Il sabato è stato fatto per l’uomo

MARTEDÌ 21 GENNAIO (Mc 2,23-28)

Cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno? Ecco cosa narra la Scrittura Santa: “Davide si recò a Nob dal sacerdote Achimèlec. Achimèlec, trepidante, andò incontro a Davide e gli disse: «Perché sei solo e non c’è nessuno con te?». Rispose Davide al sacerdote Achimèlec: «Il re mi ha ordinato e mi ha detto: “Nessuno sappia niente di questa cosa per la quale ti mando e di cui ti ho dato incarico”. Ai miei giovani ho dato appuntamento al tal posto. Ora però se hai sottomano cinque pani, dammeli, o altra cosa che si possa trovare». Il sacerdote rispose a Davide: «Non ho sottomano pani comuni, ho solo pani sacri per i tuoi giovani, se si sono almeno astenuti dalle donne». Rispose Davide al sacerdote: «Ma certo! Dalle donne ci siamo astenuti dall’altro ieri. Quando mi misi in viaggio, il sesso dei giovani era in condizione di santità, sebbene si trattasse d’un viaggio profano; tanto più oggi». Il sacerdote gli diede il pane sacro, perché non c’era là altro pane che quello dell’offerta, ritirato dalla presenza del Signore, per mettervi pane fresco nel giorno in cui quello veniva tolto. Davide disse ad Achimèlec: «Non hai per caso sottomano una lancia o una spada? Io non ho preso con me né la mia spada né altre mie armi, perché l’incarico del re era urgente». Il sacerdote rispose: «Guarda, c’è la spada di Golia il Filisteo, che tu hai ucciso nella valle del Terebinto; è là dietro l’efod, avvolta in un manto. Se te la vuoi prendere, prendila, perché qui non c’è altra spada che questa». Rispose Davide: «Non ce n’è una migliore. Dammela»” (1Sam 21,2-10). Davide e i suoi compagni hanno fame. Il sacerdote non ha nulla da offrire loro. Vi sono però dinanzi al Signore dodici pani sacri. Questi pani nessuno li poteva mangiare, se non i sacerdoti. Dinanzi alla fame, constatato che essi erano ritualmente puri, dona loro da mangiare i pani del Signore. Dinanzi alle necessità vitali, essenziali di una persona, tutte le leggi rituali vengono messe da parte e riprese quando la necessità sarà terminata. Per fame si possono cogliere delle spighe in giorno di Sabato? Nessun comandamento del Signore vieta queste cose. Anche di sabato l’uomo si nutre. Il terzo comandamento proibisce il lavoro servile. Chiede il riposo della terra e di tutti gli animali a servizio dell’uomo. Ma non chiede che per fame non si possa prendere qualche frutto e sostentarsi.

I farisei, esperti nel filtrare il moscerino, mentre erano abili a ingoiare tutti i cammelli della trasgressione dei comandamenti – Gesù dice che essi sono veramente assai navigati nell’eludere la Legge del Signore – insorgono contro Cristo Signore, accusandolo di essere un cattivo Maestro. Di certo non è né buono, né ottimo, né perfetto maestro chi, vedendo i suoi discepoli trasgredire la Legge del sabato, non interviene, anzi permette che essa venga trasgredita. Gesù risponde che cogliere delle spighe non infrange in nulla la Legge di Dio, così come Davide per fame mangiò i pani sacri e non offese la Legge di Mosè. Poi aggiunge che è Lui la verità della Legge e la verità dell’interpretazione della Legge. Tutta la Legge di Mosè dovrà essere letta, compresa, interpretata dalla sua Legge, dalla sua Parola, dai suoi Comandamenti.

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».

È verità. Tutto l’Antico Testamento in ogni sua prescrizione, statuto, legge, comandamento va letto, compreso, interpretato, vissuto dalla Parola di Gesù e dall’esempio che Lui ci ha lasciato. Appellarsi alla Legge di Mosè a nulla serve. Quella Legge va portata nel compimento che le ha dato Gesù Signore. “Non sono venuto per abolire la Legge e i Profeti, ma per dare compimento”: con queste parole, la dottrina dei farisei viene dichiarata fuori corso. Essa va abbandonata. Non ha alcun valore.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che i discepoli di Gesù si innamorino della sua Parola.