Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato
Leggendo il Libro di Giobbe sappiamo che la consegna alla sofferenza è la più grande prova di amore che il Padre chiede a Gesù. Tutta l’umanità deve sapere quanto grande è l’amore del Figlio verso il Padre. Giobbe è l’innocente consegnato da Dio nelle mani del diavolo, pur avendogli limitato il potere di male. Con Gesù il potere è senza limiti: fino alla morte di croce.
Ora però egli mi toglie le forze, ha distrutto tutti i miei congiunti e mi opprime. Si è costituito testimone ed è insorto contro di me: il mio calunniatore mi accusa in faccia. La sua collera mi dilania e mi perseguita; digrigna i denti contro di me, il mio nemico su di me aguzza gli occhi. Spalancano la bocca contro di me, mi schiaffeggiano con insulti, insieme si alleano contro di me. Dio mi consegna come preda all’empio, e mi getta nelle mani dei malvagi. Me ne stavo tranquillo ed egli mi ha scosso, mi ha afferrato per il collo e mi ha stritolato; ha fatto di me il suo bersaglio. I suoi arcieri mi circondano; mi trafigge le reni senza pietà, versa a terra il mio fiele, mi apre ferita su ferita, mi si avventa contro come un guerriero. Ho cucito un sacco sulla mia pelle e ho prostrato la fronte nella polvere. La mia faccia è rossa per il pianto e un’ombra mortale mi vela le palpebre, benché non ci sia violenza nelle mie mani e sia pura la mia preghiera. O terra, non coprire il mio sangue né un luogo segreto trattenga il mio grido! Ecco, fin d’ora il mio testimone è nei cieli, il mio difensore è lassù. I miei amici mi scherniscono, rivolto a Dio, versa lacrime il mio occhio, perché egli stesso sia arbitro fra l’uomo e Dio, come tra un figlio dell’uomo e il suo prossimo; poiché passano i miei anni che sono contati e me ne vado per una via senza ritorno (Gb 16,7-22).
Gesù vive tutta la sua sofferenza nella fede della liberazione che verrà dal Signore. La liberazione non è dalla sofferenza, ma dopo la sofferenza, dopo la morte di croce.
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso; difendimi per la tua giustizia. Tendi a me il tuo orecchio, vieni presto a liberarmi. Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva. Perché mia rupe e mia fortezza tu sei, per il tuo nome guidami e conducimi. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. Tu hai in odio chi serve idoli falsi, io invece confido nel Signore. Esulterò e gioirò per la tua grazia, perché hai guardato alla mia miseria, hai conosciuto le angosce della mia vita; non mi hai consegnato nelle mani del nemico, hai posto i miei piedi in un luogo spazioso. Abbi pietà di me, Signore, sono nell’affanno; per il pianto si consumano i miei occhi, la mia gola e le mie viscere. Si logora nel dolore la mia vita, i miei anni passano nel gemito; inaridisce per la pena il mio vigore e si consumano le mie ossa. Sono il rifiuto dei miei nemici e persino dei miei vicini, il terrore dei miei conoscenti; chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono come un morto, lontano dal cuore; sono come un coccio da gettare. Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita. Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori: sul tuo servo fa’ splendere il tuo volto, salvami per la tua misericordia. Signore, che io non debba vergognarmi per averti invocato; si vergognino i malvagi, siano ridotti al silenzio negli inferi. Tacciano le labbra bugiarde, che dicono insolenze contro il giusto con orgoglio e disprezzo. Quanto è grande la tua bontà, Signore! La riservi per coloro che ti temono, la dispensi, davanti ai figli dell’uomo, a chi in te si rifugia. Tu li nascondi al riparo del tuo volto, lontano dagli intrighi degli uomini; li metti al sicuro nella tua tenda, lontano dai litigi delle lingue. Benedetto il Signore, che per me ha fatto meraviglie di grazia in una città fortificata. Io dicevo, nel mio sgomento: «Sono escluso dalla tua presenza». Tu invece hai ascoltato la voce della mia preghiera quando a te gridavo aiuto. Amate il Signore, voi tutti suoi fedeli; il Signore protegge chi ha fiducia in lui e ripaga in abbondanza chi opera con superbia. Siate forti, rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore (Sal 31 (30), 1-25).
La consegna di Gesù alla morte di croce, da Lui è vissuta nel più grande amore e nella più grande fede. Il suo è purissimo amore verso il Padre. L’amore giunge in Lui fino a divenire olocausto, sacrificio perfetto, immolazione di tutto il suo essere. La fede invece gli dice che il Padre non lo abbandonerà nelle mani della morte. Da essa lo libererà presto.
Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento ((Lc 9,43-45).
Non c’è cammino con Dio se non si è perfetti nell’amore e nella fede. Tutta la vita nell’amore si consegna al Padre. Nella fede sappiamo che il Padre tutto ci consegnerà di nuovo, trasformato.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, colmateci di purissimo amore e fede.