Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni
La parola rivela il cuore. In questo brano del Vangelo vi sono due cuori: il cuore di Cristo e il cuore del fariseo. Il cuore di Cristo è ricco di pietà, compassione, misericordia, desiderio di bene. Vede gli uomini che sono come pecore senza pastore e chiede ai discepoli di pregare il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. La compassione per l’uomo inizia dalla preghiera. È Dio che deve operare tutto in tutti. È a Dio che ogni cosa va chiesta. Se però il cuore non è ricco di compassione e di pietà verso l’uomo, mai alzerà gli occhi al Cielo, per chiedere un aiuto concreto al Solo che può intervenire efficacemente nella nostra storia. La preghiera è sempre frutto della carità. Più cresce la carità nel cuore e più si chiede aiuto al Signore. Un cuore, che è solo puro egoismo, chiuso in se stesso, mai si rivolgerà al Signore per intercedere per gli altri. Saprà solo curare i suoi interessi e annegarsi nei suoi affanni.
A Gesù viene presentato un muto indemoniato. La sua carità lo spinge perché guarisca quest’uomo che è preda di Satana, suo prigioniero. Dinanzi a Lui vi è un altro cuore, quello del fariseo, cuore pieno di putridume e iniquità, cuore colmo di ogni proposito di male: “impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza” (mc 7,21-22). Questo cuore ha un solo desiderio: distruggere Cristo Gesù nel suo mistero di luce, compassione, verità, sapienza, saggezza, vita eterna, misericordia. Questo cuore non vede la condizione miserevole del muto indemoniato. Vede Gesù Signore che è venuto a fare la differenza con il suo regno di malizia e perversità e per questo decide di fargli il più grande male. Il fariseo aveva già deciso di togliere di mezzo Gesù. Dovendo attuare questa sua decisione, trasforma ogni opera di Gesù in qualcosa che viene in Lui dal diavolo.
Il fariseo ama le tenebre. La luce di Gesù rivela che lui è nelle tenebre. Cosa fare per rimanere indisturbato nelle tenebre? Deve ad ogni costo distruggere la luce. Prima distrugge Gesù nella sua missione, dichiarandola missione satanica e non divina. Alla fine, non potendo resistere alla luce che emanava dal volto e dalla parola di Gesù, decide di toglierlo di mezzo anche fisicamente. Gesù va ucciso. Se Lui continua a predicare, insegnare, operare, nessuno più seguirà le mie tenebre. Questo è il pensiero perverso del fariseo, che è frutto del suo cuore impuro e pieno di ogni cattiveria. Quando il cuore passa dalla semplice parola di pettegolezzo e di bisbiglio, al giudizio, alla calunnia, alla falsa testimonianza, allora esso attesta che è malvagio, cattivo, impuro. Dal cuore impuro viene fuori ogni cattiveria contro il fratello. Quando il cuore è impuro ed ha deciso la distruzione di un uomo, allora sempre muore l’oggettività, si passa alla creazione e invenzione di ogni falsità, menzogna, calunnia, falsa attestazione.
Usciti costoro, gli presentarono un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» (Mt 9,32-38).
Il cuore è sempre impuro quando cambia la realtà oggettiva. Se la realtà oggettiva è luce di salvezza e di redenzione e viene trasformata in tenebre di perdizione, allora si corre il rischio di peccare contro lo Spirito Santo. Finché si resta nel soggettivo, nell’incomprensione, in una cattiva o pessima interpretazione, ci si può sempre scusare dinanzi a Dio e al fratello. Quando poi si passa a trasformare la realtà oggettiva in calunnia, falsa testimonianza, stravolgimento della storia, allora le scuse non servono più, urge la riparazione, altrimenti non si può entrare nella giustizia secondo Dio. Questo significa che di deve andare da ogni persona, alla quale è stata detta una calunnia, un giudizio temerario, una falsa testimonianza su un qualsiasi uomo o donna, è attestare che quanto precedentemente detto era solo cattiveria del suo cuore. Ogni peccato grave contro l’ottavo comandamento va necessariamente riparato.
Il fariseo, se vuole essere perdonato da Dio, deve dire ad ogni persona presso la quale ha screditato Gesù, che quanto da lui detto era solo per invidia e per volontà di fargli del male. Se poi ha parlato pubblicamente sulla piazza, sulla piazza, pubblicamente deve gridare che la sua è stata cattiveria del cuore. Non si entra nella giustizia presso Dio, se il fratello rimane nell’ingiustizia presso l’uomo per nostra grave colpa. Noi rientriamo nella giustizia presso Dio quando per noi il fratello rientra nella giustizia presso ogni altro uomo. Il rientro nella nostra giustizia attraverso il perdono avviene attraverso il rientro nella giustizia della persona da noi gravissimamente offesa nella sua verità storica. È obbligo per chi ha leso il diritto dell’altro alla propria verità che questo diritto gli venga riparato. Senza riparazione, il nostro peccato rimane. Per ogni calunnia detta e per ogni falsa testimonianza non c’è prescrizione dinanzi a Dio, mai.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi liberateci da ogni calunnia e falsità.