Gerusalemme sarà calpestata dai pagan

La distruzione di Gerusalemme e del suo tempio attestano ad ogni uomo, al mondo intero che Gesù è vero profeta del Dio vivente, del solo Dio, che è il Dio Creatore del cielo e della terra e di quanto in essi è contenuto. Se Gesù è vero profeta, allora non solo ogni sua Parola è vera, essa è purissima profezia che si compie sulla terra, per le cose che riguardano la terra e per l’eternità per tutte le cose che riguardano l’eternità. Quella di Gesù è Parola di profezia definitiva, universale, vale cioè per oggi e per sempre e per ogni uomo che viene sulla terra. Ogni altra parola di qualsiasi altro uomo, venuto prima di Cristo o che verrà dopo, o è conforme nella sostanza e nella verità alla Parola di Gesù, ed è parola di vita, o non è conforme, non importa se in molto o in poco, ed allora non è parola di vita, ma solo di morte.

Questa regola vale per ogni persona: filosofo, letterato, romanziere, uomo di spettacolo, cineasta, scienziato, giornalista, opinionista, presentatore, politico, professore, astronomo, chiunque altro dica anche una sola parola nel corso della sua vita. Se la parola proferita non è conforme alla verità di Cristo, mai potrà essere parola di vita eterna. Questa regola vale anche per ogni uomo religioso del passato, del presente, del futuro, a qualsiasi religione appartenga, qualsiasi divinità dice di adorare, qualsiasi sistema sacro abbia abbracciato. Ogni parola che non si accorda con la verità di Cristo, mai potrà essere considerata parola di vita, di salvezza, di redenzione, di vera umanizzazione dell’uomo. La verità è una, non possono essere due. La volontà di Dio è una, non possono essere due. Anche la realtà è una, non possono essere due.

La vita o si vive una volta sola sulla terra e poi viene il giudizio o si vive in una perenne rigenerazione senza alcun giudizio. Non sono date due possibilità all’uomo. Si comprende che abbracciare la Parola della verità secondo Dio e la parola dell’immaginazione e del desiderio dell’uomo sono due cose che hanno delle conseguenze eterna. Un uomo pensa si rinascere. Muore. Ha vissuto una vita nel male, promettendo di essere diverso nelle successive vite. Le altre vite non sono date. È condannato alla perdizione eterna, secondo il bene che la sua coscienza gli ha dettato e al quale lui non ha voluto obbedire. Così dicasi anche per coloro uccidono gli altri. Se il comandamento di Gesù è vero – al fratello non si può dire neanche che è pazzo altrimenti vi sarà il fuoco della Geenna; se al malvagio non si deve resistere, ma tutto ad esso si deve cedere – è falso il pensiero che più uomini si uccidono e più gloria vi sarà nel paradiso del loro Dio. Dio è uno solo ed è il Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Quanti uccidono, suicidandosi, finiscono nella perdizione eterna. Il comandamento di Dio è limpido: non c’è alcun motivo per uccidere un altro uomo. Con Gesù si dona la vita, non si toglie.

Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti (Lc 21,20-24).

Gesù è vero profeta. La sua profezia è assoluta, come assoluta è la profezia del Padre suo: “Se ne mangi, muori”. Anche Gesù è profeta la cui parola, posta in essere e non posta in essere produce ciò che è contenuto in essa. L’uomo che dice di credere in Lui, può anche ridurre a menzogna quanto Gesù ha detto. L’uomo passa, la Parola di Gesù rimane in eterno. Passano i papi, i cardinali, i vescovi, i presbiteri, i teologi, i maestri, i professori, gli scienziati della sacra dottrina, i ricercatori storici del suo sviluppo nel tempo, passano gli eresiarchi, gli scismatici, i denigratori di Cristo e del mistero della sua croce, passa il cielo, la terra, la storia, i secoli, le dinastie, i regni. Resta in eterno la Parola di Cristo Gesù. È con essa che ognuno si dovrà confrontare, perché solo essa è la Parola della vera profezia. Non è con l’interpretazione di essa che devo confrontarmi. Ma con essa stessa, dopo aver chiesto umilmente allo Spirito Santo che mi doni la perfetta verità in essa contenuta perché vogliono conformare ad essa la mia vita. La Parola di Cristo Signore è la sola vera. Non vi sono altre parole di vera profezia.

Se Gesù dice che l’inferno è eterno, l’inferno è eterno. Tutti i teologi di questo mondo lo possono pure dichiarare non eterno, ma essi non hanno una Parola di profezia. Il Padre non ha costituito i teologi suoi profeti, ma solo il Figlio suo. Se Gesù dice che chi non osserva la sua Parola non entrerà nel suo Regno eterno, non vi entrerà. Tutti i teologi possono dire il contrario. Lo dicono a loro pericolo eterno e a dannazione di ogni loro fratello. Ogni teologo che voglia avere un granello di onestà deve dire ad ogni uomo: “Io non credo nella Parola di Gesù. Tu però continua a credere in essa. Io ho deciso di perdermi. Almeno tu salvati. Non mi seguire nella mia stoltezza, insipienza, crudeltà verso il mio presente e il mio futuro eterno. Salvati”.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci onesti presso i nostri fratelli.