Il battesimo di Giovanni da dove veniva?

Il sacerdote dell’Antica Alleanza era l’uomo al quale il Signore aveva affidato due altissimi e delicatissimi ministeri: far risuonare in mezzo al popolo la sua divina Parola, separare con taglio netto, come con spada a doppio taglio, bene e male, verità e falsità, moralità e immoralità, Parola del Signore e parole degli uomini. Dal loro ministero dipendeva la vita del suo popolo.

Il Signore parlò ad Aronne dicendo: «Non bevete vino o bevanda inebriante, né tu né i tuoi figli, quando dovete entrare nella tenda del convegno, perché non moriate. Sarà una legge perenne, di generazione in generazione. Questo perché possiate distinguere ciò che è santo da ciò che è profano e ciò che è impuro da ciò che è puro, e possiate insegnare agli Israeliti tutte le leggi che il Signore ha dato loro per mezzo di Mosè» (Lev 10,8-11).

«Ascoltate la parola del Signore, o figli d’Israele, perché il Signore è in causa con gli abitanti del paese. Non c’è infatti sincerità né amore, né conoscenza di Dio nel paese. Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono. Ma nessuno accusi, nessuno contesti; contro di te, sacerdote, muovo l’accusa. Tu inciampi di giorno e anche il profeta con te inciampa di notte e farò perire tua madre. Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza. Poiché tu rifiuti la conoscenza, rifiuterò te come mio sacerdote; hai dimenticato la legge del tuo Dio e anch’io dimenticherò i tuoi figli. Tutti hanno peccato contro di me; cambierò la loro gloria in ignominia. Essi si nutrono del peccato del mio popolo e sono avidi della sua iniquità. Il popolo e il sacerdote avranno la stessa sorte; li punirò per la loro condotta e li ripagherò secondo le loro azioni (Os 4,1-9).

Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già cambiate, perché nessuno tra voi se ne dà premura. Ecco, io spezzerò il vostro braccio e spanderò sulla vostra faccia escrementi, gli escrementi delle vittime immolate nelle vostre feste solenni, perché siate spazzati via insieme con essi. Così saprete che io ho diretto a voi questo monito, perché sussista la mia alleanza con Levi, dice il Signore degli eserciti. La mia alleanza con lui era alleanza di vita e di benessere, che io gli concessi, e anche di timore, ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome. Un insegnamento veritiero era sulla sua bocca né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha fatto allontanare molti dal male. Infatti le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca insegnamento, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti. Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento (Mal 2,1-9).

Gesù pone ai sacerdoti del suo tempo una domanda legittima, chiede un discernimento veritativo su Giovanni il Battista ed essi rispondo che non sanno. Sono simili ad un pastore che vede un lupo venire verso suo gregge e lui subito gli ape le porte dell’ovile pensandolo uno dei suoi cani. Il pastore deve distinguere il lupo dal cane. Così il sacerdote deve distinguere chi viene in nome di Dio e chi viene in nome proprio. Con la loro risposta si dichiarano non solo ministri inutili, ma anche dannosi. Chiunque può entrare nell’ovile e distruggere le pecore. Tanto essi non sanno chi è cane e chi è lupo. Ma se non sanno chi è Giovanni, potranno sapere chi è Cristo Signore? Per questo Gesù non rivela loro con quale autorità Lui agisce. A che serve dirlo loro. Non sanno nulla delle cose di Dio. Attesta contro di essi la loro parola.

Entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?». Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose» (Mt 21,23-27).

Oggi molti figli della Chiesa hanno una parola che non è parola di Dio. Non è questo però il vero problema. Vero problema è che quanti hanno l’obbligo di operare con divina chiarezza il discernimento, non solo non lo operano, spesso si fanno anche loro portavoce. Danno valore e vigore alle loro falsità e menzogne. Addirittura si sta giungendo a dichiarare pieni di Spirito Santo e mossi da Lui, quanti distruggono e lacerano l’unità della stessa Chiesa. Qual è il frutto del mancato discernimento? Un popolo di Dio che vive nella confusione veritativa e morale.

Madre di Gesù, Angeli, Santi, fate che nella Chiesa ogni persona risplenda per sana dottrina.