Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio!

Se sappiamo cosa è il regno di Dio, sappiamo anche perché è difficile entrare in esso. Se tutti debbono chiedersi: “Cosa è il regno di Dio?”, non tutti possono dare la giusta risposta. Chi può dare allora la giusta risposta? Uno solo: “Gesù Signore”. Lui la risposta la dona non ai suoi discepoli, la dona a Pilato, prima che venisse abbandonato da lui per essere crocifisso.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?». Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù». Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?». (Gv 18,33-38).

Il regno di Dio è purissima verità. Chi appartiene al regno di Dio? Chi rende testimonianza alla verità? Gesù è regno di Dio perché Lui è il testimone della verità con la parola, con le opere, con la vita, con la morte. La verità di Gesù abbraccia tutto l’universo visibile e invisibile, il tempo e l’eternità, la povertà e la ricchezza, la salute e la malattia, se stessi e gli altri, gli uomini e le cose, ogni oggetto animato e inanimato, pensieri e opere, profanità e sacralità, paradiso e inferno, cielo e terra, origine e fine, Dio e l’uomo, Cristo e la redenzione, lo Spirito Santo e la rigenerazione, la liturgia e la preghiera, i sacramenti e la grazia, il Vangelo e la rivelazione, la scienza e la fede, ogni altra realtà esistente o puramente pensata, immaginata, desiderata. Tutto deve essere testimoniato, attestato, presentato, vissuto nella sua purissima verità.

Molti sono i teologi, ma pochi sono regno di Dio. La loro verità soffre in molte cose, specie nell’escatologia. Quanti insegnano che l’inferno è vuoto, non sono testimoni della verità. Non sono regno di Dio. Molti sono i cristiani, ma pochi sono regno di Dio. Non confessano con la vita la verità della grazia che li ha trasformati, rinnovati, giustificati, elevati, santificati. Molti sono i poveri nel mondo, ma pochi sono regno di Dio. Non rendono testimonianza alla povertà, alla quale sono chiamati dal loro Maestro e Signore. Molti sono i ricchi, ma pochi sono regno di Dio. Non fanno della ricchezza la via verso il Cielo. Ne fanno una cosa della terra. Molti sono ammalati, sofferenti, ma non sono regno di Dio. Non fanno della sofferenza un’offerta per la redenzione del mondo. Molti sono scienziati, professionisti, operatori sociali, ma pochi sono regno di Dio. Non vivono la loro vita per rendere testimonianza a Cristo, la purissima Verità del Padre. Vivono come se Cristo non esistesse. Senza la verità di Cristo non si è regno di Dio.

Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi». (Mc 10,23-31).

Questo notabile ricco, vuole andare nel regno dei cieli, ma non vuole essere regno di Dio sulla nostra terra. Non rende infatti testimonianza alla verità della ricchezza. Qual è la verità della ricchezza? Essa è strumento, non fine della vita di un uomo. È fine per raggiungere la perfezione più alta nel regno dei cieli. Ora Gesù ha indicato a quest’uomo qual è la via per utilizzare al sommo della verità le sue ricchezza. Lui si è tirato indietro. La ricchezza per lui è fine, non mezzo, non via, non strumento. Non può essere regno di Dio. Molti sono anche i presbiteri, ma pochi sono regno di Dio. È sufficiente non credere nella verità del peccato, per non essere regno di Dio. Un presbitero che celebra la messa nella calunnia, nella menzogna, nella falsa testimonianza, potrà anche celebrare, ma non per questo è regno di Dio. Non è testimone della verità di Cristo, Colui che è venuto per togliere il peccato da ogni cuore. Per questo è difficile entrare nel regno di Dio. Chi vuole essere regno di Dio deve divenire testimone di tutta la verità, in ogni sua parte. La parzialità nella verità distrugge il regno, lo annienta, non lo costruisce, non lo edifica. Anche lo stesso Pietro ancora non è regno di Dio. Non è ancora testimone della gratuita della consegna al regno. Al regno ci si dona come puro dono di amore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri testimoni della verità.