Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità
Natanaele è un cercatore di Dio. Lui sa bene che al Dio della Scrittura sempre va aggiunto il Dio della storia. Lui sa che sempre è il Dio della storia che fa vero il Dio della Scrittura. Sa che è il Dio di oggi che dona pienezza di verità al Dio di ieri. Senza il Dio di Mosè, di Giosuè, di Davide cosa sarebbe il Dio di Abramo? Senza il Dio di Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele cosa sarebbe il Dio di Samuele o di Natan? Senza il Dio di Gesù Cristo cosa sarebbe il Dio dell’Antico Testamento? Sarebbe un Dio di ieri, senza oggi. Ora il Dio di ieri mai potrà esistere senza il Dio di oggi. Questa regola di verità vale anche per Cristo Signore. Cosa sarebbe il Cristo di Pietro senza il Cristo di Paolo? Cosa sarebbe il Cristo di Paolo senza il Cristo di Giovanni? Cosa sarebbe il Cristo di Giovanni senza i Concili Ecumenici di Nicea e Calcedonia e ogni altro che è venuto dopo nel corso della storia? È questa la bellezza della verità del Dio di oggi. Aggiunge verità piena alla verità di ieri. È questa la bellezza del Cristo di oggi: aggiunge verità più piena alla verità di ieri. Ogni profezia aggiunge verità alla profezia. Ogni verità aggiunge verità alla verità. Ogni Parola dona luce piena alla Parola. Sempre l’oggi deve dare pienezza a ciò che è stato ieri. Mai l’oggi deve distruggere ciò che è stato ieri. Non sarebbe né nella logica e né nella verità della rivelazione del nostro Dio. La Parola è come un grande albero: aggiunge sempre nuovi rami e nuove foglie per far sì che l’unico albero sia sempre più maestoso.
Natanaele ascolta le parole di Filippo: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazaret”. Pur rispondendo: “Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?”, non rifiuta di passare per la via della storia. La storia è necessaria al farsi della rivelazione. Se con Gesù la rivelazione ha raggiunto il culmine della sua verità, la verità rivelata non ha raggiunto il culmine della sua comprensione. Sempre occorre la storia, affidata da Cristo Gesù allo Spirito Santo, perché in essa lo Spirito ci conduca a tutta la verità. È conduzione graduale, ininterrotta. Nella storia affidata da Cristo allo Spirito, lo Spirito agisce attraverso ogni uomo che si consegna a Lui e da Lui si lascia trasformare in verità di Cristo da aggiungere a tutte le altre verità. Non la “non verità” con la verità, ma verità in aggiunta alla verità. Natanaele può fare questo percorso dalla Scrittura alla storia, dal Dio di ieri al Dio di oggi, perché il suo cuore è senza falsità. Natanaele è l’uomo che cerca Dio. Lo cerca nella Scrittura. Deve anche cercarlo nella storia. Si lascia portare da Filippo nella storia ed è nella storia che lui trova ciò che cercava. Non appena Gesù lo vede, parla al suo cuore. Lui ascolta e subito fa la sua professione di fede: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!”. Gesù lo rassicura: “Non temere, Natanaele! Tu ancora nulla hai visto di me. La storia ancora ti sorprenderà. Ti sorprenderà così tanto da farti rivedere tutte le tue certezze su Dio. Essa ti convincerà che solo in me tutte le tue verità troveranno la loro verità piena, perfetta”.
Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaele che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaele gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaele: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo» (Gv 1.43-51).
È sempre urgente che al Dio di ieri si aggiunga il Dio di oggi, al Cristo di ieri il Cristo di oggi, al Cristo di Pietro il Cristo di Paolo, al Cristo di Paolo il Cristo di Giovanni, al Cristo del santo di ieri il Cristo del Santo di oggi, al Cristo del profeta di ieri il Cristo del profeta di oggi. Questa aggiunta, che è necessaria, vitale, perché sempre alla verità va aggiunta verità e alla scienza va aggiunta scienza e alla conoscenza va aggiunta conoscenza, non può avvenire fuori dello Spirito Santo e fuori dell’abitazione del cristiano nel seno di Cristo così come Cristo è nel seno del Padre. Se il cristiano è fuori del seno di Cristo, sarà anche fuori del seno dello Spirito Santo. Lui non aggiungerà verità alla verità di ieri, aggiungerà falsità che distruggerà la verità di ieri. Con la falsità non si salva il mondo, non si redime l’uomo. La falsità è sempre portatrice di morte sulla nostra terra. Oggi si vede la verità di ieri non più utile alla salvezza dell’uomo di oggi. Si vuole aggiungere grande quantità di verità nuova. Qual è il pericolo che potrebbe ridurre in falsità tutta la verità di ieri? Il pericolo è quello di non essere il cristiano nel cuore di Cristo, nel seno dello Spirito Santo, nel seno del Padre, e trarre la verità da aggiungere non dal cuore di Cristo, ma dal suo proprio cuore. In questo caso non si aggiunge verità alla verità, conoscenza alla conoscenza, giustizia alla giustizia, santità alla santità, luce alla luce. Si aggiunge falsità alla verità e tenebra alla luce. Sono provvidenziali tutte le aggiunte di verità e di luce alla verità e alla luce di ieri, a condizione che ogni aggiunta sia attinta nel cuore di Cristo, nel seno dello Spirito, nel cuore del Padre. Ognuno che aggiunge deve avere questa certezza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, date ad ogni cuore questa certezza.