Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito
Questa stessa verità dovrebbe sempre potersi applicare ad ogni suo discepolo. Anche i suoi atti, i suoi gesti, le sue azioni, le sue opere, le sue parole, il suo corpo, la sua vita deve manifestare la verità del suo essere e della sua missione. Se questo non avviene è segno che siamo privi di forza di testimonianza di fede, mentre siamo forza di testimonianza del male.
Scegliere una via anziché un’altra è rivelazione. Dire una parola anziché un’altra è rivelazione. Compiere un gesto anziché un altro è rivelazione. Fare o non fare una cosa, dire o non dire una cosa è rivelazione. Cristo parla con la sua vita in ogni momento del suo esistere. Questo vale anche per il cristiano. Lui parla e testimonia con la sua vita in ogni momento del suo agire.
La differenza sostanziale è questa: Cristo era rivelazione sempre dal Padre e della sua volontà. Il cristiano molto spesso è rivelazione da se stesso e della volontà degli altri o addirittura del diavolo. Siamo certi di una certezza infallibile che Gesù è perennemente dal Padre. Lui mai è stato dal diavolo. Mai da se stesso. Il cristiano sovente è da se stesso e anche da Satana.
Quando una persona afferma di essere cristiana, di parlare da cristiana per giustificare, anzi chiedendo che la falsità morale venga benedetta, di certo essa non sta parlando dal Padre e neanche da Cristo Gesù. Sta parlando da se stessa e se parla da se stessa non può appellarsi al suo essere di cristiana. Essere persona cristiana vuol dire essere sempre da Cristo Gesù.
Questo equivoco va messo in luce, altrimenti si crea molta confusione nei cuori. È stile di Satana creare confusione. Lui nella confusione e nel caos veritativo e morale ci sguazza. Il cristiano, proprio perché da Cristo, proprio perché porta il nome di Cristo, mai deve permettersi di pensare da Satana. Se pensa da Satana, dovrà anche portare il suo nome.
Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”». Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono.
Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare. Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!». Ed entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l’ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.
Gesù entra in Gerusalemme. Chiede che gli venga portato un puledro. Glielo portano. Lui vi sale sopra. Sul dorso del puledro entra nella Città Santa. Il gesto, oltre che compimento di una profezia, è carico di altissimo valore di rivelazione. Gesù non viene come re di guerra, oppressione, uccisione, sottomissione, schiavitù, asservimento. Viene come umile re di pace.
Non viene per far sì che un uomo trionfi su un altro uomo, privandolo della vita o della stessa libertà fisica o spirituale. Lui viene per rendere libero l’uomo, ogni uomo, facendo di ogni uomo un fratello dell’altro uomo. Lui non viene per conquistare il mondo con le armi, con la forza. Viene per conquistarlo con l’amore, la misericordia, la pietà, la compassione, il perdono.
Potenza di rivelazione di un semplice gesto! Se ogni gesto compiuto dal cristiano avesse altrettanta forza di rivelazione, veramente un nuovo umanesimo sarebbe stile di vita. Vi sarebbe il cristiano che mostra, vivendola, la qualità vera della sua umanità. La sua è una umanità tutta consacrata all’amore, alla pace, alla condivisione, alla comunione, alla misericordia, alla verità.
Progettare un umanesimo a tavolino è sempre possibile. Tutti i filosofi e i teologi lo hanno progettato. Sono progetti stupendi. Ma sono solo di carta. I santi invece non hanno scritto nessun progetto di umanesimo, ognuno di essi però ne ha realizzato uno stupendo. È il progetto della Parola vissuta in tutte le sue conseguenze. Essi hanno saputo realizzare il loro progetto da persone crocifisse sul legno della verità e della carità di Gesù Signore. Essi mai hanno cavalcato i cavalli focosi dei programmi, ma sempre l’umile puledro dell’obbedienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci compiere veri gesti di verità.