ESSA PERÒ NON PENSA COSÌ

 MERCOLEDÌ 15 LUGLIO (Is 10,5-7.13-16)

È ,questa, vera questione di teologia storica. Quando il Signore chiama un popolo per punire un altro popolo, il popolo chiamato deve limitarsi a rimanere nella più pura obbedienza al Signore che lo ha chiamato. Come? Non commettendo alcuna cosa ingiusta, al di là dell’atto di guerra. Babilonia è stata chiamata dal Signore e mandata a punire alcuni popoli. Questa verità è così narrata nel profeta Geremia: “Il Signore ha formato la terra con la sua potenza, ha fissato il mondo con la sua sapienza, con la sua intelligenza ha dispiegato i cieli. Al rombo della sua voce rumoreggiano le acque nel cielo. Fa salire le nubi dall’estremità della terra, produce le folgori per la pioggia, dalle sue riserve libera il vento. Resta inebetito ogni uomo, senza comprendere; resta confuso ogni orafo per i suoi idoli, poiché è menzogna ciò che ha fuso e non ha soffio vitale. Sono oggetti inutili, opere ridicole; al tempo del loro castigo periranno. Non è così l’eredità di Giacobbe, perché egli ha formato ogni cosa. Israele è la tribù della sua eredità, Signore degli eserciti è il suo nome.

«Un martello sei stata per me, uno strumento di guerra; con te martellavo le nazioni, con te annientavo i regni, con te martellavo cavallo e cavaliere, con te martellavo carro e cocchiere, con te martellavo uomo e donna, con te martellavo vecchio e ragazzo, con te martellavo giovane e fanciulla, con te martellavo pastore e gregge, con te martellavo l’aratore e il suo paio di buoi, con te martellavo prìncipi e governatori. Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo del Signore. Eccomi a te, monte della distruzione, che distruggi tutta la terra.  Oracolo del Signore. Stenderò la mano contro di te, ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata; da te non si prenderà più né pietra d’angolo né pietra da fondamenta, perché diventerai un luogo desolato per sempre». Oracolo del Signore. Alzate un vessillo nel paese, suonate il corno fra le nazioni, convocandole per la guerra contro di lei;  reclutate contro di lei i regni di Araràt, di Minnì e di Aschenàz. Nominate contro di lei un comandante, fate avanzare i cavalli come cavallette spinose” (Ger 51,12-27). Quando si commettono ingiustizie, allora si è responsabili dinanzi al Signore. A nessuno è concesso di infrangere le leggi del diritto e della giustizia. Babilonia non ha rispettato la giustizia, subirà la pena dovuta agli ingiusti. La superbia si è impossessata di essa e non si è vista bastone nelle mani del Signore. Il bastone è il Signore che lo deve usare. La mano è del Signore. La volontà è del Signore. La misura è del Signore. La misura del Signore è la perfetta giustizia.

Così dice il Signore: Oh! Assiria, verga del mio furore, bastone del mio sdegno! Contro una nazione empia io la mando e la dirigo contro un popolo con cui sono in collera, perché lo saccheggi, lo depredi e lo calpesti come fango di strada. Essa però non pensa così e così non giudica il suo cuore, ma vuole distruggere e annientare non poche nazioni. Poiché ha detto: «Con la forza della mia mano ho agito e con la mia sapienza, perché sono intelligente; ho rimosso i confini dei popoli e ho saccheggiato i loro tesori, ho abbattuto come un eroe coloro che sedevano sul trono. La mia mano ha scovato, come in un nido, la ricchezza dei popoli. Come si raccolgono le uova abbandonate, così ho raccolto tutta la terra. Non vi fu battito d’ala, e neppure becco aperto o pigolìo». Può forse vantarsi la scure contro chi se ne serve per tagliare o la sega insuperbirsi contro chi la maneggia? Come se un bastone volesse brandire chi lo impugna e una verga sollevare ciò che non è di legno! Perciò il Signore, Dio degli eserciti, manderà una peste contro le sue più valide milizie; sotto ciò che è sua gloria arderà un incendio come incendio di fuoco.

Questa legge vale per ogni uomo. Nessuno deve oltrepassare i limiti della giustizia, della verità, dell’onestà, della santità. Anche nelle parole questi limiti vanno rispettati. Tutto ciò che va oltre la legge della giustizia e della verità ci rende responsabili dinanzi a Dio. A Lui si dovrà rendere conto anche di ogni parola vana che è uscita dalla nostra bocca. Ma oggi, avendo noi abolito ogni regola della giustizia secondo Dio, ci siamo date le nostre leggi senza alcuna vera giustizia. Infatti abbiamo privato Dio del suo giudizio sia nella storia che nell’eternità. Dio per noi ormai è meno che il re travicello.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che il cristiano doni a Dio tutta la sua verità.