Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai
10 LUGLIO (Lc 10,25-37)
Solo l’amore è via che conduce alla vita eterna, alla conquista della beatitudine del Cielo. L’amore però – ed è questa la verità che accompagna tutta la rivelazione, dal Libro della Genesi fino all’Apocalisse – non è scritto da nessuna legge umana. L’amore è dettato dal Signore, scritto nella sua Legge, manifestato dalla sua Parola. L’amore secondo Dio non è un sentimento, un capriccio, lo sfogo ad ogni concupiscenza, il lasciarsi governare da insipienza e stoltezza, da superbia e invidia, da odio e gelosia. L’amore vero, santo, l’amore umano è purissima obbedienza al Creatore e Signore dell’uomo. Dove non vi è obbedienza, non vi è amore, perché manca la Parola di Dio.
Questa verità va gridata oggi dai tetti di ogni casa, senza alcuna vergogna, a motivo di quella falsa filosofia e quella stolta ideologia che vuole far passare per amore anche le nefandezze più nefande e la concupiscenza più sregolata. Ogni desiderio cattivo dell’uomo oggi è gridato come purissimo amore, diritto dell’umanità. La stessa distruzione della natura umana è amore. Il caos creato nella creazione di Dio è amore. Il vizio è amore. Il peccato è amore. Quando si giunge ad una tale perversione è il segno che il peccato ormai governa un cuore e la mente parla dal suo abisso, secondo quanto ci rivela il Salmo: “Dal cuore dell’empio sentenzia il peccato….”.
Oracolo del peccato nel cuore del malvagio: non c’è paura di Dio davanti ai suoi occhi; perché egli s’illude con se stesso, davanti ai suoi occhi, nel non trovare la sua colpa e odiarla. Le sue parole sono cattiveria e inganno, rifiuta di capire, di compiere il bene. Trama cattiveria nel suo letto, si ostina su vie non buone, non respinge il male. Signore, il tuo amore è nel cielo, la tua fedeltà fino alle nubi, la tua giustizia è come le più alte montagne, il tuo giudizio come l’abisso profondo: uomini e bestie tu salvi, Signore. Quanto è prezioso il tuo amore, o Dio! Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, si saziano dell’abbondanza della tua casa: tu li disseti al torrente delle tue delizie. È in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce. Riversa il tuo amore su chi ti riconosce, la tua giustizia sui retti di cuore. Non mi raggiunga il piede dei superbi e non mi scacci la mano dei malvagi. Ecco, sono caduti i malfattori: abbattuti, non possono rialzarsi (Sal 36 (35) 1-13).
Oggi Gesù insegna al dottore della Legge che l’amore vero, l’amore che conduce al regno eterno, è verso Dio e verso il prossimo. Non però secondo il cuore dell’uomo, ma secondo il cuore del Padre. Il cuore del Padre vuole che nessun uomo venga escluso dal nostro amore. Vuole altresì che l’amore verso l’uomo abbia il primato su ogni legge cultuale. Per cui Sacerdoti e Leviti vengono anche loro inclusi in questa sua volontà.
Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».
Gesù chiede al dottore della Legge di unire sempre conoscenza del vero amore alla realizzazione storica di essa. Conoscenza e opera non sono due cose, ma una cosa sola. Parola e vita, obbedienza e creazione di storia nuova sono una cosa sola. A nulla serve predicare, senza vivere o ammaestrare con le parole e non anche con le opere.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dal purissimo amore.