I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci
Quanto vale un uomo? Esso vale quanto vale Dio. Vale la stessa vita di Dio. Infatti il nostro Dio per la redenzione dell’uomo, schiavo e prigioniero del peccato, ha dato la vita per lui e l’ha data dalla croce, morendo da Crocifisso, nel più grande annientamento e annichilimento, facendosi obbediente a tutta la divina grandezza dell’amore che lo chiamava ad un così alto sacrificio. Quanto vale un uomo per un altro uomo? Spesso nulla. Altre volte un tozzo di pane. Sovente un vestito logoro che non ci serve più. Addirittura vale per quanto sangue ha nelle sue vene perché noi ci possiamo saziare di esso, umiliandolo, disprezzandolo, condannandolo, costringendolo ad una vita disumana. Così come la storia ogni giorno ci mostra l’uomo, dobbiamo confessare che l’uomo per l’uomo non ha alcun valore spirituale, morale, sociale, politico, religioso. Non è lui che vale. È la sua potenza economica di contrattazione. È questo il suo valore.
Oltre che per Lui l’uomo vale quanto la sua stessa vita, Gesù ci rivela che vale anche più di tutta l’economia di mercato. Se oggi, domani e sempre, lui dovesse scegliere tra la vita dell’uomo e tutti i mercati finanziari ed economici dell’universo, lui oggi e sempre sceglierebbe l’uomo. Non potrebbe essere se non così. Se l’uomo vale la stessa vita di Dio, se per la sua redenzione e salvezza, si deve fare annegare tutto il denaro di questo mondo e tutta la sua ricchezza, che anneghi pure. Si annegano i porci, cioè la fonte di ogni economia, ma non annega l’uomo. Muoiono le cose, ma non muore l’uomo. All’uomo si dona pienezza di vita. Non c’è misericordia per l’uomo se a lui non viene riconosciuto il suo valore. La prima fondamentale, elementare, essenziale misericordia è dargli il suo valore. Lui è uomo. È più che tutte le cose di questo mondo. È più che tutti gli animali di questa terra.
Se tutti gli animali di questo mondo dovessero essere sacrificati – parlo per assurdo – per la salvezza di un solo uomo, ebbene gli animali vanno sacrificati. In Dio questo non è un assurdo. Infatti Lui si è sacrificato, si immolato, si è lasciato uccidere sulla Croce per ridare all’uomo la sua dignità, la sua verità, quell’essenza che lo vuole creatura, anzi unica creatura nell’universo, fatta ad immagine e a somiglianza del suo Creatore. Finché un animale vale quanto e più di un uomo e l’economia condiziona tutta la vita degli uomini sulla terra, è segno che nulla conosciamo della nostra grandezza. Il culto che stiamo riservando agli animali, come fossero i nostri dèi, padroni, signori, tutta questa zoolatria, che governa cuori e menti, è il frutto della perdita del valore dell’uomo. Ma solo Cristo Dio, che è morto per l’uomo, dona valore e dignità all’uomo, ad ogni uomo, dall’uomo appena concepito all’uomo che sta partendo per l’eternità.
Approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell’uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell’abisso. Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise.
I demòni, usciti dall’uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono da Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui (Lc 8,26-39).
La misericordia di Cristo Gesù, consegnata per intero alla sua Chiesa, non è quella di aiutare l’uomo nelle cose della materia. Questa è elemosina. La misericordia, quella vera, quella divina, è morire per l’uomo, per rifare l’uomo, liberare l’uomo, innalzare l’uomo, farlo vero figlio di Dio, tempio vivo dello Spirito, partecipe della divina natura, trasformato nella sua stessa natura, ricolmato di grazia, portato e immerso nella carità del Padre, nella grazia di Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. Banalizzare la misericordia è peccato grave contro la Croce.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a vivere di vera misericordia.