Il velo del tempio si squarciò a metà

Il velo serviva a nascondere il santo del santo, cioè la parte più sacra della tende del convegno nella quale era conservata l’arca, dal propiziatorio della quale il Signore parlava a Mosè. .

Farai il velo di porpora viola, di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro d’artista. Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d’oro, munite di uncini d’oro e poggiate su quattro basi d’argento. Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nell’interno oltre il velo, introdurrai l’arca della Testimonianza. Il velo costituirà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei Santi. Porrai il propiziatorio sull’arca della Testimonianza nel Santo dei Santi. Collocherai la tavola fuori del velo e il candelabro di fronte alla tavola sul lato meridionale della Dimora; collocherai la tavola sul lato settentrionale. Farai una cortina all’ingresso della tenda, di porpora viola e di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto, lavoro di ricamatore. Farai per la cortina cinque colonne di acacia e le rivestirai d’oro. I loro uncini saranno d’oro e fonderai per esse cinque basi di bronzo )Es 26,31-37).

Vero tempio di Dio è Cristo Gesù. In Lui Dio abita in modo unico. Gesù è il Figlio di Dio, Dio Lui stesso che si è fatto carne. Con la sua morte, Dio non abita più nel tempio di Gerusalemme. Lui è nel corpo di Cristo. È questa la sua casa. Ogni discepolo di Gesù, suo corpo, è tempio di Dio.

Come dunque avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie. Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti. Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo. Nessuno dunque vi condanni in fatto di cibo o di bevanda, o per feste, noviluni e sabati: queste cose sono ombra di quelle future, ma la realtà è di Cristo. Nessuno che si compiace vanamente del culto degli angeli e corre dietro alle proprie immaginazioni, gonfio di orgoglio nella sua mente carnale, vi impedisca di conseguire il premio: costui non si stringe al capo, dal quale tutto il corpo riceve sostentamento e coesione per mezzo di giunture e legamenti e cresce secondo il volere di Dio (Col 2,6-19).

Oggi è necessario che il cristiano prenda coscienza di essere la cosa più sacra che esiste sulla terra. Lui è il tempio, la casa, il luogo dal quale il Signore manifesta al mondo la sua gloria. Tutta la liturgia della Chiesa e tutti i sacramenti hanno questa unica e sola finalità: fare del cristiano la vera casa di Dio in mezzo agli uomini, casa dalla quale lui si rivela e parla.

Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo. Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto (Lc 23,44-56).

Se il cristiano è vera casa di Dio, diviene rivelazione e manifestazione del suo Dio, qualsiasi cosa lui faccia, ovunque si trovi, in ogni luogo. Se non è vera casa di Dio, la sua missione è artificiale ma non spirituale. È naturale ma non soprannaturale. È umana ma non divina. È per la terra ma non per il cielo. A Dio manca la sua casa dalla quale rivelarsi, manifestarsi, agire, parlare, convertire, attrarre a Gesù. La pastorale nella Chiesa è prima di tutto verso la Chiesa. Essa deve formare il vero corpo di Cristo. Da vero corpo di Cristo la missione è per gli altri.

Vergine Maria, Angeli, Santi, aiutateci perché ogni discepolo di Gesù divenga suo vero corpo.