Hanno portato via il Signore dal sepolcro
DOMENICA DI PASQUA
12 APRILE (Gv 20,1-9)
Maria di Màgdala non dorme. Possiamo applicare a Lei quanto il Cantico dei Cantici dice della sposa. Il significato spirituale, mistico, è altissimo: “Sono venuto nel mio giardino, sorella mia, mia sposa, e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo; mangio il mio favo e il mio miele, bevo il mio vino e il mio latte. Mangiate, amici, bevete; inebriatevi d’amore. Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. Un rumore! La voce del mio amato che bussa: «Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, mio tutto; perché il mio capo è madido di rugiada, i miei riccioli di gocce notturne». «Mi sono tolta la veste; come indossarla di nuovo? Mi sono lavata i piedi; come sporcarli di nuovo?». L’amato mio ha introdotto la mano nella fessura e le mie viscere fremettero per lui. Mi sono alzata per aprire al mio amato e le mie mani stillavano mirra; fluiva mirra dalle mie dita sulla maniglia del chiavistello. Ho aperto allora all’amato mio, ma l’amato mio se n’era andato, era scomparso. Io venni meno, per la sua scomparsa; l’ho cercato, ma non l’ho trovato, l’ho chiamato, ma non mi ha risposto. Mi hanno incontrata le guardie che fanno la ronda in città; mi hanno percossa, mi hanno ferita, mi hanno tolto il mantello le guardie delle mura. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, se trovate l’amato mio che cosa gli racconterete? Che sono malata d’amore!”.
“Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, tu che sei bellissima tra le donne? Che cosa ha il tuo amato più di ogni altro, perché così ci scongiuri? L’amato mio è bianco e vermiglio, riconoscibile fra una miriade. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli sono grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi sono come colombe su ruscelli d’acqua; i suoi denti si bagnano nel latte, si posano sui bordi. Le sue guance sono come aiuole di balsamo dove crescono piante aromatiche, le sue labbra sono gigli che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d’oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo ventre è tutto d’avorio, tempestato di zaffiri. Le sue gambe, colonne di alabastro, posate su basi d’oro puro. Il suo aspetto è quello del Libano, magnifico come i cedri. Dolcezza è il suo palato; egli è tutto delizie! Questo è l’amato mio, questo l’amico mio, o figlie di Gerusalemme” (Ct 5,1-16). Maria di Màgdala non trova Gesù nella tomba. Essa è vuota. Pensa ad un trafugamento. Si reca da Simon Pietro e da Giovanni per chiedere aiuto nella sua ricerca. I due discepoli si disinteressano di Maria. Corrono verso il sepolcro. Esso è vuoto, ma in grande ordine. Di Pietro non conosciamo il cuore. Non sappiamo la sua mente e il suo cuore cosa abbiano pensato. Di Giovanni invece è rivelata la fede. Lui ha visto e ha creduto. Dopo, essi se ne vanno, ancora una volta disinteressandosi di Maria di Màgdala. Aveva chiesto aiuto, ma invano.
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Per l’Apostolo Giovanni, la risurrezione è vero evento teologico, come tutto il mistero di Cristo è evento teologico. Cristo Gesù vive il suo mistero di morte e di risurrezione secondo quanto scritto per Lui sul rotolo del Libro. Essendo Gesù vero evento teologico, da Cristo si deve passare necessariamente al Padre. Cristo Gesù è mistero di salvezza per ogni uomo. La redenzione non è un fatto di Cristo, è vera opera di Dio per il mondo intero. Essendo fatto di Dio per il mondo, chi crede nel vero Dio è obbligato a rispettare la volontà di Dio scritta in Cristo Gesù per ogni uomo. Chi ama l’uomo non può non annunciargli la salvezza che è nel Figlio dell’Unigenito di Dio. Cristo non è un fatto ecclesiale. Ogni membro della Chiesa deve dare Cristo.
Madre di Dio, Angeli, Santi, liberateci da ogni falsità e menzogna su Cristo Gesù.