Ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide
La costruzione del vero umanesimo nasce perennemente dal cuore del Padre, si realizza in Cristo, con Cristo, per Cristo, nella sapienza, intelligenza, saggezza dello Spirito Santo. Come l’uomo è stato alle origini opera della Beata Trinità, così anche la restaurazione, nuova creazione, rigenerazione, riconduzione dell’uomo nella sua verità, può essere solo opera di Dio. Non sarà però opera come la prima creazione: frutto della sola parola creatrice. Dio ha bisogno sempre della “costola” dell’uomo per dare all’uomo la sua verità. Mentre la prima “costola”, con la quale ha dato perfezione alla natura dell’uomo, è stata presa senza il consenso dell’uomo, per la nuova creazione o ristrutturazione o rigenerazione il Signore viene e chiede Lui personalmente il dono della “costola”. Se l’uomo la dona, Dio inizia l’opera della vera umanizzazione. Se l’uomo non la dona, Dio nulla potrà fare. Per mezzo di quanti non danno la loro “costola” al Signore, mai la vera umanizzazione, mai il vero umanesimo sorgerà.
Ad Elisabetta e a Zaccaria il Signore ha chiesto una “costola” vecchia, incapace di una qualsiasi vita. Il Signore l’ha presa e con la sua onnipotenza l’ha trasformata in “costola” di vita. Ricolmò il frutto di questa “costola” vecchia e per di più sterile fin da sempre con il dono del suo Santo Spirito e fu dato al mondo colui che è stato più che profeta, perché fu il Precursore del Figlio di Dio. A Maria di Nazaret Dio non chiese solo la costola, ma tutto il suo corpo, il suo spirito, la sua anima, il suo cuore per sempre. A Lei ha chiesto di essere tutta del suo Signore, per il suo Signore. Maria è stata generosissima nel dono. Si è dichiarata la serva del suo Dio e a Lui si è consegnata per intero. Ma anche al suo Figlio Unigenito il Padre celeste ha chiesto la “costola” del suo corpo perché ne facesse un olocausto di salvezza. Il Figlio ha obbedito e per questa sua totale obbedienza ha fatto sorgere, per opera del suo Santo Spirito, ma nel Figlio, con il Figlio, per il Figlio, la nuova umanità. Con Cristo Gesù non sono finite le richieste di Dio.
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace». Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele (Lc 1,57-80).
Il Signore chiede ad ogni discepolo di suo Figlio Gesù la “costola” del proprio cuore e della mente perché Lui possa oggi e sempre creare nuovi uomini e nuove donne. Se il cristiano non dona la sua “costola” al Padre celeste, lo stesso cristiano sarà vuoto di se stesso, come Adamo nel giardino dell’Eden senza Eva, e in più nessuna nuova umanità mai sorgerà sulla nostra terra. È sempre dalla nostra “costola”, data a Dio, che nascerà la vita per noi e per gli altri. La Vergine Maria si è data a Dio ed è divenuta la Donna vestita di sole, la Nuova Eva, la Madre della vita. Gesù Signore ha dato la sua “costola” al Padre sulla croce, ed è stato innalzato al di sopra di ogni creatura. Dal nostro dono diveniamo noi veri uomini, permettiamo al Signore di creare altri come veri uomini. La nostra “costola” gli è necessaria, indispensabile. Per eterna misericordia verso l’uomo il Signore va sempre alla ricerca di nuove “costole”. Per misericordia verso se stessi e verso l’intera umanità, si dona la “costola” richiesta, nasciamo noi come veri uomini, aiutiamo il mondo a nascere nella sua vera umanità. Se però la “costola” non è data, il mondo cresce nella sua disumanità e la morte sotto ogni forma imperversa tra la gente.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci ad offrire la nostra “costola”.