Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!»

Il Vangelo è il cuore del Padre, che abita tutto nel cuore di Cristo, nella comunione dello Spirito Santo. Chi vuole conoscere la verità di ogni Parola del Vangelo, deve chiedere allo Spirito Santo che lo faccia parte della sua comunione, in essa e per essa, entri nel cuore di Cristo, in esso dimori per sempre, perché è solo in questo cuore che si può conoscere il cuore del Padre. Senza la conoscenza del cuore del Padre, nessuna conoscenza del Vangelo, che è la rivelazione perfetta del cuore di Dio, consegnato a Cristo Gesù, perché lo mostrasse per intero agli uomini, attraverso la sua vita. Se ci poniamo fuori della comunione dello Spirito Santo, il Vangelo mai lo possiamo leggere dal cuore del Padre nel cuore di Cristo. Lo leggeremo secondo il nostro cuore e gli daremo comprensioni umane, non divine, di falsità, non di verità, di ingiustizia, non di giustizia, di comodo, mai di purissima obbedienza al comando del Signore.

Il Padre celeste manda Gesù sulla terra con una missione particolare, unica: Lui deve liberare l’uomo dalla schiavitù del potere di Satana e ricondurlo nella verità del suo Signore e Creatore. I miracoli da Lui compiuti devono rimanere segno del suo essere dal Padre, manifestazione e attestazione che Lui è da Dio, rivelazione del suo essere Messia del Signore, accreditamento della verità di ogni Parola da Lui proferita, annunziata, predicata, insegnata. Mai possono sostituire la missione. Se questo avvenisse, Cristo opererebbe invano. Darebbe all’uomo un po’ di sollievo nel corpo, ma lasciandolo in eterno prigioniero di Satana e “sua merce” per riempiere l’inferno eterno nel quale Lui è stato precipitato dopo il suo peccato di ribellione. A che serve guarire un uomo dalla lebbra del corpo, se rimane la lebbra dell’anima? A che giova dissetare e sfamare un uomo sulla terra, quando poi lo si abbandona alla fame eterna nell’inferno?

Essendo Gesù vero Dio e vero uomo, anche Lui è obbligato a vivere la legge divina della misericordia. Questa legge chiede ad ogni uomo di fare per l’altro uomo quanto è nelle sue possibilità per alleviare le sofferenze del corpo e non solo quelle dell’anima. Questo dovrà farlo senza togliere alcun tempo, alcuno spazio alla missione ricevuta da Dio. Gesù può vivere la misericordia, solo se è tutta a servizio della credibilità della sua Parola, della sua missione, del mandato ricevuto dal Padre. Se l’opera di misericordia corporale dovesse distoglierlo dalla missione, Lui deve lasciare queste opere e dedicarsi interamente alla missione ricevuta. Sempre nell’obbedienza alla volontà del Padre e alla sua saggezza eterna si compiono le più grandi opere di misericordia. Si compiono infatti quelle dettate da Dio e non quelle scelte da noi. L’obbedienza a Dio, al Signore, è sempre e tutta nelle opere da compiere.

Mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione (Mt 9,27-31).

Due ciechi vengono da Gesù, bussano al suo cuore. Gesù ha pietà, compassione di essi e li guarisce. Dona pero un ammonimento: “Badate che nessuno lo sappia!”. Perché Gesù chiede il silenzio su questo miracolo? Il miracolo non è per Lui vero accreditamento che è Persona mandata da Dio sulla nostra terra? Per accreditare Gesù, di miracoli ne basta anche uno soltanto. Gesù chiede il silenzio perché sa il rischio che corre la sua missione, la sua obbedienza al Padre. Se la voce si sparge, nessuno verrà più a Lui per ascoltare la Parola della verità e della giustizia. Tutti verranno per essere guariti, sanati. Se Gesù passa il tempo a sanare, a guarire, non può dedicare il tempo all’insegnamento, alla predicazione, alla formazione spirituale dei cuori. Vivrebbe una missione dal suo cuore, ma non dal cuore del Padre. Invece, chiedendo il silenzio, Lui potrà vivere sempre la misericordia della missione.

È facile passare dal cuore del Padre al cuore dell’uomo. È facile sacrificare il ministero al carisma anziché mettere il carisma tutto a servizio del ministero. È facile per un presbitero, un vescovo dedicarsi alle opere di misericordia corporali. Difficile è rimanere nella fedeltà e nell’obbedienza alle opere di misericordia spirituali per le quali Lui è stato consacrato. Quando un presbitero, un vescovo, modifica la missione per la quale è stato chiamato e inviato, nessuna salvezza s compie sulla nostra terra. Lui potrà dare anche sollievo al corpo, ma l’anima rimane nella sua morte spirituale che si incammina verso la morte eterna, nella quale domani trascinerà anche il corpo. Quando questo avviene è segno che non si è nella comunione dello Spirito Santo, si è fuori del cuore di Cristo. Il nostro cuore è governato da Satana, al quale piacciono molto le opere della carità materiale. Lui le suggerisce, le favorisce, spesso ci fa trovare anche i fondi. La condizione è una sola: distaccarsi dalle opere della carità spirituale, in modo che ogni anima rimanga sotto il suo potere e schiavitù di falsità, immoralità, idolatria. Sempre quando non si è dal cuore del Padre, si è dal cuore del diavolo. Lui ti dona tutto purché gli lasci le anime. Tu curi i corpi, gli uomini ammirano la tua misericordia, lui si porta le anime nell’inferno.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci dal cuore e volontà del Padre.