E, uscito fuori, pianse amaramente
È Cristo Signore la coscienza di Pietro. Lo sguardo di Cristo su posa su Pietro, cioè la verità di Cristo si posa su Pietro, Pietro vede la verità tradita, esce fuori e piange amaramente. Piange perché si vede uno sconfitto nell’amore. Lui che aveva gridato nel Cenacolo la sua ferma volontà di seguire Cristo fino al dono della vita, scopre la sua fragilità, la sua povertà spirituale, la sua miseria. Non è stato capace di conoscere Cristo dinanzi alla serva del sommo sacerdote. Cosa avrebbe fatto se fosse stato interrogato dal sommo sacerdote in persona? Se ha spergiurato dinanzi ad una serva, quale grande bestemmia sarebbe stato capace di commettere dinanzi a colui che era il capo spirituale supremo nel popolo del Signore? Pietro vede questa sua miseria e piange amaramente. Lui è solo un misero uomo, un uomo povero, meschino, una nullità. Gesù è invece il Gigante nella fede e nell’obbedienza al Padre. Il Gigante ha sfidato il sommo sacerdote è lo ha vinto. Gli ha confessato tutta la sua divina e umana verità. Ora il sommo sacerdote è inescusabile in eterno dinanzi a Dio. Sa chi è Cristo Signore per testimonianza resa in tribunale. Lo sa perché per questa testimonianza lo condanna a morte. La croce di Gesù diviene così la coscienza di ogni uomo. Dal momento in cui Gesù Signore è stato innalzato sul Golgota. Nessuno potrà più dire di essere senza coscienza. È il Crocifisso la sua coscienza. Quando si presenterà per il giudizio dinanzi al Padre dei cieli, dovrà rispondere ad una sola domanda: “Hai visto il Crocifisso. Non puoi dire di essere senza coscienza. Hai visto e hai fatto finta di non vedere. Per non vedere hai pensato bene di togliere il Crocifisso dal tuo cuore e dalla tua vista”. Dopo l’innalzamento sul Golgota di Gesù, cambiano in Dio i criteri di giudizio. Gesù Crocifisso diviene per il Padre l’unica Legge per giudicare il mondo.
La Chiesa ha un solo obbligo: predicare Cristo e questi Crocifisso ad ogni uomo. Anch’essa oggi si trova nel cortile del mondo, della storia, dei potenti della terra. Anzi, oggi essa si trova nel cortile delle religioni. Qual è oggi l’astuzia e la strategia di Satana? Non è quella di chiedere alla Chiesa di rinnegare Cristo. Questo rinnegamento oggi non serve a Satana. Lui ha già tolto Cristo dal cuore di ogni suo discepolo o quasi. A Satana serve non un rinnegamento, ma una proclamazione di uguaglianza. Serve a Satana che la Chiesa proclami, dichiari, attesti che ogni religione è via di salvezza per l’uomo. A Satana serve relativizzare Cristo. Che la Chiesa segua o non segua, confessi o non confessi Gesù Signore, non è questo oggi il suo interesse. Questo era l’interesse di ieri. Oggi a Satana serve relativizzare la Chiesa, relativizzare Cristo, relativizzare la fede, proclamare ogni credenza via di salvezza. Possiamo dire che in questo ci sta riuscendo molto bene. È riuscito a far sì che tutte le religioni venissero dichiarate dal cristiano via di vera salvezza, così come anche tutte le eresie e gli scismi dai figli della Chiesa vengono riconosciuti vie di salvezza. Così con una sola tentazione Satana potrà governare il mondo. Ciò che non è riuscito a fare con Cristo, quando gli mostrò i regni di questo mondo, è riuscito ad ottenerlo oggi dai figli della Chiesa. È come se tutti ci fossimo arresi alla sua falsità. Facendo di Cristo uno uguale agli altri, anche della Chiesa si fa una struttura uguale alle altre, ma anche del Dio di Cristo Gesù se ne va un Dio uguale agli altri. Così si ritorna a fare del Pantheon il centro della nuova religione universale. Con una sofisticata dottrina. Tutti gli dèi sono stati dai figli della Chiesa ridotti ad un unico Dio o ad un Dio unico, senza però essere più il Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nel cui nome solamente è stabilito che possiamo essere salvati. Nel Pantheon moderno c’è spazio per tutti gli dèi, tranne che per Gesù Signore.
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente (Lc 22,54-62).
Perso Cristo come vera coscienza dell’uomo, l’uomo si trova senza alcuna possibilità di rientrare in se stesso, vedere la propria miseria, piangere amaramente, iniziare il cammino della sua vera conversione. Non c’è alcuna vera conversione finché Cristo Signore non ritorna ad essere l’unica e sola coscienza del cristiano. Oggi sembra che questa possibilità si sia persa per sempre. I danni di questa perdita sono più disastrosi del diluvio universale. Perso Cristo come unica e sola vera coscienza, tutte le verità di Dio e dell’uomo, del tempo e dell’eternità, di ogni cosa creata, anche della scienza, sono state smarrite. L’uomo è governato dalla falsità di Satana che non lascia spazio perché la verità torni a regnare sulla terra. La verità regna solo se Cristo Crocifisso diviene la coscienza dell’uomo. Lui il Padre ha stabilito come nostra coscienza.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci una cosa sola con Cristo Gesù.