vangelo del giorno

Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno

23 SETTEMBRE (Lc 9,18-22)

Quando Gesù Signore si presentò nella sinagoga di Nazaret e proclamò il compimento della profezia di Isaia, Lui non fece alcun abbinamento con l’altra profezia, sempre di Isaia sul servo sofferente. In questo testo si parla solo di grandi opere compiute dal Messia del Signore, dal Virgulto che sorgerà dalla radice di Iesse.

Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,16-21).

Dopo la confessione di Pietro, subito Gesù abbina i grandi testi del profeta. Nei Canti del Servo del Signore la sofferenza ha un posto di rilievo. Il Messia è il Servo Sofferente perché assume su di sé tutti i peccati del suo popolo e di ogni uomo e li espia in vece loro al loro posto. È lo stesso Isaia che unisce le sue profezie.

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? (Is 50,4-9).

Perché Gesù ordina severamente di non riferire ad alcuno la verità proclamata da Pietro? La motivazione è da trovare nel pensiero della gente. Tutti pensavano ad un Messia sul modello di Davide. Re potente, forte, glorioso, capace di stritolare i nemici, unificatore delle dodici tribù d’Israele. Questa immaginazione del Messia non si addice alla verità di Cristo, che è il Re Crocifisso dal suo popolo e dai Romani. Neanche i discepoli sanno ancora chi è il vero Messia di Dio. Come potranno essi aiutare il popolo a comprendere. Qui si rivela una stupenda metodologia di Gesù Signore. Il mondo, ogni uomo, non deve sapere chi è il Messia per spiegazione, interpretazioni delle profezie, dotte illuminazioni teologiche. Deve venire a conoscenza per visione. Quando lo vedrà inchiodato sulla croce, allora capirà. Cosa che realmente è avvenuta. Al centurione nessuno aveva spiegato chi era il Messia. Lo vide crocifisso, lo vide morire, confessò la sua verità: “Veramente quest’uomo è figlio di Dio, è il Figlio di Dio”.

Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo – disse – deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».

La verità di Gesù non è da una sola profezia. Non è neanche da tutte le profezie unite insieme. Essa è dalle profezie, dalla storia, dalla sua rivelazione, dalla verità che di volta in volta ci offre lo Spirito Santo. Profezie, storia, parole di Gesù, Spirito Santo, dovranno essere in eterno una cosa sola. Per questo gli apostoli devono fare silenzio. Il vero Cristo non è conosciuto. Quando lo Spirito Santo verrà, loro potranno parlare. Infatti lo Spirito Santo viene, si posa su di essi. Pietro esce dal Cenacolo e spiega al mondo intero chi è il Messia di Dio. Ora può farlo. Conosce le profezie, la parola di Cristo, ha visto la storia che si è compiuta, è pieno di Spirito Santo.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci parlare bene di Gesù.