FOSSI MORTO IO INVECE DI TE
MARTEDÌ 4 FEBBRAIO (2Sam 18,9-10.14.24-25.30;19,1-4)
Il peccato non solo genera morte negli altri, produce morte anche per noi. Per gli altri genera la morte fisica, ma non quella spirituale o quella eterna, senza che l’uomo lo voglia, e lo vuole quando cade in tentazione a motivo della colpa altrui. Esso invece produce spesso morte fisica nel tempo per chi lo commette, e anche morte eterna, se non ci si converte e non si chiede perdono al Signore. Questa verità è così annunciata dal Libro della Sapienza: “Guardatevi dunque da inutili mormorazioni, preservate la lingua dalla maldicenza, perché neppure una parola segreta sarà senza effetto; una bocca menzognera uccide l’anima. Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. La giustizia infatti è immortale. Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole; ritenendola amica, si struggono per lei e con essa stringono un patto, perché sono degni di appartenerle” (Sap 1,11-16). Anche Gesù mette in guardia i suoi apostoli: “Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno” (Mt 26,52). Davide si è pentito ed è sotto il governo del Signore. La sofferenza è per la sua purificazione. Assalonne non è sotto la benedizione del Signore. È invece sotto il dominio della morte. La sua fine deve far riflettere tutti coloro che si consegnano al male e lo fanno senza alcun motivo. Prima rimane impigliato in un ramo di un grande albero. Poi viene trafitto da Ioab con tre dardi. La morte è il salario di chi cerca la morte e la infligge agli altri. Se non vogliamo credere in Dio, almeno crediamo nella storia. Sempre essa ci mette dinanzi ai nostri frutti di morte.
In quei giorni, Assalonne s’imbatté nei servi di Davide. Assalonne cavalcava il mulo; il mulo entrò sotto il groviglio di una grande quercia e la testa di Assalonne rimase impigliata nella quercia e così egli restò sospeso fra cielo e terra, mentre il mulo che era sotto di lui passò oltre. Un uomo lo vide e venne a riferire a Ioab: «Ho visto Assalonne appeso a una quercia». Allora Ioab prese in mano tre dardi e li ficcò nel cuore di Assalonne, che era ancora vivo nel folto della quercia. Poi Ioab disse all’Etìope: «Va’ e riferisci al re quello che hai visto». Davide stava seduto fra le due porte; la sentinella salì sul tetto della porta sopra le mura, alzò gli occhi, guardò, ed ecco vide un uomo correre tutto solo. La sentinella gridò e l’annunciò al re. Il re disse: «Se è solo, ha in bocca una bella notizia». Il re gli disse: «Mettiti là, da parte». Quegli si mise da parte e aspettò. Ed ecco arrivare l’Etìope che disse: «Si rallegri per la notizia il re, mio signore! Il Signore ti ha liberato oggi da quanti erano insorti contro di te». Il re disse all’Etìope: «Il giovane Assalonne sta bene?». L’Etìope rispose: «Diventino come quel giovane i nemici del re, mio signore, e quanti insorgono contro di te per farti del male!». Allora il re fu scosso da un tremito, salì al piano di sopra della porta e pianse; diceva andandosene: «Figlio mio Assalonne! Figlio mio, figlio mio Assalonne! Fossi morto io invece di te, Assalonne, figlio mio, figlio mio!». Fu riferito a Ioab: «Ecco il re piange e fa lutto per Assalonne». La vittoria in quel giorno si cambiò in lutto per tutto il popolo, perché il popolo sentì dire in quel giorno: «Il re è desolato a causa del figlio».
Davide apprende la morte del figlio e piange. Avrebbe voluto essere morto lui al posto del figlio. In questa “passione purificatrice e ed espiatrice” del re si rivela una grandissima verità. Davide è vera figura di Cristo Signore. Gesù prenderà il posto di tutti i peccatori, tutti gli empi, i malvagi, quanti odiano la luce, quanti si sono immersi nelle tenebre, ed espia per loro, muore al loro posto. È questo il vero amore: la forza di amore al posto di colui che il male ha generato. Assalonne ha suscitato per la sua superbia questo grande disastro nel popolo del Signore. Il suo peccato è grande. Davide avrebbe voluto prendere il posto di Assalonne per morire al suo posto. Il giusto muore perché il malvagio si converta e viva. Se vogliamo entrare nel vero mistero della morte di Cristo, dobbiamo leggerla solamente a partire da questo grandissimo amore di redenzione e di salvezza. Amare per sostituzione, non però tra due persone che si vogliono bene: la sostituzione è del giusto che prende il posto dell’ingiusto.
Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che conosciamo le profondità dell’amore di Gesù.