Ed ecco, tu sarai muto e non potrai

Quando un uomo non crede nella Parola del suo Dio e Signore, sempre resta muto. Non solo resta muto, è anche cieco e sordo. Si compie in lui la profezia di Isaia: “Ascoltate pure, ma non comprenderete, osservate pure, ma non conoscerete”. Rendi insensibile il cuore di questo popolo, rendilo duro d’orecchio e acceca i suoi occhi, e non veda con gli occhi né oda con gli orecchi né comprenda con il cuore né si converta in modo da essere guarito» (Is 6,9-10). In questa condizione versa il popolo di Dio al tempo di Gesù. Gli Atti degli Apostoli sigillano questa verità. Anche Paolo si trova dinanzi ad un popolo sordo, muto, cieco: Essendo in disaccordo fra di loro, se ne andavano via, mentre Paolo diceva quest’unica  parola: «Ha detto bene lo Spirito Santo, per mezzo del profeta Isaia, ai vostri padri: Va’ da questo popolo e di’: Udrete, sì, ma non comprenderete; guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano, e io li guarisca! Sia dunque noto a voi che questa salvezza di Dio fu inviata alle nazioni, ed esse ascolteranno!» (At 28,25-28). Oggi tutto il mondo del “pensiero” è muto. È chiuso in un silenzio di morte per la verità. Sa soltanto cantare la falsità e la menzogna. È incapace di aprirsi alla verità di Dio che è tutta contenuta nella sua Parola. Anche l’altro mondo, quello della “teologia”, succube del pensiero del mondo, si sta riducendo al silenzio. È questa la catastrofe più dannosa mai capitata al mondo, più dannosa che lo stesso diluvio universale.

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccaria, della classe di Abia, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini» (Lc 1,5-25).

Quando vediamo che l’uomo è muto, sordo, cieco, si può fare qualcosa perché lui torni a vedere, udire, parlare? Per esso si potrà fare ben poco. Quando il peccato ha rovinato mente e cuore, anima e spirito, è difficile che la luce possa entrare in esso. Questo non è certo il caso di Zaccaria. Questi rimane muto non perché non ha creduto nella Parola dell’Angelo Gabriele, ma perché la sua fede in Dio non è perfetta, manca di ricordo storico. Se Lui avesse avuto una mente formata sulla storia antica, avrebbe saputo che Sara era sterile e Abramo avanti negli anni. Anche Anna, la Madre di Samuele, era sterile. Molte altre donne avevano concepito perché il Signore aveva reso fertile il loro grembo. La verità di Dio di ieri è verità di Dio anche per oggi. L’uomo  che cade nel peccato diviene muto per superbia, odio, stoltezza, insipienza. Il peccato poi si trasforma un “rabbia” contro Dio e in volontà satanica di distruggere tutti coloro che in qualche modo ci parlano di Lui e ce lo ricordano. Il mutismo, la sordità, la cecità diventa peccato contro lo Spirito Santo, perché impugnazione della verità conosciuta e ostinazione nel male. Cosa si può fare allora per la salvezza di questo mondo schiavo e prigioniero del mutismo, della sordità e cecità frutto in esso del peccato? Imitare Cristo Gesù. Restare ancorati nella purissima verità. Oggi è questo che manca al cristiano. Poiché molti suoi fratelli si sono consegnati alla sordità, al mutismo, alla cecità, divenendo anche combattenti contro la verità rivelata al fine di distruggerla, quanti ancora sono credenti, sono succubi di costoro e si inchinano dinanzi alla loro falsità. Storia di ieri, di oggi, di sempre. È vero inchino satanico.

Madre di Dio, Angeli, Santi, non permettere che chi crede si inchini in ossequio alla falsità.