vangelo del giorno

Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!

Nm 13,1-2.25-14,1.26-30.34-35; Sal 105; Mt 15,21-28
7 AGOSTO

Nel Nuovo Testamento non solo si trovano le richieste di grazie, spesso anche le motivazioni per cui la grazia va fatta. Sono motivi che trovano nella carità e nell’amore il loro fondamento. Se un uomo ama il popolo dei Giudei, si può negare una grazia? Se una donna ha fatto tanto bene, la si può lasciare nella morte? All’amore si risponde con l’amore e alla carità con la carità. Alla misericordia nessuno potrà mai resistere.

Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga» (Lc 7,1-5).

A Giaffa c’era una discepola chiamata Tabità – nome che significa Gazzella – la quale abbondava in opere buone e faceva molte elemosine. Proprio in quei giorni ella si ammalò e morì. La lavarono e la posero in una stanza al piano superiore. E, poiché Lidda era vicina a Giaffa, i discepoli, udito che Pietro si trovava là, gli mandarono due uomini a invitarlo: «Non indugiare, vieni da noi!». Pietro allora si alzò e andò con loro. Appena arrivato, lo condussero al piano superiore e gli si fecero incontro tutte le vedove in pianto, che gli mostravano le tuniche e i mantelli che Gazzella confezionava quando era fra loro. Pietro fece uscire tutti e si inginocchiò a pregare; poi, rivolto al corpo, disse: «Tabità, àlzati!». Ed ella aprì gli occhi, vide Pietro e si mise a sedere. Egli le diede la mano e la fece alzare, poi chiamò i fedeli e le vedove e la presentò loro viva (At 9,36-41).

Una donna chiede una grazia a Gesù. Lui però non l’ascolta. Non le rivolge neppure una parola. Lei continua a gridare. Si accostano a Gesù i discepoli e lo pregano di esaudirla. Ma qual è il motivo dell’esaudimento? “Perché ci viene dietro gridando”! Non è una motivazione di carità, misericordia, pietà, compassione. È invece di desiderio di pace e di silenzio per se stessi. Di non disturbo, frastuono, schiamazzo. È una motivazione di egoismo e non di carità. Se vogliono dare a Dio le motivazioni, esse devono scaturire dalla grande carità o per il Signore o per l’uomo che chiede la grazia. Abramo chiede a Dio di risparmiare Sodoma. Per quale motivo? Perché Lui non venga visto dal mondo come giudice ingiusto, colpendo giusti e iniqui. Così Mosè chiede il perdono perché il Signore venga creduto come vero Dio onnipotente su ogni cosa e non in parte. Se il popolo non fosse giunto nella Terra Promessa, il suo nome avrebbe subito un grave danno. La donna strappa la grazia a Cristo che gliela nega. Con quale motivazione? Con una di diritto. Lei è stata paragonata da Gesù ad un cagnolino. Ebbene, i cagnolini hanno diritto di mangiare le briciole che cadono dalla mensa del padrone. Facendo il miracolo Gesù non avrebbe trasgredito nessun comandamento del Padre. Avrebbe vissuto la legge che si vive in ogni casa di questo mondo e di conseguenza anche nella casa di Dio. Donna sapiente come Abramo, come Mosè.

Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.

Chi prega deve pregare con il cuore, con la mente, con le mani. Il cuore pieno dell’amore del Padre, la mente colma della saggezza dello Spirito Santo, le mani ricche della stessa misericordia di Gesù Signore. La nostra deve essere preghiera trinitaria.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che cuore, mente, mani sono piene del nostro Dio.