimanga credibile nella sua missione di salvezza, redenzione, annunzio, deve mettere ogni attenzione perché nessuno scandalo sorga per lui o attorno alla sua persona. Un solo scandalo lo potrebbe privare della sua credibilità e allora la sua missione va in fumo. Come si fa a seguire, ascoltare, obbedire ad una persona la cui credibilità si è incrinata o addirittura persa? Ogni uomo di Dio è responsabile della salvezza del mondo intero. San Paolo insegna che se il mangiare della carne consacrata agli idoli dovesse causare un qualche motivo di scandalo intorno alla sua persona, lui non mangerà carne in eterno. Lui non può mandare all’inferno un’anima per un pezzo di carne. La salvezza vale più di tutto l’universo e per la salvezza di una sola persona, si deve rinunziare ad ogni cosa per tutti i giorni della nostra vita. Anche alle cose più sante si deve rinunciare se esse sono viste causa di scandalo dai fratelli. Tra una tassa non pagata perché non dovuta e la perdita della credibilità con la conseguente salvezza non realizzata, o concretamente tra una moneta da dare e l’inferno, è sempre preferibile scegliere di dare la moneta perché mai nessuno si danni. È una scelta di amore oltre che di saggezza e di intelligenza. Questo obbligo è per tutti, sempre.
Madre Specchio di ogni virtù, Angeli, Santi, rendeteci saggi e intelligenti nelle nostre scelte.