Elisabetta fu colmata di Spirito Santo – Benedetta tu fra le donne

10 Maggio
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo

Narrano gli Atti degli Apostoli che la parola di Pietro, che annunzia e svela il mistero di Cristo Gesù, è veicolo dello Spirito di conversione e di desiderio di salvezza. Questa verità è testimoniata sia il giorno della Pentecoste che il giorno in cui Pietro è nella casa di Cornelio, il centurione di Roma in Cesarea. Pietro parla, illumina i pagani su Cristo, discende lo Spirito Santo. Tutti quelli che sono nella casa ricevono questo dono celeste. Pietro ne è testimone.

Allora Pietro con gli Undici si alzò in piedi e a voce alta parlò a loro così: «Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti di Gerusalemme, vi sia noto questo e fate attenzione alle mie parole. Questi uomini non sono ubriachi, come voi supponete: sono infatti le nove del mattino; accade invece quello che fu detto per mezzo del profeta Gioele: Avverrà: negli ultimi giorni – dice Dio – su tutti effonderò il mio Spirito; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno sogni. E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno. E avverrà: chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.

Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato dunque alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire. Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso». All’udire queste cose si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?». E Pietro disse loro: «Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e riceverete il dono dello Spirito Santo. Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole rendeva testimonianza e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa!». Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa tremila persone (Cfr. At 2,1-47).

Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: «Chi può impedire che siano battezzati nell’acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?». E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Quindi lo pregarono di fermarsi alcuni giorni (At 10,44-48).

In Maria non è la Parola che veicola lo Spirito Santo, è il suo fiato: “Elisabetta fu colmata di Spirito Santo”. Questa verità ci rivela quanta grandezza e quanta potenza di Spirito vi è nel cuore di Maria. Pietro è pieno di Spirito Santo, ma ancora e forse mai sarà pieno come è piena la Madre di Dio. Maria è di una pienezza quasi infinita, senza alcun limite, perché in Lei non vi è l’ostacolo del peccato, che restringe in modo indicibile e impensabile la nostra capacità di poter albergare in noi lo Spirito del Signore. Questa verità ce ne manifesta una seconda: la differenza tra santo e santo e tra discepolo e discepolo sta nella purezza della sua anima, del suo corpo, del suo spirito. Più si è senza peccato e più potente e vitale è l’opera dello Spirito in noi.

Se Maria è come impastata di grazia, impastata di Dio, impastata di Spirito Santo, è anche comprensibile che il suo alito sia alito che porta e veicola lo Spirito Santo, sia vero alito dello Spirito del Signore. Elisabetta percepisce il suono della sua voce e il suo cuore sussulta, il bambino sussulta, la sua anima e i suoi pensieri sussultano. Vi è in lei un vero cambiamento. Lo Spirito del Signore la ricolma di sé. È come se lei fosse divenuta un’altra persona. Ciò che era prima ora non lo è più. Lo Spirito tutto ha modificato di lei. Questo deve creare nel nostro cuore una ferma, convinta, solida e fondata convinzione: se ricevendo l’Eucaristia, o un altro Sacramento, il nostro cuore non cambia, non sussulta è segno che li riceviamo vanamente.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, colmateci di Spirito Santo.

Benedetta tu fra le donne

Lo Spirito del Signore sa chi è Maria. È la Madre del Messia di Dio. Lo Spirito lo rivela a Elisabetta, le fa sentire nel cuore la verità della Donna che le sta dinanzi e lei lo dice: “Ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne”.

Nella Scrittura Antica solo due persone sono state proclamate benedette fra le donne: Giaele e Giuditta. Sono tutte e due uccisori dei nemici del popolo del Signore. Giaele ha conficcato un piolo nella testa di Sisara e Giuditta ha tagliato con la spada la testa di Oloferne.

