vangelo del giorno

Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna

Sof 3,1-2.9-13; Sal 33,2-3.6-7.17-19.23; Mt 21,28-32
13 DICEMBRE

Gesù non vuole i suoi discepoli cristiani dal sì finto, dalla parola data ma non osservata, uomini che stipulano con Dio l’alleanza ma poi di quanto promesso nulla osservano. Ebbene, ogni sacramento è dato su una parola data dall’uomo al suo Dio. Se questa parola non fosse data, nessun sacramento potrebbe essere celebrato. Questo vale per il Battesimo, la Cresima, il Matrimonio, l’Eucaristia, la Confessione. Leggiamo per un solo attimo il sì chiesto nel Matrimonio e comprenderemo ogni cosa.

Siete venuti a contrarre matrimonio, senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione? Sposi: Sì. Siete disposti nella nuova via del matrimonio ad amarvi e onorarvi l’un l’altro per tutta la vita? Sposi: Sì. Siete disposti ad accogliere con amore i figli che Dio vorrà donarvi e a educarli secondo la legge di Cristo e della sua Chiesa? Sposi: Sì. Se dunque è vostra intenzione di unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a Dio e alla sua Chiesa il vostro consenso. Io accolgo te come mia sposa… come mio sposo. Con la grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Il Signore onnipotente e misericordioso confermi il consenso che avete manifestato davanti alla Chiesa e si degni di ricolmarvi della sua benedizione. L’uomo non osi separare, ciò che Dio unisce.

Dinanzi ad un sì solenne, che impegna per tutta la vita, pronunziato dinanzi a Dio come testimone, celebrato il matrimonio su Dio come garante del patto e della benedizione, si può rinnegare quanto è stato promesso? Pensiamo per un istante: Se Gesù prima avesse detto al Padre: “Mi faccio uomo per la salvezza dell’uomo”, promettendo un sì eterno e poi non lo avesse mantenuto, l’umanità sarebbe rimasta in eterno nella sua morte. Per il suo sì detto e mantenuto è venuta la vita sulla nostra terra. Lo ricordiamo: il sì detto nella celebrazione dei sacramenti non è detto all’uomo. È detto a Dio. Dio dona la sua grazia sul nostro sì. Se dicessimo no, la celebrazione si dovrebbe subito interrompere. Manca il soggetto della celebrazione dei sacramenti che è l’uomo.

Oggi abbiamo creato il cristiano della grande finzione. Dice ogni sì solo con la bocca. Non solo dinanzi a Dio il suo sì è nullo, ma anche dinanzi agli uomini. Un tempo l’impegno, anche quello civile e sociale, si assumeva dinanzi a Dio. Vi era un qualche segno di trascendenza. Oggi si prende sul proprio onore, sulla propria coscienza. Qual è questo onore e qual è questa coscienza? Il non avere onore e il non possedere alcuna coscienza. Se si infrange il sì detto solennemente a Dio, potrà mai restare stabile un sì detto agli uomini sul proprio onore? Chi non rispetta l’onore di Dio, mai rispetterà il proprio. Abbiamo creato la società delle promesse e dei giuramenti finti.

«Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli.

Gesù non dona un insegnamento nuovo al mondo. Ribadisce la profezia di Ezechiele, che è purissima volontà del Padre suo. È giusto chi abita nella sua giustizia. È ingiusto chi esce fuori della sua giustizia. Se il giusto esce dalla giustizia, diviene ingiusto. Se l’ingiusto entra nella giustizia, diviene giusto. Farisei, scribi, capi dei sacerdoti, anziani del popolo sono usciti dalla giustizia. Non sono giusti. Si sono rifiutati di entrare. Rimangono ingiusti. Prostitute e pubblicani erano ingiusti. Sono entrati nella giustizia di Dio, sono divenuti giusti. Erano prima peccatori, trasgressori. Ora invece sono fedeli servi di Dio, perché camminano nei suoi Comandamenti, osservano la sua Legge. Nessuno è giusto perché è stato giusto e nessuno è ingiusto perché è stato ingiusto. Nessuno è fedele perché è stato fedele e nessuno è infedele perché è stato infedele.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci giusti e fedeli in Cristo.