Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco

Ogni uomo è obbligato a conoscere se stesso secondo verità piena. Dalla conoscenza di sé potrà conoscere ogni altro. Se questa conoscenza manca o è assente o parziale o lacunosa o addirittura falsa, anche falsa, lacunosa, parziale, assente sarà la conoscenza degli altri, non solo degli uomini, ma anche di Dio e dell’intera creazione. Una persona che si dice provenire per evoluzione dalla scimmia, manca di qualsiasi conoscenza soprannaturale, trascendente, necessariamente mancherà di qualsiasi conoscenza morale. Gli mancherà anche la verità della sua origine e del suo fine eterno. Chi viene dalla scimmia, è solo corpo, non possiede un’anima spirituale da condurre alla vita eterna. Non è neanche sotto il regime del peccato. Tutto è ridotto a vita naturale. Manca di qualsiasi speranza e anche di ogni redenzione da parte del suo Dio, Creatore, Signore, Salvatore. È scimmia tra le scimmie, anche se più evoluta della madre che lo ha generato. Tutti i mali di questo mondo sono il frutto di una conoscenza errata o non conoscenza che l’uomo ha di sé. Questa conoscenza vera urge. È più che necessaria.

Anche tutti i mali che sono nella religione cristiana sono il frutto della non conoscenza di Cristo, secondo verità, e della sua volontà a noi annunziata, nello Spirito Santo. Dalla non conoscenza, dalla non accoglienza, dal rifiuto di obbedienza a Gesù Signore, nascono tutte le molteplici divisioni, separazioni, confusioni. La non conoscenza è vero caos di morte spirituale. Quale conoscenza è necessaria oggi al cristiano? Quella di Cristo Gesù, nella quale è la conoscenza del Padre e dello Spirito Santo, ma anche dell’uomo e di ogni altro essere esistente nell’universo. Tutto è dalla conoscenza di Cristo, della sua verità, della sua Parola, della sua rivelazione, della sua volontà che deve essere trasformata in obbedienza. Oggi il problema della Chiesa non è l’uomo, ma è Cristo. Dipingendosi ognuno il suo Cristo, ogni Cristo dipinto dall’uomo sempre sarà diverso dal Cristo di Dio. Volendo ognuno adorare il Cristo che lui si è fatto, mai riconoscerà il Cristo di Dio come il vero unico Cristo. Se invece tutti adoriamo il Cristo di Dio, nessuno si deve convertire al Cristo dell’altro, ma tutti al Cristo di Dio.

Nella Chiesa, lo Spirito Santo è il perenne creatore della verità di ogni fedele in Cristo. Anche questa verità creata quotidianamente dallo Spirito Santo va confessata, accolta. Ad ogni verità dello Spirito va data obbedienza piena. La verità del battezzato non è quella del cresimato. La verità del diacono non è la verità del presbitero. La verità del presbitero non è la verità del vescovo. La verità del papa per mandato di Cristo Gesù – non per sacramento – non è la verità del vescovo. La verità di chi vive in grazia non è la verità di chi muore nel peccato. Così anche la verità della persona sposata e sostanzialmente differente dalla verità della persona che ancora non ha contratto matrimonio. Così dicasi per ogni carisma e ministero dati dallo Spirito di Dio ad ogni singola persona. Il carisma, il ministero, la responsabilità ci costituisce di verità differente. Tutte queste verità vanno conosciute, altrimenti il corpo di Cristo entra nella confusione, nel disordine spirituale, nel caos morale. Il credente in Cristo non solo cammina di fede in fede, procede anche di verità in verità. Si conosce la verità, si obbedisce alla verità.

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. Ma il tetrarca Erode, rimproverato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le malvagità che aveva commesso, aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,15-22).

Giovanni il Battista conosce se stesso. Lui non è né il profeta né Elia né il Cristo di Dio. Lui è solo voce di uno che grida nel deserto un invito alla conversione, al battesimo per il perdono dei peccati. Lui si conosce nello Spirito Santo. È lo Spirito che lo ha costituito profeta del Dio vivente. Nello Spirito, per rivelazione, sa che il Messia è in mezzo al suo popolo. Per parola rivelata sa che Lui battezzerà in spirito santo e fuoco. Sempre per manifestazione da parte dello Spirito Santo che l’origine del Messia è dall’eternità. Il Cristo di Dio non è solamente un uomo, è lo stesso Dio venuto nella carne. Gesù è talmente alto dinanzi a lui, da non sentirsi neanche degno di sciogliere il legaccio del sandalo. Così risulta evidente che se non siamo nello Spirito Santo non possiamo conoscerci. Se non possiamo conoscere noi stessi, mai possiamo conoscere gli altri. Se lo Spirito non è in noi per noi, neanche potrà essere in noi per gli altri. Prima deve essere in noi per noi, poi potrà essere in noi per gli altri. Prima va invocato perché sia in noi per noi. Poi va invitato perché sia in noi per gli altri. Nessuno pensi di possedere lo Spirito in lui per gli altri,  se lo Spirito non è in lui per lui. Non è in lui se lui non si conosce.

Madre di Dio, Angeli, Santi colmateci di Spirito Santo per noi perché sia anche per gli altri.