Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome»
24 GIUGNO (Lc 1,57-66.80)
Adamo è senza nome. Lui è semplicemente l’uomo. L’uomo – senza nome – dona il nome alla donna: “Allora l’uomo disse: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne dalla mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta». (Gen 2,22-23). L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi (Gen 3.20).
Mentre Eva viene chiamata sempre con il suo nome ed anche i suoi figli hanno ciascuno il proprio nome, il nome Adamo, dato al primo uomo, compare solo nel Capitolo Quarto della Genesi: “Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo grazie al Signore». Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo (Gen 4,1-2).
Il primo a cui Dio dona il nome è ad Abram che chiama Abramo, cioè Padre di una moltitudine: “Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono Dio l’Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò molto, molto numeroso». Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: «Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio». (Gen 17,1-8).
Subito dopo anche a Sarai Dio cambia il nome. La chiama Sara, cioè Principessa: “Dio aggiunse ad Abramo: «Quanto a Sarài tua moglie, non la chiamerai più Sarài, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei» (Gen 17,15-22).
Nel dono del nome Dio si attribuisce una relazione particolare, speciale con la persona, che lui costituisce vero strumento della sua salvezza nel mondo. Anche al figlio di Zaccaria e di Elisabetta il Signore dona il nome ancora prima di essere concepito. Vuole che venga chiamato Giovanni: “Dio è favorevole”. Questo bambino dovrà rivelare al mondo che Dio ha scelto questo momento storico per manifestare la sua misericordia, il suo perdono, per dare la pienezza della grazia e della verità, per stipulare con l’uomo, e non solo con il suo popolo, il suo nuovo patto, la sua nuova alleanza. Giovanni dovrà manifestare la benevolenza di Dio, non è però lui che la dovrà realizzare. Questa missione è di Gesù Signore.
Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
San Paolo non fa forse affidamento a questo momento favorevole per invitare tutti noi alla conversione? “Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2Cor 6,1-12). La gente che assiste a questi eventi sa che il momento è favorevole, non sa però la vera grandezza di questo momento. Questa grandezza sarà conosciuta a suo tempo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aiutateci a credere.