Estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche

Lo scriba divenuto discepolo del regno dei cieli, è infinitamente differente dallo scriba dell’Antico Testamento. Quest’ultimo aveva solo due vie per estrarre dal suo tesoro cose nuove assieme alle antiche. Il suo tesoro era la Parola di Dio consegnata alle Scrittura. Questa è la prima via. La Scrittura meditata con continua riflessione ci introduce sempre più in profondità nel cuore di Dio, che è la sorgente di ogni sapienza e intelligenza. Più ci si immerge nella Scrittura e più è possibile vedere le novità di Dio, cioè l’immensità della sua verità e del suo amore. La seconda via è la preghiera per ottenere in dono la sapienza. Più si chiede la sapienza e più il Signore la concede. La sapienza di Dio è una sorgente sempre nuova di verità, luce, intelligenza, svelamento della divina verità di Dio. Ma c’è una terza via, che viene direttamente dal Signore ed è il dono della sua Parola per mezzo dei suoi profeti. Se lo scriba è dal cuore libero, puro, non contaminato né dall’idolatria, né dall’immoralità, perché pienamente fedele ai Comandamenti, sempre sarà capace di estrarre dal tesoro della Parola cose nuove e antiche.

Lo scriba che diviene discepolo del regno possiede altre vie che sono ben superiori a quelle antiche. Prima di ogni cosa ha Cristo che è il compimento di tutte le profezie e di ogni altra Parola del Signore. Quelle verità che senza il compimento era impossibile estrarre dal tesoro della Scrittura, ora sono tutte dinanzi ai suoi occhi. Ma se Dio dalla Parola antica ha tratto fuori Cristo Gesù, cosa non potrà estrarre dalla Parola nuova lo scriba che diviene discepolo del regno dei cieli? Quale grande santo Dio non potrà estrarre dalla Parola nuova? Sarebbe un grande errore pensare che un santo sia tutta l’estrazione di Dio. Ma sarebbe anche immane falsità pensare di imitare le modalità storiche dei santi di ieri. Dalla Parola nuova si deve sempre estrarre un santo nuovo. Possono passare i secoli, ma sempre dalla Parola vengono estratti santi nuovi, santi per ogni tempo, ogni epoca. La santità dalla nuova Parola è sempre nuova. Un santo che si ripete di certo non è santo, come non è santo un uomo che non vive il presente con tutto il suo carico di nuove croci, nuove sofferenze, nuovo martirio.

Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13,44-52).

Questa via per estrarre una santità sempre nuova è percorribile solo se ci si lascia condurre dallo Spirito Santo a tutta la verità. Ma il tutto della verità non è però determinato dalla verità in sé, ma dalla verità che ognuno può contenere nel cuore. Verrà lo Spirito è porrà nel cuore tutta la verità che esso potrà contenere. Poiché ogni cuore è un contenitore unico, lo Spirito Santo verrà e colmerà ogni cuore di tutta la verità che esso potrà contenere. Vi è quindi l’obbligo per il discepolo di Gesù di allargare la misura del suo cuore. Solo così lo Spirito del Signore potrà aggiungere verità a verità, fino al completamento, fino a che niente più possa entrare in esso. Questo ci dice che la verità contenuta in un cuore mai sarà la stessa che è contenuta in un altro cuore. La bellezza della Chiesa di Gesù è la comunione delle diverse e molteplici novità. Ogni luce dello Spirito si aggiunge all’altra luce dello Spirito. Quando questo avviene, la Chiesa manifesta tutta la sua bellezza dinanzi ad ogni uomo. Diviene vera luce delle Genti.

Ma lo scriba divenuto discepolo del regno non è solo condotto dallo Spirito a tutta la verità. Lui è anche collegato essenzialmente, realmente, sostanzialmente con il cuore di Cristo, attraverso il Battesimo che lo fa suo vero corpo. Essendo il cuore di Cristo pieno di tutto l’amore del Padre, da questo cuore il discepolo deve attingere sempre amore nuovo. La storia della Chiesa ci attesta che mai i santi del dopo hanno vissuto l’amore sul modello dei santi di prima. Il loro sarebbe stato un amore vecchio. Un amore non proveniente dal cuore di Cristo. Questo cuore è come un fiume che scorre: l’acqua è sempre nuova, non è mai la stessa. L’amore di Cristo è una “rapida” che non consente alcuna stagnazione. L’acqua non è mai la stessa, neanche per minuto secondo. Ieri nuova, oggi nuova, domani nuova. Essendo il discepolo uno che sempre attinge acqua dal cuore di Cristo, il suo amore di ieri è già vecchio. Non è più attingibile in Cristo. Acqua nuova, amore nuovo. È anche questo il motivo per cui non si può amare alla maniera di ieri, alla maniera degli altri. Sarebbe amare con acqua vecchia, amore vecchio, decisioni vecchie, prestazioni desuete. È per costituzione ontologica in Cristo e nello Santo che il discepolo del regno dei cieli è obbligato a estrarre cose nuove dal cuore di Gesù. Se il suo amore è nuovo e si deve amare con il suo amore, ma si potrà amare di amore vecchio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci nuovo nell’amore di Cristo Gesù.