Ecco il mio servo che io sostengo – Io ti renderò luce delle nazioni

21 Giugno
Ecco il mio servo che io sostengo

Queste Parole vengono pronunciate dalla voce del Padre mentre su Cristo Signore discende lo Spirito Santo e Gesù viene consacrato Messia del Padre.

Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,13-17).

La missione del Servo del Signore, che per ulteriori rivelazioni, è lo stesso Figlio Unigenito del Padre, è universale. Non potrebbe essere diversamente. Il Signore dal suo primo intervento dopo il peccato e in ogni altra sua discesa nella nostra storia, ha sempre parlato di universalità della benedizione nella discendenza di Abramo. Tutte le genti sono nel peccato. Tutte le genti dovranno essere benedette. A tutte le genti il Padre celeste manda il Figlio suo per portare loro la sua benedizione.

Il contenuto della missione è anche semplice da individuare. Il Figlio deve annunziare ad ogni uomo che lui per creazione e quindi per diritto è del Padre, non può essere del diavolo. Sottraendosi all’obbedienza al suo Creatore si è fatto proprietà del diavolo. Ora deve rescindere il contratto con il diavolo e ritornare al suo legittimo proprietario. La benedizione si realizza quando l’uomo decide di ritornare al suo Dio e Signore. Per questo dovrà uscire dall’obbedienza al diavolo e passare all’obbedienza a Cristo Gesù.

La modalità della missione non è di imposizione, forza, costrizione. Ma di chiamata soave, leggera. È per invito. Per manifestazione della libertà cui conduce l’abbandono del diavolo. Dove vi è un spiraglio anche minimo, insignificante, a che si possa innestare la salvezza, il Servo la innesterà. Agirà quasi in silenzio, senza fare chiasso. Non griderà, non alzerà il tono della sua voce. La sua è un’offerta di amore, misericordia, ed è fatta con infinito amore, grande misericordia.

La durata della missione è senza durata. Il Servo consumerà in essa tutta la sua vita. La porterà sino alla fine senza mai abbattersi, mai stancarsi, mai retrocedere. Il diritto da Lui sarà stabilito nel momento in cui muore in croce. È in quel momento che Lui attesterà il diritto di Dio. A Lui si deve tutta intera la nostra vita, sempre, anche attraverso il martirio, imposto a chi è fedele alla sua obbedienza. Siamo di Dio. È questo il diritto che Gesù non solo ha annunziato, ma anche mostrato come si vive.

Le isole attendono. Esse sono stanche, oppresse, aspirano ad una liberazione. La “libertà” del diavolo è avvelenata di morte. Apparentemente ti rende libero. In verità la sua libertà è di morte, nella falsità e nell’inganno, nella menzogna e nell’alterazione dell’intera vita. Se non ci fosse questa attesa dell’uomo alla vera libertà, la Parola di Cristo mai potrebbe essere ascoltata. Questa attesa spinge verso Dio.

Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità.

Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Così dice il Signore Dio, che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l’alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.

Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli. I primi fatti, ecco, sono avvenuti e i nuovi io preannuncio; prima che spuntino, ve li faccio sentire».

Cantate al Signore un canto nuovo, lodatelo dall’estremità della terra; voi che andate per mare e quanto esso contiene, isole e loro abitanti. Esultino il deserto e le sue città, i villaggi dove abitano quelli di Kedar; acclamino gli abitanti di Sela, dalla cima dei monti alzino grida. Diano gloria al Signore e nelle isole narrino la sua lode.

Il Signore avanza come un prode, come un guerriero eccita il suo ardore; urla e lancia il grido di guerra, si mostra valoroso contro i suoi nemici.

«Per molto tempo ho taciuto, ho fatto silenzio, mi sono contenuto; ora griderò come una partoriente, gemerò e mi affannerò insieme. Renderò aridi monti e colli, farò seccare tutta la loro erba; trasformerò i fiumi in terraferma e prosciugherò le paludi. Farò camminare i ciechi per vie che non conoscono, li guiderò per sentieri sconosciuti; trasformerò davanti a loro le tenebre in luce, i luoghi aspri in pianura. Tali cose io ho fatto e non cesserò di fare».

Retrocedono pieni di vergogna quanti sperano in un idolo, quanti dicono alle statue: «Voi siete i nostri dèi». Sordi, ascoltate, ciechi, volgete lo sguardo per vedere. Chi è cieco, se non il mio servo? Chi è sordo come il messaggero che io invio? Chi è cieco come il mio privilegiato? Chi è cieco come il servo del Signore? Hai visto molte cose, ma senza farvi attenzione, hai aperto gli orecchi, ma senza sentire. Il Signore si compiacque, per amore della sua giustizia, di dare una legge grande e gloriosa. Eppure questo è un popolo saccheggiato e spogliato; sono tutti presi con il laccio nelle caverne, sono rinchiusi in prigioni. Sono divenuti preda e non c’era un liberatore, saccheggio e non c’era chi dicesse: «Restituisci».

