Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini

Il Vangelo è Parola seria. Prima di essere proferita è stata lavata nel sangue di Cristo Signore. Da esso è stata purificata da ogni pensiero, sentimento, desiderio, volontà di questo o di quell’altro evangelista. Esso è Parola che sempre deve rimanere immersa nel sangue di Gesù Crocifisso, se si vuole che sia Vangelo, Verbo eterno del Redentore, è non un miscuglio di aspirazioni umane. Ma come il Vangelo rimane immerso nel sangue di Cristo Salvatore? Aggiungendo ogni discepolo di Gesù il suo proprio sangue.

La misericordia di Gesù di certo non sono i suoi miracoli e neanche è la sua predicazione. Miracoli e predicazione non cancellano il peccato del mondo. Anche Mosè fece prodigi. Elia ed Eliseo, specie quest’ultimo, ne fecero. Ma non liberarono il mondo dal peccato, dalla morte. Quanto a Parola del Signore, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, Osea, Amos e tanti altri profeti e agiografi hanno portato la rivelazione di Dio alle soglie del Nuovo Testamento. Ma nessuno di loro ha redento il mondo dalla sua colpa, dal suo peccato.

Qual è allora la perfetta misericordia di Cristo Signore? Non è stata quella di darsi all’umanità, ma di fare della sua vita un dono al Padre, divenendo per Lui vero olocausto di obbedienza fino alla morte di croce. Qual è stato il peccato dell’umanità? Quello di prendersi la vita e di viverla secondo la propria volontà, nella più grande disobbedienza alla volontà del suo Creatore e Signore. Qual è la causa della liberazione dal peccato e dalla morte posta in essere da Cristo Gesù? L’essersi consegnato sempre, in tutto, alla volontà del Padre. Avergli dato tutta e sempre la sua vita. Averlo amato rinnegando, annientando se stesso. È per questo dono che noi tutti siamo stati salvati. Gesù mai fu da se stesso, mai dall’umanità, mai da Satana, mai dalle creature. Lui fu sempre e solo del Padre, sigillando il dono con la morte più atroce, Lui Dio, Figlio di Dio, Incarnato, fattosi vero uomo, per liberare l’uomo dalla schiavitù di Satana.

Gesù non è venuto per liberare l’uomo dalla sua povertà, dalle sue sofferenze, malattie. Neanche dalla morte fisica è venuto a liberarlo. Non è venuto a toglierlo da tutto ciò che è umano. Lui ha assunto tutto ciò che è umano, ogni sofferenza, povertà, dolore, incomprensione. Ha preso su di sé tutte le conseguenze del peccato del mondo. Il peccato del mondo lo ha catturato, giudicato, condannato, ripudiato, escluso, portato fuori della città, inchiodato su una croce, issato, fatto spettacolo per il mondo. Nel peccato Lui ha solo amato. Nel peccato mai ha commesso il peccato. Nel peccato sempre era dal padre, mai dall’uomo e dai suoi desideri di scendere dalla croce, liberarsi da essa, disfarsene anche attraverso il miracolo.

Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».

Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi» (Lc 9,44-50).

La Chiesa deve essere immagine viva del suo Maestro e Signore. Essa, in ogni suo figlio, deve sempre contemplare il volto del suo Cristo e renderlo presente al sommo delle sue possibilità. Potrà fare questo se sarà sempre da Cristo e mai da se stessa, dai suoi desideri, dalla sua volontà, dai suoi programmi. Il programma della Chiesa è uno solo: realizzare Cristo secondo la volontà di Cristo, secondo il programma che Cristo, nel suo Santo Spirito, consegna di giorno in giorno ad ogni suo figlio. Solo in una perfetta obbedienza a Cristo, che le chiede di vivere nel peccato del mondo per insegnare ad ogni uomo come si portano tutte le conseguenze del peccato, essa inizierà a mostrare il volto del suo Signore.

Gesù è venuto per togliere il peccato del mondo e il peccato del mondo è del povero, del ricco, delle scienziato, di chi comanda e di chi obbedisce, del sovrano e del suddito, di chi sta in alto e dichi è in basso, dell’impiegato, del professionista, del delinquente e anche del non ancora perfettamente santo. La Chiesa vive in questo mondo, a questo mando parla, a questo mondo deve mostrare come si vive senza peccato, cioè come si vive sempre sotto obbedienza a Dio e mai a se stessa, mai alle creature, mai alle cose. Il peccato si vince solo se ci consegniamo interamente e sempre allo Spirito del Signore, perché sia Lui a indicarci giorno e notte la volontà di Cristo Gesù che è volontà del Padre nostro celeste.