ENTRANDO AL SUO SERVIZIO

SABATO 13 GIUGNO (1Re 19,19-21)

Nell’Antico Testamento sono pochi gli uomini che chiamano altri uomini per essere associati al ministero profetico o per condividere la stessa missione. Il primo uomo chiamato dall’uomo per comando del Signore è Aronne, fratello di Mosè: “Mosè disse al Signore: «Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri né ieri l’altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua». Il Signore replicò: «Chi ha dato una bocca all’uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? Ora va’! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire». Mosè disse: «Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!». Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: «Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene. Anzi, sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio. Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni»” (Es 4,10-17).

A Geremia il Signore ha associato Baruc: “Geremia chiamò Baruc, figlio di Neria, e Baruc scrisse su un rotolo, sotto dettatura di Geremia, tutte le cose che il Signore aveva detto a quest’ultimo. Quindi Geremia ordinò a Baruc: «Io sono impedito e non posso andare nel tempio del Signore. Andrai dunque tu nel tempio del Signore in un giorno di digiuno a leggere nel rotolo, che hai scritto sotto la mia dettatura, le parole del Signore; le leggerai al popolo e a tutti quelli di Giuda che sono venuti dalle loro città. Forse si umilieranno con suppliche dinanzi al Signore e ciascuno abbandonerà la sua condotta perversa, perché grande è l’ira e il furore che il Signore ha manifestato verso questo popolo». Baruc, figlio di Neria, fece quanto gli aveva comandato il profeta Geremia, e lesse dal rotolo le parole del Signore nel tempio del Signore” (Ger 36,1-8). La comunione nella missione profetica infonde forza, coraggio, irrobustisce la volontà. È vero sostegno. La comunione si può vivere se vi è lo Spirito di obbedienza, di umiltà, di sottomissione, di servizio. Si è servi di Dio servendo il profeta.

In quei giorni, Elia, [disceso dal monte di Dio, l’Oreb] trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio.

Eliseo lascia il suo lavoro, la sua casa, i suoi campi e si mette a servizio di Elia. Si serve Dio, servendo il profeta di Dio. Il Signore dona la Parola ad Elia. Elia dona la Parola ad Eliseo. Se manca l’umiltà, si cade nel peccato commesso da Maria ed Aronne: “Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etiope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etiope. Dissero: «Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?». Il Signore udì. Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra. Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: «Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno». Uscirono tutti e tre. Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti. Il Signore disse: “«Ascoltate le mie parole! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. Non così per il mio servo Mosè: egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l’immagine del Signore. Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?» (Num 12,1-8). La sottomissione è vero dono dello Spirito Santo. Chi è nello Spirito del Signore si sottomette. Chi cade nel peccato della superbia, si inorgoglisce e si consegna alla ribellione. Dalla ribellione e finché essa perdura, non si è più strumenti utili a Dio. Urge con immediatezza tornare nell’umiltà.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci miti e umili di cuore come il Signore Gesù.