Chi fra voi porge l’orecchio a questo, vi fa attenzione e ascolta per il futuro? Chi abbandonò Giacobbe al saccheggio, Israele ai predoni? Non è stato forse il Signore contro cui peccò, non avendo voluto camminare per le sue vie e non avendo osservato la sua legge? Egli, perciò, ha riversato su di lui la sua ira ardente e la violenza della guerra, che lo ha avvolto nelle sue fiamme senza che egli se ne accorgesse, lo ha bruciato, senza che vi facesse attenzione (Is 42,1-25).

Gesù non annunzia il diritto personalmente né alle nazioni, né alle isole che attendono. Lo annunzia, mostra come si vive ai suoi discepoli. Saranno loro, come suo vero corpo, ad andare in tutto il mondo a rivelarlo alle genti, ai popoli, alle nazioni. Qual è il diritto di Dio? Che tutti divengano in Cristo un solo corpo, per essere suoi veri figli di adozione.

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,16-20).

Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano (Mc 16,14-20).

Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,44-49).

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci annunciatori del diritto.

Io ti renderò luce delle nazioni

La vocazione del Messia è universale. Il Signore Dio lo ha reso luce delle genti. Interpretata con la profezia di Simeone, la luce con la quale Lui dovrà illuminare le nazioni è Dio stesso, Luce eterna, Luce divina, Luce increata, Luce fonte di ogni luce creata. Dio nessuno lo ha mai visto. Solo il Messia che è Luce eterna generata nella Luce eterna del Padre, potrà illuminarlo in tutto il suo splendore.

«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,29-32).

Gesù stesso nella sua preghiera rivolta al Padre nel Cenacolo ci rivela che giustizia perfetta è conoscere Lui e il Figlio. Conoscere Lui per mezzo del Figlio suo. Infatti Lui ha fatto conoscere il Padre ai suoi ed essi hanno creduto che il Figlio veniva dal Padre. Senza la luce del Messia, Dio rimane nell’oscurità.

Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.

Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.

Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.

Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità.

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro» (Gv 17,1-26).

Se Cristo viene messo da parte, se la sua luce viene ignorata, non vi è alcuna possibilità che il vero Dio venga conosciuto. L’Antico Testamento è solo conoscenza iniziale del nostro Dio. Solo in Cristo e per Lui si entra nella perfetta conoscenza della sua luce di verità, giustizia, santità, amore, carità, misericordia, ogni altra perfezione divina. Come Cristo è dalla Luce del Padre nella Luce del Padre per generazione eterna, così anche il Padre è dalla Luce del Figlio per manifestazione eterna. Anche nel Cielo si conosce il Padre per mezzo della Luce del Figlio. Il Padre ci dona il Figlio come sua vera Luce, perché nella Luce del Figlio conosciamo Lui, il Padre.

La mediazione di Gesù è universale. Nella creazione, nella redenzione, nella conoscenza, nella consolazione, nella pace, nella luce, nella verità, in ogni altra piccola o grande relazione che viviamo con i fratelli e con il Signore, con la terra e con il Cielo. Nulla, ma veramente nulla è possibile senza la mediazione di Cristo. Non solamente l’uomo non può nulla senza di Lui, ma neanche il Padre fa qualcosa senza di Lui. Cristo è il cardine del Cielo e della terra, del tempo e dell’eternità, di Dio e degli uomini. Tutto è per Lui, con Lui, in Lui. Chi è senza Cristo è senza il vero Dio e mai potrà andare agli uomini da vero uomo. In Cristo è la verità di Dio e degli uomini.

In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero» (Mt 11,25-30).

Oggi questa verità si sta sgretolando a poco a poco anche nella Chiesa. Chi toglie un mattone e chi una trave e la mediazione universale di Gesù si sta riducendo in frantumi. Avendo la Chiesa rinunciato alla verità di se stessa – luce in Cristo delle Genti – necessariamente è obbligata a rinunciare alla verità di Cristo. Ma rinunciando alla verità di Cristo, altro non può fare che proclamare ogni via buona per andare a Dio e ogni strada eccellente per la salvezza. La Chiesa dice queste cose, ma poi è obbligata a constatare che non vi è salvezza senza Cristo Gesù e neanche redenzione.

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria».

Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio».

Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

Così dice il Signore, il redentore d’Israele, il suo Santo, a colui che è disprezzato, rifiutato dalle nazioni, schiavo dei potenti: «I re vedranno e si alzeranno in piedi, i prìncipi si prostreranno, a causa del Signore che è fedele, del Santo d’Israele che ti ha scelto». Così dice il Signore: «Al tempo della benevolenza ti ho risposto, nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra, per farti rioccupare l’eredità devastata, per dire ai prigionieri: “Uscite”, e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”.

Essi pascoleranno lungo tutte le strade, e su ogni altura troveranno pascoli. Non avranno né fame né sete e non li colpirà né l’arsura né il sole, perché colui che ha misericordia di loro li guiderà, li condurrà alle sorgenti d’acqua. Io trasformerò i miei monti in strade e le mie vie saranno elevate. Ecco, questi vengono da lontano, ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente e altri dalla regione di Sinìm».

