EGLI VIVRÀ, NON MORIRÀ

VENERDÌ 6 MARZO (Ez 18,21-28)

L’invito alla conversione, alla fedeltà alla Legge dell’Alleanza, è essenza della predicazione dei profeti. Sempre il Signore manda i suoi messaggeri per chiedere al suo popolo che ritorni a Lui con tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze. Nel ritorno c’è il perdono. Nella fedeltà Dio effonde sul popolo ogni benedizione: «Perché mi offrite i vostri sacrifici senza numero? – dice il Signore. Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di pingui vitelli. Il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo: che veniate a calpestare i miei atri? Smettete di presentare offerte inutili; l’incenso per me è un abominio, i noviluni, i sabati e le assemblee sacre: non posso sopportare delitto e solennità. Io detesto i vostri noviluni e le vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io non ascolterei: le vostre mani grondano sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.

Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato» (Is 1,11-20). Non si conosce misericordia più grande di questa. L’uomo offende il suo Creatore e Signore, il suo Liberatore e Redentore, la sua Luce e la sua Vita, e il suo Signore è sempre pronto al grande perdono con infinita misericordia. La condizione è solo una: il ritorno nell’obbedienza alla Legge. La fedeltà all’alleanza stipulata. Dio sempre promette di essere vita per quanti vogliono ritornare ad abitare nella sua Parola. Al tempo del profeta Ezechiele questa rivelazione viene contestata. I figli del suo popolo non riescono ad entrare nel mistero della sua verità, della sua giustizia, della sua misericordia. Il peccatore andava considerato sempre peccatore, il giusto sempre giusto. Invece il Signore rivela loro che è giusto chi è nella sua Legge. È ingiusto chi è fuori dalla Legge, chi la trasgredisce, chi la viola, chi è disobbediente ad essa. Dalla giustizia per disobbedienza si passa nell’ingiustizia. Dall’ingiustizia per conversione si passa nella giustizia. Si rimane nella giustizia se si rimane nell’obbedienza alla legge.

Così dice il Signore Dio: «Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà. Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

È l’obbedienza che fa giusto l’uomo. La giustizia di ieri non lo salva, se diviene disobbediente e trasgredisce i Comandamenti. L’ingiustizia di ieri non conduce nella morte, se oggi ci si converte e si diviene fedeli al Signore nostro Dio. Chi vuole essere giusto deve impegnarsi a rimanere fedele alla Parola del Signore. Nell’infedeltà si è ingiusti. Non c’è salvezza dall’ingiustizia. Non si è santi oggi perché ieri si era santi. Neanche si è peccatori oggi perché ieri si era peccatori. La santità è vivere nella Parola. Il peccato è uscire da essa. Oggi per molti il peccato non esiste più, perché per essi la Parola non esiste. Ma il peccato regna nel mondo e ci consuma nella morte.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fate che ci convertiamo al Signore nella grande fedeltà.