Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse

Nell’Antico Testamento la vocazione profetica era opera esclusivamente del Signore. Era Lui che chiamava e inviava. Una sola volta un uomo chiama un altro uomo al ministero della profezia. È i l caso di Elia che chiama Eliseo, lo chiama però per comando del Signore.

Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: «Che cosa fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita». Il Signore gli disse: «Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. Se uno scamperà alla spada di Cazaèl, lo farà morire Ieu; se uno scamperà alla spada di Ieu, lo farà morire Eliseo. Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal e tutte le bocche che non l’hanno baciato». Partito di lì, Elia trovò Eliseo, figlio di Safat. Costui arava con dodici paia di buoi davanti a sé, mentre egli stesso guidava il dodicesimo. Elia, passandogli vicino, gli gettò addosso il suo mantello. Quello lasciò i buoi e corse dietro a Elia, dicendogli: «Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi ti seguirò». Elia disse: «Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te». Allontanatosi da lui, Eliseo prese un paio di buoi e li uccise; con la legna del giogo dei buoi fece cuocere la carne e la diede al popolo, perché la mangiasse. Quindi si alzò e seguì Elia, entrando al suo servizio (1Re 19,13-21).

Nel Nuovo Testamento i Vangeli Sinottici (Matteo, Marco, Luca) pongono al centro Gesù che chiama e costituisce per la continuazione del suo ministero di salvezza e di redenzione. L’Apostolo Giovanni pone invece l’uomo al centro di tutto. Cristo Gesù ratifica e anche chiama, ma non è solo Lui a chiamare, mentre è solo Lui a ratificare. Giovanni il Battista rende testimonianza a Cristo Gesù, presentando come “L’Agnello di Dio”. Dalla voce profetica, di rivelazione nasce la vocazione di Giovanni e di Andrea. Essi seguono Gesù. Gesù ratifica la loro vocazione. Andrea chiama Pietro e lo conduce a Cristo Signore. Cristo Signore ratifica la vocazione di Pietro, conferendogli un posto speciale, unico tra i Dodici.

Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro (Gv 1,35-42).

Nella Chiesa tutti possono chiamare, tutti condurre a Cristo, tutti suscitare una vocazione. Spetta però a Cristo, che vive nella Persona dei suoi Apostoli e Successori, che sono i Vescovi ratificare ogni vocazione e dichiararla conforme al disegno di Dio sulla sua Chiesa. Anche le vocazioni particolare vanno sottoposte alla ratifica dei Vescovi. Se il Vescovo non ratifica, la vocazione mai potrà dirsi ecclesiale. Se viene da Dio e si ha la certezza della sua origine divina, il chiamato sempre dovrà obbedire a Dio, dovrà farlo però nella grande umiltà, prudenza, saggezza, intelligenza. Dovrà imitare Cristo Gesù il quale non ricevette alcuna conferma da parte di quanti ai suoi tempi vigilavano sulla Parola del Signore.

Gesù è Dio. Riceve dal Padre la vocazione di Redentore e Salvatore dell’uomo. I suoi non solo non lo hanno ratificato nel suo mandato divino e celeste, lo hanno contrastato servendosi anche della calunnia e della falsa testimonianza. Gesù però mai ha smesso di essere il missionario del Padre. Ha manifestato all’uomo quanto è grande l’amore del Padre suo, ma anche quanto è luminosa la sua verità. Con quali risultati? Finì crocifisso con una ingiusta sentenza. Così Gesù ci insegna che la vocazione va sempre vissuta con amore, nell’amore, nella santa prudenza e saggezza, nel silenzio, ma anche nelle frustate, negli insulti, nelle percosse, sulla croce. Poi sarà compito del Padre accreditarci. Non è l’uomo che deve cercare l’accreditamento dell’uomo. All’uomo spetta l’obbligo di una purissima, ininterrotta obbedienza al suo Signore, nelle modalità di Cristo Gesù. Poi quando verrà il tempo dell’accreditamento, il Signore lo concederà, prima però si deve passare per l’insulto e per la croce. È stato così per tutti i veri profeti del passato, sarà così per quelli del presente e del futuro. La Croce è l’accreditamento dei veri profeti.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci veri profeti del Dio Vivente.