Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo – Beata colei che ha creduto
12 Maggio
Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo
Giovanni il Battista è nel seno di Elisabetta ed è al sesto mese. Non appena la voce di Maria giunge all’orecchio della madre, lui salta nel grembo come un vitello nella stalla: “Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”. Di questa esultanza, di questo salterellare di gioia, simili a vitelli, parla il profeta Malachia.
Ecco infatti: sta per venire il giorno rovente come un forno. Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia; quel giorno, venendo, li brucerà – dice il Signore degli eserciti – fino a non lasciar loro né radice né germoglio. Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi uscirete saltellanti come vitelli dalla stalla. Calpesterete i malvagi ridotti in cenere sotto le piante dei vostri piedi nel giorno che io preparo, dice il Signore degli eserciti. Tenete a mente la legge del mio servo Mosè, al quale ordinai sull’Oreb precetti e norme per tutto Israele. Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio (Ml 3,19-24).
Il Salmista ci rivela che Lui esulta al solo pensiero che nelle ore notturne rivolge al suo Dio. Si sussulta per la gioia, si saltella per la letizia che il Signore infonde nello spirito.
O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua. Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali. A te si stringe l’anima mia: la tua destra mi sostiene. Ma quelli che cercano di rovinarmi sprofondino sotto terra, siano consegnati in mano alla spada, divengano preda di sciacalli. Il re troverà in Dio la sua gioia; si glorierà chi giura per lui, perché ai mentitori verrà chiusa la bocca (Sal 63 (62) 1-12).
Il sussulto del bambino nel grembo di Elisabetta è il frutto della voce della Vergine Maria. La sua voce è così piena, carica, colma e stracolma di Spirito Santo, da farlo posare tutto su Elisabetta e da Elisabetta sul bambino. Questo evento deve condurci ad una seria riflessione sulla nostra relazione con lo Spirito di Dio. Noi predichiamo, insegniamo, ammaestriamo, catechizziamo, spieghiamo, diciamo la Parola del Signore in mille modi. Eppure il mondo non riceve nessuna scossa. A volte le nostre parole tediano la gente e altre volte le addormentano. Questo è il segno evidente che in noi è assente lo Spirito del Signore. La nostra parola è solo voce nostra, non veicolo di Dio, non carro sul quale viaggia lo Spirito Santo per raggiungere i cuori, smuoverli dal loro torpore, aprirli alla verità, condurli alla luce.
Conosco una persona così potentemente ricca di Spirito Santo che non ha alcun bisogno di alcuna parola per far sussultare un cuore, molti cuori, una intera assemblea. A volte basta la sua presenza fisica e tutti cominciano a saltellare come vitelli nella stalla. Altre volte con il solo sguardo il cuore si mette in questione e si apre alla verità del cielo. Succede spesso che con una sola parola, lo Spirito compie una grande conversione. Questo mondo che si apre a Dio, attraverso questi molteplici modi o forme di presenza, attesta che lo Spirito Santo vive in lei e che tutto di lei trasuda di Spirito del Signore. Lo Spirito l’ha permeata di sé in ogni parte del suo corpo, della sua anima, del suo spirito. Lei è tutta sua.
Questo suo modo di operare la salvezza ha messo sempre in crisi la mia coscienza. Sono fermamente convinto che se lo Spirito non abita potentemente in me, come abita in lei, la mia missione presbiterale mai potrà produrre un solo frutto. Non siamo noi con la nostra scienza, che salviamo e convertiamo, ma è sempre lo Spirito di Dio che noi siamo chiamati a rivestire, se vogliamo essere veri strumenti di Cristo Signore per l’annunzio fruttuoso del suo Vangelo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vero veicolo dello Spirito Santo.
Beata colei che ha creduto
Leggendo l’Inno alla fede regalatoci dallo Spirito Santo, notiamo che ogni uomo di fede aggiunge sempre qualcosa alla fede di colui che lo ha preceduto. La Vergine Maria è stata proclamata beata da Elisabetta per la sua fede: “E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto”. Qual è la novità assoluta mai rivelata prima e che mai potrà essere rivelata, avendo la Madre di Dio raggiunto il limite ultimo della possibilità dello stesso Dio? Oltre Maria mai si potranno trovare altre possibilità di fede. In Lei il processo della fede giunge al suo compimento. Lei è infinitamente oltre tutti gli altri che l’hanno preceduta.
La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede. Per questa fede i nostri antenati sono stati approvati da Dio. Per fede, Abele offrì a Dio un sacrificio migliore di quello di Caino e in base ad essa fu dichiarato giusto, avendo Dio attestato di gradire i suoi doni; per essa, benché morto, parla ancora. Per fede, Noè, avvertito di cose che ancora non si vedevano, preso da sacro timore, costruì un’arca per la salvezza della sua famiglia; e per questa fede condannò il mondo e ricevette in eredità la giustizia secondo la fede.
Per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare. Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: Mediante Isacco avrai una tua discendenza. Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Per fede, Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche in vista di beni futuri. Per fede, Giacobbe, morente, benedisse ciascuno dei figli di Giuseppe e si prostrò, appoggiandosi sull’estremità del bastone. Per fede, Giuseppe, alla fine della vita, si ricordò dell’esodo dei figli d’Israele e diede disposizioni circa le proprie ossa. Per fede, Mosè, appena nato, fu tenuto nascosto per tre mesi dai suoi genitori, perché videro che il bambino era bello; e non ebbero paura dell’editto del re.
Per fede, Mosè, divenuto adulto, rifiutò di essere chiamato figlio della figlia del faraone, preferendo essere maltrattato con il popolo di Dio piuttosto che godere momentaneamente del peccato. Egli stimava ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto l’essere disprezzato per Cristo; aveva infatti lo sguardo fisso sulla ricompensa. Per fede, egli lasciò l’Egitto, senza temere l’ira del re; infatti rimase saldo, come se vedesse l’invisibile. Per fede, essi passarono il Mar Rosso come fosse terra asciutta. Quando gli Egiziani tentarono di farlo, vi furono inghiottiti. Per fede, caddero le mura di Gerico, dopo che ne avevano fatto il giro per sette giorni. Per fede, Raab, la prostituta, non perì con gli increduli, perché aveva accolto con benevolenza gli esploratori (Cfr. Eb 11,1-40).
Alla Vergine Maria è stata chiesta una fede oltre, infinitamente oltre tutta la storia di fede del suo popolo. A Lei è stato chiesto di credere che Dio si fa carne, uomo. Che il Creatore si fa creatura. Che Lei, piccola e umile donna, sarebbe divenuta la Madre del suo Dio, del suo Creatore, del suo Signore. Per il popolo di Dio questa fede non solo è oltre ogni fede, è anche contro la stessa fede. Essa annienta il rigido monoteismo sul quale la religione dei padri fondava se stessa. Essa è fede oltre tutti i profeti, i saggi, oltre tutta la Parola rivelata.
Alla Vergine Maria è stato chiesto proprio questo genere di fede: credere oltre la sua stessa fede, contro la sua stessa fede, contro quella fede che ogni giorno si leggeva nelle Scritture e della quale si parlava sia nelle sinagoghe che nelle case. La sua risposta è stata immediata: Dio vuole modificare la sua Parola antica, Lui è il Signore e Lui la può sempre modificare. Vuole rivelarci qualcosa di più grande di sé, finora mai rivelato? È un suo diritto farlo. Io credo. Qualsiasi cosa lui dica e mi chiede, io la faccio. Sono la sua Serva. Lui parla. Io ascolto e credo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, insegnateci la via della vera fede.