Il suo volto brillò come il sole

Come convincere oggi, domani e sempre un discepolo di Gesù che la sola cosa necessaria al mondo è un cristiano che si lascia crocifiggere su legno della croce della più pura obbedienza alle leggi della fede, della carità, della speranza, sempre però nel corpo di Cristo, per il Corpo di Cristo, con il corpo di Cristo? Come convincere oggi che al mondo sono necessari i cristiani che, mentre si lasciano crocifiggere sul legno della verità e della grazia di Cristo Signore, nella comunione dello Spirito Santo, aiutino ogni uomo a portare la sua croce, mostrando loro come la croce si porta e sostenendoli perché non vacillino e non si stanchino di rimanere inchiodati alla croce dell’obbedienza alla loro vita? Come convincere il discepolo di Gesù che solo se lui saprà rimanere sempre sulla sua croce, potrà aiutare gli altri ad entrare con lui nel paradiso? Sono domande alle quali urge dare una risposta. Può rispondere solo chi conosce la sua verità che è vocazione alla croce, ad ogni croce. È nella vera vita chi sa stare sulla croce.

Gesù conosce la sua vocazione. Lui deve portare nel suo corpo per crocifiggerli tutti i peccati del mondo. Lasciandosi crocifiggere, nel suo corpo crocifigge i peccati, li espia, li toglie. La vocazione di Cristo Signore è vocazione di ogni suo discepolo. Anche Lui deve assumere nel suo corpo tutti i peccati del mondo, lasciarsi crocifiggere nel suo spirito e nel suo corpo, perché anche i peccati del mondo possano venire crocifissi, tolto, espiati, in Cristo, con Cristo, per Cristo. Gesù conosce la sua vocazione, perché intimamente legato al Padre. Lui vive nel Padre, conosce la volontà del Padre, vuole dare ad essa piena attuazione. La rivela anche a tre dei suoi apostoli in modo unico e irripetibile. Il discepolo di Gesù conoscerà la sua vocazione alla croce, se anche lui vive di intima comunione con Cristo. Come Cristo è nel seno del Padre, così il cristiano deve essere nel seno di Cristo. È nel seno di Cristo se abita nel seno del suo Vangelo. Esce dal seno del Vangelo, non è più nel seno di Cristo, non conosce più la sua vocazione alla croce. Fuori dal seno di Cristo, lui pensa la sua vocazione come uno scendere dalla croce, come uno schiodarsi da ogni croce, come un allontanamento da essa.

È quanto sta succedendo al cristiano di oggi. Essendo lui uscito dal seno della Parola, è anche fuori dal seno di Cristo Gesù. Qual è il primo frutto di questa uscita dal seno di Cristo? Esso è l’uscita dal seno della sua vocazione, dal seno della sua croce. Con quali risultati? Quando deve assumere la croce della maternità, della paternità ricorre o all’aborto o a tutti quei mezzi leciti, illeciti, gravemente peccaminosi per ostacolare ogni maternità. Quando deve vivere la croce del matrimonio, trova mille motivi psicologici, mille pretesti mentali, mille altre difficoltà di ogni genere, perché il suo matrimonio vanga o dichiarato nullo o addirittura sciolto con il divorzio. Questo avviene perché si vive fuori dal seno di Cristo Gesù. Si è fuori dal seno di Cristo Gesù perché si è fuori del seno della sua Parola, della sua volontà, del suo amore. Quando si deve abbracciare la croce della sofferenza, si è inventata la scusa della dignità umana per uccidere o per uccidersi. Al malato serve una morte dignitosa. Così il suicidio o l’omicidio aiuta la dignità dell’uomo nel trapasso. Quando invece si deve vivere la croce della fedeltà alla santità e purezza del proprio corpo, fuori del matrimonio legittimamente celebrato, allora si adduce l’altra scusa che Dio non vuole queste cose. Dio invece vuole – a giudizio o secondo le affermazioni di costoro – che si dia libero sfogo ad ogni libidine e impurità.

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti» (Mt 17,1-9).

Come il Padre viene in aiuto ai discepoli, rivelando loro che Gesù è il suo Messia e che il Messia è il suo Figlio Amato, invitandoli ad ascoltarlo, perché solo la sua Parola è verità sulla sua missione, non altre, così anche ogni discepolo che è nel seno della Parola, nel seno di Cristo, deve essere questa voce per ogni discepolo di Gesù. Spetta al discepolo aiutare ogni altro discepolo perché creda che solo la croce è la vita della vita e la croce è obbedienza alla Parola di Gesù. Ma per fare questo, necessariamente il discepolo dovrà stare nel seno della Parola, nel seno di Cristo Gesù. Solo dal seno di Cristo si conosce e si abbraccia la propria vocazione alla croce. Cristo abbracciò la croce perché nel seno del Padre. il cristiano abbraccia la croce perché nel seno di Cristo. Se però non siamo nel seno della Parola, mai saremo nel seno di Gesù Signore. Avremo allora una sola volontà: scendere da ogni croce oggi e sempre.

Madre ai piedi della croce, Angeli, Santi, aiutateci ad essere nel seno di Gesù per l’eternità.