Il mio tempo non è ancora compiuto
Il Qoelet insegna agli uomini che per ogni cosa che avviene sotto il sole vi è il suo particolare tempo. Non tutti i tempi sono buoni per fare qualsiasi cosa. Il rispetto del tempo è vera saggezza: “Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato. Un tempo per uccidere e un tempo per curare, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per fare lutto e un tempo per danzare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttar via. Un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica? (Qo 3,1-9). Per il Qoelet c’è anche il tempo in cui ricordarsi del Creatore. Poi il tempo finisce e di lui non ci si può più ricordare con conseguenze eterne gravissime: “Ricòrdati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: «Non ci provo alcun gusto»; prima che si oscurino il sole, la luce, la luna e le stelle e tornino ancora le nubi dopo la pioggia; quando tremeranno i custodi della casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di lavorare le donne che macinano, perché rimaste poche, e si offuscheranno quelle che guardano dalle finestre e si chiuderanno i battenti sulla strada; quando si abbasserà il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; quando si avrà paura delle alture e terrore si proverà nel cammino; quando fiorirà il mandorlo e la locusta si trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto, poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna e i piagnoni si aggirano per la strada; prima che si spezzi il filo d’argento e la lucerna d’oro s’infranga e si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo, e ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e il soffio vitale torni a Dio, che lo ha dato. Vanità delle vanità, dice Qoèlet, tutto è vanità (Qo 12,1-8). La santità di una persona è nel saggio uso del tempo. Oggi l’uomo non è santo perché non rispetta più alcun tempo. Anche il corpo dell’uomo ha il suo tempo biologico. Neanche questo tempo è rispettato.
Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va’ nella Giudea, perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi. Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifesta te stesso al mondo!». Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui. Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto. Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di esso io attesto che le sue opere sono cattive. Salite voi alla festa; io non salgo a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». Dopo aver detto queste cose, restò nella Galilea. Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov’è quel tale?». E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: «È buono!». Altri invece dicevano: «No, inganna la gente!». Nessuno però parlava di lui in pubblico, per paura dei Giudei (Gv 7,1-13).
Gesù è vero Maestro nell’uso secondo la volontà di Dio del tempo. Sa quando parlare, quando tacere, quando recarsi in un posto e quando stare lontano da esso. Sa quando parlare in pubblico e quando in privato. Sa anche il tempo in cui dire una verità e quando invece essa va tenuta ancora nascosta. Lui sa dove dirigere ogni suo passo in ogni istante della sua missione. Sa che Gerusalemme è luogo assai rischioso per la sua incolumità. Non può entrare nella città santa in carovana. Vi sarebbe stato grande clamore. Decide di salire a Gerusalemme, ma di nascosto, in segreto, tenendosi anche appartato durante i primi giorni della festa. Il tempo di Gesù è governato dalla saggezza divina dello Spirito Santo, secondo la volontà del Padre. Oggi l’uomo non rispetta più neanche il tempo biologico del suo corpo, figuriamo se può rispettare i tempi morali legati alla Legge Santa del suo Dio e Signore. Vuole concepire quando è finito il tempo del concepimento. Studiare quando è finito il tempo dell’apprendimento. Al secondario ha dato il tempo che spetta alle cose principali, alle cose principali ha dato il tempo dovuto alle secondarie. La giovinezza l’ha trasformata in vecchiaia. La vecchia vuole trasformarla in giovinezza. La notte l’ha fatta giorno e il giorno notte. O l’uomo riprende l’uso santo del tempo a lui dato per portare a compimento la sua vita, o rimarrà sempre incompiuto, irrealizzato. Anche se realizza fini vani, secondari, effimeri, manca della realizzazione del fine ultimo che è portare la sua vita nell’eternità beata e questo potrà avvenire solo attraverso l’uso santo del tempo. L’uomo neanche più dona al Signore il suo tempo, quello che Lui ha consacrato in suo onore, per la sua gloria. Questo caos infernale è frutto della stoltezza che ormai governa menti e cuori. Solo chi si lascia guidare dallo Spirito Santo potrà vivere l’uso santo del tempo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi fate che usiamo il tempo con saggezza.