Il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori

Le parole di Gesù prima di essere arrestato nell’Orto degli Ulivi: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino», vanno ben comprese. Per questo è giusto chiedere allo Spirito Santo che doni la sua luce, tutta la sua luce. Non possiamo leggere in modo superficiale nessuna sua parola, ma in modo speciale queste parole hanno bisogno della scienza, della conoscenza, della sapienza che vengono da Lui. Dormite pure e riposatevi!. Ci sono momenti in cui l’altro chiede aiuto, sostegno, conforto. Ma c’è anche un tempo in cui aiuto, sostegno, conforto non servono più. Gesù ha superato la fragilità della sua carne, l’ha sottomessa allo spirito. Ora il suo spirito è pronto. Può affrontare il buon combattimento che dovrà portarlo fin sulla croce. In questo ci perdiamo tutti. Siamo assenti quando l’altro ha bisogno di noi. Sempre si deve chiedere allo Spirito Santo la grazia della giusta presenza nel momento giusto. Per la nostra presenza una vita si salva. Per la nostra assenza una vita si perde.  Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. L’ora di Gesù è venuta. Il Figlio dell’uomo dovrà essere consegnato in mano ai peccatori. L’ora viene. Ad essa ci si deve preparare. Non si può andare impreparati. Altrimenti la carne avrà il sopravvento sullo spirito e l’opera di Dio non verrà compiuta. In quest’ora delle tenebre sarebbe stato sufficiente un solo peccato veniale da parte di Gesù e la salvezza non sarebbe stata compiuta.Invece Gesù è rimasto santissimo e per noi ha potuto offrire il suo sacrificio senza macchia.  Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino». Quando giunge l’ora non si può ritardare. Non dobbiamo essere solo consegnati, dobbiamo anche consegnarci. Anzi dobbiamo consegnarci prima di essere consegnati. La nostra volontà deve precedere ogni consegna. Infatti Gesù precede Giuda. Se avesse voluto nascondersi, neanche sarebbe andato nel Giardino. Avrebbe potuto rimanere nel Cenacolo o recarsi in luoghi non conosciuti da Giuda.

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino» (Mt 26,30-46).

Gesù sulla terra vive la stessa profondità di amore che vive nel nell’eternità. Nell’eternità, nello Spirito Santo, il Verbo conosce il pensiero del Padre e ad esso liberamente si consegna senza neanche che il Padre glielo chieda. Nello Spirito conosce, nello Spirito si dona, nello Spirto ama, nello Spirito obbedisce al Padre suo. Lo stesso amore lo vive sulla terra, nella sua carne. Nello Spirito conosce il pensiero del Padre, nello Spirito lo accoglie, nello Spirito obbedisce, nello Spirito ad esso si consegna liberamente. Se Gesù fosse stato consegnato, senza che lui si consegnasse, la sua obbedienza sarebbe stata imperfetta. La passione e morte sarebbe state per volontà accolta, ma non per volontà donata prima. La vera obbedienza non è quella che ci obbliga a qualcosa, ma quella con la quale noi ci obblighiamo a qualcosa, conoscendo nello Spirito Santo che quella è la volontà del Signore nostro Dio. Per questa obbedienza occorre che si dimori nello Spirito Santo, non solo, occorre anche che già partendo dalla primissima obbedienza sia una totale consegna alla volontà del Padre. Sappiamo che Gesù già a dodici anni vive di consegna al Padre. Neanche avvisa i Genitori che si sarebbe fermato a Gerusalemme in obbedienza ad un comando divino. Se non si cresce in questa obbedienza che nello Spirito Santo conosce e si consegna, il sacrificio non è perfetto. Ci crocifiggono, ma non ci crocifiggiamo noi. Crocifiggersi volontariamente e lasciarsi crocifiggere dovranno essere una sola obbedienza. Si comprenderà che questa perfezione è sempre da raggiungere. A volte si obbedisce per costrizione, ma non per consegna volontaria. Gesù si consegna volontariamente.

Madre di Dio, Angeli, Santi, insegnateci la scienza della più pura e vera e santa obbedienza.