Il regno dei cieli è simile a un granello di senape
30 LUGLIO (Mt 13,31-35)
Dio sempre inizia con un piccolo numero. Con l’uomo è sempre così. Se leggiamo il racconto della creazione secondo la Genesi, notiamo che ogni altro cosa è stata creata in gran numero: stelle, alberi, pesci, animali. Dell’uomo Dio ha fatto una sola coppia. Addirittura ha creato prima il solo Adamo e poi da Adamo ha fatto Eva. Così dicasi di tutta la storia della salvezza. Noè è salvato con otto persone in tutto. Abramo, Isacco, Giacobbe sono un piccolo numero. Anche in Israele vi è stato un tempo in cui il Signore ha ricominciato con un piccolo resto. Gesù stesso parla di piccolo gregge. Il Salmo canta quest’azione di Dio nella quale si manifesta tutta la sua sapienza.
Quando erano in piccolo numero, pochi e stranieri in quel luogo, e se ne andavano di nazione in nazione, da un regno a un altro popolo, non permise che alcuno li opprimesse e castigò i re per causa loro: «Non toccate i miei consacrati, non fate alcun male ai miei profeti». Chiamò la carestia su quella terra, togliendo il sostegno del pane. Davanti a loro mandò un uomo, Giuseppe, venduto come schiavo. Gli strinsero i piedi con ceppi, il ferro gli serrò la gola, finché non si avverò la sua parola e l’oracolo del Signore ne provò l’innocenza. Il re mandò a scioglierlo, il capo dei popoli lo fece liberare; lo costituì signore del suo palazzo, capo di tutti i suoi averi, per istruire i prìncipi secondo il suo giudizio e insegnare la saggezza agli anziani. E Israele venne in Egitto, Giacobbe emigrò nel paese di Cam. Ma Dio rese molto fecondo il suo popolo, lo rese più forte dei suoi oppressori. (Sal 106 (104) 1-24).
Gesù viene. Annunzia il mistero del regno di Dio. Esso è in tutto simile ad un granello di senape. Assai piccolo in verità. Una volta però che da esso spunta la nuova pianta, questa si fa tanto grande da permettere agli uccelli del cielo di fare il nido tra i suoi rami. È questa la vitalità del regno di Dio. Inizia con poche persone: una, due, tre, dieci, dodici, quindici, venti, ma poi la vitalità e l’onnipotenza della grazia lo fanno sviluppare in un modo impensabile. Il segreto è però uno solo: che il seme sia vero seme e non un granello di sabbia. Il seme possiede il principio della vita nel suo seno. Il granello di sabbia è morto. Quando in un cuore convertito vi è il principio della vita soprannaturale, questa esplode e conquista molte altre anime, in un modo quasi “naturale”.
Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Altra immagine del regno di Dio è il lievito. Vi è una grande sproporzione tra la farina da fermentare e il lievito che viene usato. Quella è molta, questo è pochissimo. Eppure il lievito ha tanta vitalità in sé da fermentare una grande massa di pasta. Deve essere però vero lievito, altrimenti la pasta rimane azzima. Se il cristiano è vero cristiano, vero discepolo di Gesù, vero suo testimone, vero suo corpo, vero figlio di Dio, vero tempio dello Spirito Santo, vero rigenerato, vero uomo evangelico, con la sua nuova vita a poco a poco riuscirà a fermentare molta pasta.
Il segreto del regno di Dio è però uno solo: il tempo. Per crescere, il granello di senapa ha bisogno di tempo. Per fermentare la pasta, il lievito ha anch’esso bisogno di tempo. Senza tempo non si costruisce il regno di Dio. Il tempo necessità però di lunga perseveranza, di una vita tutta impegnata nella diffusione del regno di Dio. Noi non edifichiamo il regno attorno a noi per due motivi: perché non siamo veri cristiani e perché, anche se lo siamo, lo siamo per poco tempo. Poi ci stanchiamo di esserlo, perché non si è cristiani per un giorno, ma per tutta la vita e la perseveranza stanca. Tutti iniziamo bene. Tutti finiamo male. La stanchezza ci vince e non perseveriamo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci perseveranti.