Egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato

Quando si va da Gesù e si confessa che Lui è vero Maestro di bontà, perché è Maestro buono, cioè Maestro che non solo vive di bontà, di sola bontà, perché incapace di conoscere la cattiveria, la falsità, la menzogna, l’errore, ma anche che Lui la sola bontà sa indicare agli uomini come via della vita, e poi, quando Lui questa via indica perché la si segua, si ci fa scuri in volto e ci si allontana rattristati, allora si è stolti, insipienti, privi di ogni intelligenza. Si chiede la via della bontà, questa via viene indicata, non la si segue. Perché? Cosa impedisce di andare fino in fondo? Cosa trattiene dall’immettersi nella via indicata come la sola via buona per noi?

Impedisce di seguire la sola via di bene indicata la carenza o mancanza o assenza nel cuore della vera fede. Quest’uomo ha una fede non approfondita, non maturata, ricevuta, ma non trasformata in fede personale. Lui sa che per raggiungere la vita eterna occorre fare qualcosa. È questa la sola sua fede: non perdere la vita eterna. Vuole essere certo di poterla raggiungere e lo chiede a Gesù. Quando riceve la risposta che la via della vita sono i comandamenti, questo a lui basta. Non è andato da Gesù per chiedere altro. È Gesù che gli chiede altro. Questa richiesta lo mette in crisi, addirittura lo rattrista, lo fa divenire scuro in volto.

Gesù sempre mette in cristi la fede di quest’uomo. È come se avesse provocato un terremoto all’interno di essa. Si è meschini, egoisti se si lavora solo per la propria vita eterna. Gesù chiede a quest’uomo di andare oltre questo egoismo e questa meschinità spirituale. L’amore vero è quando si vuole includere, mai escludere, qualcuno nel bene nel quale noi viviamo, verso il quale noi camminiamo. Quest’uomo possiede un amore che è solo egoismo. Egli pensa solo al suo bene. Dal suo bene esclude gli altri. È incapace di fare il bene ai poveri di questo mondo vendendo le sue ricchezze e distribuendole ai bisognosi. È incapace di dare la vita a Cristo, perché attraverso di essa vengano trascinati nella vita eterna molti altri uomini.

Finché la fede è prigioniera, schiava dell’egoismo, mai potrà dirsi vera fede. È una fede incapace di dare un vero cambiamento alla nostra vita. Il ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli, non perché sia ricco. Non entrerà perché vive di cattiva fede, di fede egoistica, di fede non secondo la verità della fede. La sua è una fede falsa e chi fonda la sua vita sulla falsità della fede, sempre si chiuderà alla verità cui lo obbliga la fede pura, santa, autentica in Cristo Signore. Questa verità è per ogni uomo. Anche il povero potrebbe chiudersi in una fede falsa e in verità sono molti coloro che vivono di fede non pura, non perfetta, non vera, ereticale, parziale, assai lacunosa. Ogni discepolo di Gesù deve purificare quotidianamente la sua fede, deve aiutare ogni uomo a dare verità alla fede con la quale vive.

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni (Mc 10,13-22).

Ogni discepolo di Gesù deve manifestare al mondo intero non la carità, non la misericordia, non la compassione, ma la carità, la misericordia, la compassione che scaturiscono dalla verità della sua fede. Nulla è più falso della misericordia, della compassione, della carità che nascono dalla falsità della fede, dall’ignoranza della Parola di Gesù Signore. Il Signore quando costituì il suo popolo diede ad esso la verità della giustizia e della carità attraverso i diedi comandamenti. Gesù quando costituì il suo nuovo popolo diede ad esso la verità della sua giustizia e della sua carità nel Discorso della Montagna. Lui diede la legge della carità, della giustizia, della verità .A quest’uomo, che gli chiede cosa fare per ereditare la vita eterna, Gesù dona la legge della verità della vita, della carità che lo deve animare. Deve lasciare ogni cosa. Vendere tutto. Dare il ricavato ai poveri. Venire e seguire Gesù. Consacrare la sua vita perché altri possano conoscere la via della verità, della giustizia, della carità che conduce in Paradiso. Predicare una misericordia senza la legge della verità della misericordia, è lavorare vanamente, inutilmente.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni egoismo e falsità.