Intanto Sìsara era fuggito a piedi verso la tenda di Giaele, moglie di Cheber il Kenita, perché vi era pace fra Iabin, re di Asor, e la casa di Cheber il Kenita. Giaele uscì incontro a Sìsara e gli disse: «Férmati, mio signore, férmati da me: non temere». Egli entrò da lei nella sua tenda ed ella lo nascose con una coperta. Egli le disse: «Dammi da bere un po’ d’acqua, perché ho sete». Ella aprì l’otre del latte, gli diede da bere e poi lo ricoprì. Egli le disse: «Sta’ all’ingresso della tenda; se viene qualcuno a interrogarti dicendo: “C’è qui un uomo?”, dirai: “Nessuno”». Allora Giaele, moglie di Cheber, prese un picchetto della tenda, impugnò il martello, venne pian piano accanto a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo penetrare in terra. Egli era profondamente addormentato e sfinito; così morì. Ed ecco sopraggiungere Barak, che inseguiva Sìsara; Giaele gli uscì incontro e gli disse: «Vieni e ti mostrerò l’uomo che cerchi». Egli entrò da lei ed ecco Sìsara era steso morto, con il picchetto nella tempia (Gdc 4m17-22).

Sia benedetta fra le donne Giaele, la moglie di Cheber il Kenita, benedetta fra le donne della tenda! Acqua egli chiese, latte ella diede, in una coppa da prìncipi offrì panna. Una mano ella stese al picchetto e la destra a un martello da fabbri, e colpì Sìsara, lo percosse alla testa, ne fracassò, ne trapassò la tempia. Ai piedi di lei si contorse, cadde, giacque; ai piedi di lei si contorse, cadde; dove si contorse, là cadde finito. Dietro la finestra si affaccia e si lamenta la madre di Sìsara, dietro le grate: “Perché il suo carro tarda ad arrivare? Perché così a rilento procedono i suoi carri?”. Le più sagge tra le sue principesse rispondono, e anche lei torna a dire a se stessa: “Certo han trovato bottino, stan facendo le parti: una fanciulla, due fanciulle per ogni uomo; un bottino di vesti variopinte per Sìsara, un bottino di vesti variopinte a ricamo; una veste variopinta a due ricami è il bottino per il mio collo” (Gdc 5,24-20).

Tutto il popolo si stupì profondamente e tutti si chinarono ad adorare Dio, esclamando in coro: «Benedetto sei tu, nostro Dio, che hai annientato in questo giorno i nemici del tuo popolo». Ozia a sua volta le disse: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra, e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. Davvero il coraggio che ti ha sostenuto non sarà dimenticato dagli uomini, che ricorderanno per sempre la potenza di Dio. Dio compia per te queste cose a tua perenne esaltazione, ricolmandoti di beni, in riconoscimento della prontezza con cui hai esposto la vita di fronte all’umiliazione della nostra stirpe, e ti sei opposta alla nostra rovina, comportandoti rettamente davanti al nostro Dio». E tutto il popolo esclamò: «Amen! Amen!» (Gdt 13, 17-20).

La Vergine Maria nulla ha detto di sé ad Elisabetta. Ad Elisabetta parla nel cuore lo Spirito Santo, le parla per visione, ispirazione, manifestazione. Le parla mettendo le sue parole sulla sua bocca. In questo momento Elisabetta è vera profetessa dello Spirito di Dio e può cantare il mistero di cui è avvolta la Vergine Maria. Questa verità deve convincere ogni discepolo di Gesù che lui è conosciuto nel suo mistero se lui porta lo Spirito e lo versa su ogni cuore. Lui dona lo Spirito all’uomo, l’uomo nello Spirito vede il suo mistero e lo canta. Questo vale anche per la Chiesa. Essa non deve fare opera apologetica o dogmatica in suo favore. Deve invece ricolmare il mondo di Spirito Santo. Essa sempre sarà conosciuta da quelle persone alle quali ha dato lo Spirito del Signore. Lei può essere conosciuta solo per mezzo dello Spirito.

Elisabetta acclama e loda, proclama e profetizza che la vera beata fra le donne è la Vergine Maria. Lei è beata perché la sua missione è quella di schiacciare la testa al nemico dell’uomo e di Dio che è Satana, il principe di questo mondo. Lei la schiaccia donando al mondo Cristo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri portatori dello Spirito di Dio.