IL SIGNORE DIO MI ASSISTE

DOMENICA DELLE PALME 5 APRILE (Is 50,4-7)

Perché il Servo del Signore vive di una assoluta, piena certezza nell’assistenza da parte del Signore? La risposta ce la offre il Libro di Giuditta: “Oloferne convocò tutti i capi di Moab e gli strateghi di Ammon e tutti i satrapi delle regioni marittime, e disse loro: «Spiegatemi un po’, voi figli di Canaan, che popolo è questo che dimora sui monti e come sono le città che abita, quanti sono gli effettivi del suo esercito, dove risiede la loro forza e il loro vigore, chi si è messo alla loro testa come re e condottiero del loro esercito e perché hanno rifiutato di venire incontro a me, a differenza di tutte le popolazioni dell’occidente». Gli rispose Achiòr, condottiero di tutti gli Ammoniti: «Ascolti bene il mio signore la risposta dalle labbra del tuo servo: io dirò la verità sul conto di questo popolo, che sta su queste montagne, vicino al luogo ove tu risiedi, né uscirà menzogna dalla bocca del tuo servo. Questo è un popolo che discende dai Caldei. Abbandonata la via dei loro antenati, adorarono il Dio del cielo. Il loro Dio comandò loro di uscire dal paese che li ospitava e di andare nel paese di Canaan. Qui infatti si stabilirono e si arricchirono di oro e di argento e di molto bestiame. Poi scesero in Egitto, perché la fame aveva invaso tutto il paese di Canaan, e vi soggiornarono finché trovarono da vivere. Là divennero anche una grande moltitudine, tanto che non si poteva contare la loro discendenza. Ma contro di loro si levò il re d’Egitto, che con astuzia li costrinse a fabbricare mattoni. Li umiliarono e li trattarono come schiavi. Essi alzarono suppliche al loro Dio ed egli percosse tutto il paese d’Egitto con piaghe per le quali non c’era rimedio. Dio prosciugò il Mar Rosso davanti a loro e li condusse sulla via del Sinai e di Kades Barne. Attraversato il Giordano, si impadronirono di tutta la regione montuosa. Cacciarono lontano da sé il Cananeo, il Perizzita, il Gebuseo, Sichem e tutti i Gergesei, e abitarono nel loro territorio per molti anni.

Finché non peccarono contro il loro Dio erano nella prosperità, perché un Dio che odia il male è in mezzo a loro. Quando invece si allontanarono dalla via che egli aveva disposto per loro, furono terribilmente sconfitti in molte guerre e condotti prigionieri in paese straniero; il tempio del loro Dio fu raso al suolo e le loro città furono conquistate dai loro nemici. Ma ora, convertìti al loro Dio, hanno fatto ritorno dai luoghi dove erano stati dispersi, hanno ripreso possesso di Gerusalemme, dove è il loro santuario, e si sono stabiliti sulle montagne, che prima erano deserte. Ora, mio sovrano e signore, se vi è qualche colpa in questo popolo perché hanno peccato contro il loro Dio, se cioè ci accorgiamo che c’è in loro questo impedimento, avanziamo e diamo loro battaglia. Se invece non c’è alcuna iniquità nella loro gente, il mio signore passi oltre, perché il loro Signore e il loro Dio non si faccia scudo per loro e noi diveniamo oggetto di scherno davanti a tutta la terra»” (Cfr. Gdt 5,1-21). È il peccato che allontana noi dal Signore. È la trasgressione dei Comandamenti che non permette che il Signore ci possa assistere. Quando si vive nella Legge, quando si obbedisce al Signore, si diviene una cosa sola con Lui. Come nessuno potrà vincere il Signore, così nessuno potrà vincere noi.

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.

Le modalità della vittoria non sono però stabilite dalla nostra sapienza e intelligenza, ma dalla scienza eterna del nostro Dio. Lui sa qual è il sommo bene per noi e per il nostro sommo bene guida e conduce la nostra storia. Gesù dovrà essere innalzato a Signore, Giudice, Re eterno e immortale. Il Signore permette che passi per la via della croce e del sepolcro. Gesù muore, viene posto nel sepolcro. Il Padre scende nel sepolcro e dona al Figlio suo un corpo glorioso, spirituale, incorruttibile, immortale. Lo innalza nel più alto dei cieli. Lo fa sedere alla sua destra. Lo proclama Signore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che sempre ci consegniamo alla divina sapienza.