Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi
Nessun uomo può creare l’uomo nuovo. Né tanto meno qualcuno potrà pensare che la scrittura di una legge possa fare nuova l’umanità. Questa è pura follia intellettuale, filosofica, teologica, morale, politica, psicologica. Chi ha creato l’uomo è anche il solo che può rinnovarlo. Chi lo ha chiamato alla vita è il solo che può riportarlo in vita. Questa unica e sola persona è Cristo Signore. Per Lui il Padre ha creato l’uomo e per Lui lo redime ogni giorno. Cristo Gesù oggi e sempre vuole redimere il mondo per mezzo della sua Chiesa. Non illudetevi, voi uomini che ogni giorno scrivete leggi per la salvezza dell’uomo. Queste vostre leggi non redimono voi, non redimono i vostri governati. Anzi vi immergono ed immergono nella più alta falsità, fonte di immoralità indicibile, incontrollabile, ingovernabile. Voi potere governare una legge, ma non l’umanità per la quale scrivete la legge. L’umanità non è vostra e neanche voi appartenete a voi stessi. Salvatore dell’uomo è Cristo e il suo corpo che è la Chiesa, se la Chiesa diviene con Cristo una sola obbedienza al Padre celeste. Altrimenti neanch’essa salverà mai un solo uomo.
I farisei scrivono ogni giorno norme sempre nuove per l’uomo. Ma queste norme non lo salvano, non l’avvicinano a Dio, anzi lo allontanano, facendogli perdere anche la speranza. Nessun uomo senza Dio potrà mai avvicinare un uomo a Dio ed è questa la vera salvezza. Cristo Gesù invece passa per una strada, vede un uomo seduto al banco delle imposte, lo chiama, ne fa un suo discepolo, cambia il modo di vedere dell’intera umanità. Un solo gesto, una sola parola, un solo invito: “Vieni con me, seguimi!”. Gesù non gli fece una lezione di teologia e neanche di alta, sublime morale. Gli rivolse la parola. Nient’altro. Nella parola gli mostrò un altro mondo. Anzi glielo fece vedere. Esiste un altro mondo. Ci sono persone che appartengono ad un altro mondo: al mondo del vero Dio, della vera compassione, vera misericordia, vero perdono, vera pietà, vera umanità. Quando un uomo della terra si incontra con un uomo che è dell’altro mondo, perché appartiene al vero Dio, tutto cambia. In un istante avviene lo stravolgimento del cuore. Infatti Levi lascia tutto e segue Gesù. Lascia il suo mondo, entra nel nuovo.
Se Gesù è l’uomo dell’altro mondo per un peccatore, è l’uomo dell’altro mondo per tutti i peccatori. Infatti tutti i peccatori della città in Levi si sentono anche loro chiamati e accorrono e si mettono a tavola con Gesù nella casa di Levi. È lo scandalo. L’altro mondo, il mono del mondo insorge. Vede crollare tutto il suo mondo. Ma Gesù non si preoccupa più di tanto. Risponde loro che il medico non studia la scienza medica per mettersi a servizio dei sani. I sani non hanno bisogno della sua conoscenza, arte, perizia. Chi invece ne ha di bisogno sono i malati. Così anche Lui, vero medico dei cuori e delle anime, non è venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori. La sua professione è verso i peccatori. Farisei e scribi possono pure continuare a curare i santi. Lui persevererà sino alla fine nel curare i peccatori. Se loro curassero i peccatori sarebbe un disastro. Mancano di scienza e di esperienza. Ma anche se Gesù si mettesse a curare i santi, sarebbe un disastro cosmico. Il suo tempo deve essere tutto per i peccatori. Lui non ha tempo per i giusti, anche perché di giusti sulla terra non ce ne sono.
Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”» (Lc 5,27-39).
Una volta che un uomo esce da un mondo, bisogna che sia lasciato libero per vivere secondo la verità e la novità del nuovo mondo nel quale è entrato. Non può portare con sé le antiche tradizioni, usi, costumi, religione, lo stesso Dio di ieri. Se il Dio di ieri non lo ha salvato a che gli serve portarselo dietro? Lo deve necessariamente abbandonare. Questo vale anche per la teologia, la morale, ogni altra struttura religiosa. La novità deve essere piena. Il vino nuovo va posto in otri nuovi. L’uomo fatto nuovo da Gesù deve entrare tutto nel suo mondo nuovo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci nuovi in Gesù Signore.