Giubilate, o cieli, rallégrati, o terra, gridate di gioia, o monti, perché il Signore consola il suo popolo e ha misericordia dei suoi poveri. Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato». Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato, le tue mura sono sempre davanti a me. I tuoi figli accorrono, i tuoi distruttori e i tuoi devastatori si allontanano da te. Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si radunano, vengono a te.

«Com’è vero che io vivo – oracolo del Signore –, ti vestirai di tutti loro come di ornamento, te ne ornerai come una sposa». Poiché le tue rovine e le tue devastazioni e la tua terra desolata saranno ora troppo stretti per i tuoi abitanti, benché siano lontani i tuoi divoratori. Di nuovo ti diranno agli orecchi i figli di cui fosti privata: «Troppo stretto è per me questo posto; scòstati, perché possa stabilirmi».

Tu penserai: «Costoro, chi me li ha generati? Io ero priva di figli e sterile, esiliata e prigioniera, e questi, chi li ha allevati? Ecco, ero rimasta sola, e costoro dov’erano?». Così dice il Signore Dio: «Ecco, io farò cenno con la mano alle nazioni, per i popoli isserò il mio vessillo. Riporteranno i tuoi figli in braccio, le tue figlie saranno portate sulle spalle. I re saranno i tuoi tutori, le loro principesse le tue nutrici. Con la faccia a terra essi si prostreranno davanti a te, baceranno la polvere dei tuoi piedi; allora tu saprai che io sono il Signore e che non saranno delusi quanti sperano in me».

Si può forse strappare la preda al forte? Oppure può un prigioniero sfuggire al tiranno? Eppure, dice il Signore: «Anche il prigioniero sarà strappato al forte, la preda sfuggirà al tiranno. Io avverserò i tuoi avversari, io salverò i tuoi figli. Farò mangiare le loro stesse carni ai tuoi oppressori, si ubriacheranno del proprio sangue come di mosto. Allora ogni uomo saprà che io sono il Signore, il tuo salvatore e il tuo redentore, il Potente di Giacobbe» (Is 49,1-26).

Cristo Gesù è vera luce del Padre. È vera luce del Padre nella sua carne. Dal suo corpo si sprigionava una così grande potenza di luce da accecare tutti coloro che venivano a contatto con Lui. Lui è la luce della verità, giustizia, misericordia, pietà, carità, benignità, giusto giudizio, benedizione del Padre. Conoscendo la luce di Cristo nella sua più pura essenza, ognuno potrà constatare che tra il Dio che rivela Gesù Signore e ogni altro Dio adorato dagli uomini vi è un abisso infinito. Non si possono fare neanche paragoni o confronti. È facilmente constatabile che quello adorato da quanti non credono in Cristo è un Dio fatto da loro e da loro anche immaginato.

Cristo Gesù è vera luce dell’umanità. Chi vuole sapere chi è un vero uomo mai lo potrà sapere se non guardando Gesù dal momento della sua nascita fino all’ultima parola proferita dalla croce. Lui è l’uomo perfetto in ogni cosa. È l’uomo che ha fatto tutto bene. È l’uomo che ha solamente amato, mai ha odiato, mai ha mancato di rispetto a qualcuno, mai fatto qualcosa che non fosse purissimo bene, amore, compassione, misericordia. Lui si è sostituito all’umanità, prendendo il suo peccato ed espiandolo in vece nostra, al posto nostro. Nessun uomo è mai stato e mai sarà così perfetto come Cristo Gesù. Gli uomini sono seminatori di falsità. Cristo è seminato di sola verità.

Cristo Gesù è vera luce del passato, del presente e del futuro. Lui è stato mandato dal Padre perché è in Lui la luce della nostra vita. Tutta la storia dell’umanità, da Adamo fino all’ultimo uomo, è comprensibile solo se la esaminiamo alla luce della sua vita. È la sua croce la chiave per aprire tutti i sigilli della storia. Ogni qualvolta Cristo viene abolito, negato, messo sotto il moggio perché non faccia più luce, per noi si oscura non solo la conoscenza del presente, ma anche quella del passato e del futuro. Senza conoscenza non c’è verità e senza verità subito muore la moralità. Non si cammina più verso il bene, ma si percorrono solo vie di male. Non potrebbe essere diversamente. Non abbiamo più alcuna luce che traccia per noi il cammino da seguire.

Quando la Chiesa offusca la sua luce è segno che ha offuscato la luce di Cristo. Ma sempre quando offusca la luce di Cristo all’istante si offusca nella sua luce. Se la Chiesa predica Cristo solo nelle sue cattedrali e nelle sue basiliche, è segno che ha offuscato la luce di Cristo. Se non predica Cristo dai tetti e sui tetti del mondo ad ogni uomo, manifestandolo e annunziandolo come la sola luce che illumina le Genti, è segno che la sua luce è divenuta opaca. Ma se la Chiesa tace Cristo, si rende responsabile di tutti i peccati che il mondo commette a causa della sua missione. Cristo si predica per riempire le Chiese, non per svuotarle. Quando una Chiesa si svuota è segno che Cristo non è predicato secondo purezza di luce e di verità.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci predicare bene Cristo.