IL SIGNORE DAL SENO MATERNO MI HA CHIAMATO
MERCOLEDÌ 24 GIUGNO (Is 49,1-6)
Dio, il Creatore, è il Signore dell’uomo non solo fin dal seno materno, ma ancor prima che venga generato. Lui è il Signore dall’eternità. Ogni uomo che viene sulla terra è mandato per compiere una particolare missione. Deve manifestare una particolare luce, verità, grazia del suo Creatore e Signore. Questa valeva per l’Antico Testamento. Nel Nuovo Testamento, siamo tutti creati per Cristo in vista di Cristo, per essere sulla terra manifestazione e realizzazione della sua opera di redenzione e di salvezza. Isacco ancora esiste e già conosce qual è la sua missione. Mosè è preso per mano dal Signore e condotto fino all’appuntamento con Lui presso il monte Sinai. Sansone è costituito Giudice dal Signore prima della sua nascita. Ana offre a Dio il figlio ancora non concepito. Il Messia è Messia già dal grembo della madre e prima di essere nel grembo. La sua vocazione viene dall’eternità. Anzi il Messia è il solo che esiste nell’eternità come Persona in Dio, persona che vive e sussiste nella sola natura divina nella quale sussistono il Padre e lo Spirito Santo. La natura divina è una ed è eterna. Anche le tre persone divine sono eterne. È il Verbo di Dio, il Figlio Unigenito di Dio che si fa carne. Lui è Messia nella carne, cioè nella vera umanità. La sua missione non è solo per i figli d’Israele, ma per ogni uomo. Lui è la discendenza di Abramo, discendenza di Davide, nella quale dovranno essere benedette tutte le nazioni della terra. Lui è luce e verità universale, di tutte le Genti. Lui è la vita del mondo. Questa verità eterna e divina oggi non si vuole più affermare. Ma è proprio questa verità che fa la differenza tra il Messia di Dio e ogni altro uomo. Il Messia viene dal seno del Padre. Ogni uomo viene dal seno di Adamo, nasce con la sua eredità di morte. Per rientrare nella vita ha bisogno della vita eterna che è Dio, che è in Cristo Gesù. È contro la verità divina e umana, storica ed eterna equiparare al Messia qualsiasi altro uomo. Ogni uomo nasce nella morte. Parla dalla morte. Parlerà della vita solo entrando nella vita eterna che è Cristo Dio, Cristo Signore, Cristo Crocifisso e Risorto.
Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».
Giovanni il Battista ancora non era stato concepito e il Signore gli aveva già affidato la missione da svolgere. Questa missione è profetizzata molti secoli prima del suo concepimento: “Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio” (Mal 3,22-24). Ma oggi il nostro Dio è stato svuotato di questa sua Signoria eterna e universale. Della sua verità rimane solo un involucro vuoto. Nulla. L’anima è nostra. Il corpo è nostro. Lo spirito è nostro. La volontà nostra. Il cuore è nostro. Possiamo fare di essi ciò che ci pare. Anzi siamo persino invitati a vivere come ci piace, senza porre alcun limite né di moralità né di verità. Se non usciamo da questo baratro di stoltezza, da questo abisso di insipienza, non ci sarà futuro di vita eterna per l’umanità. Il futuro di vita eterna è creazione di Dio, non dell’uomo. Dio lo crea attraverso gli uomini che confessano, riconoscono, professano la sua Signoria e a Lui obbediscono con pienezza di fedeltà ad ogni sua Parola. Finché Dio non è il Signore, sempre la nostra religione è vana e se è vana la religione anche la storia che si vive è vana.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che Dio, il Creatore, sia per noi il solo Signore.