E, uscito fuori, pianse amaramente

Rinnegare Cristo Gesù è sempre possibile, più facile di quanto non si pensi. Infiniti sono i modi per un suo rinnegamento. Alcuni sono ben visibili, altri invece ben nascosti e camuffati. Oggi Cristo Gesù è rinnegato nel suo Vangelo, nella sua Parola, nella sua Verità, nella sua grazia. Come lo si sta rinnegando? Appellandosi direttamente ad una volontà di Dio mai rivelata, mai manifestata, mai scritta in qualche codice, né antico e né moderno, secondo la quale l’uomo non può essere condannato a vivere nell’inferno della Legge morale sempre e comunque. Questo rinnegamento viene perpetrato in due distinte modalità: la prima è una abrogazione piena dei Comandamenti, della Legge, dello stesso Vangelo. Se queste cose valevano per l’uomo di ieri, di certo non valgono per l’uomo di oggi. Oggi il Signore è misericordioso, pietoso, senza precetti, è amore gratuito, sa che la natura dell’uomo è corrotta e gli concede di vivere in questa corruzione. Poi, alla fine della vita, lo porterà nella sua luce eterna. La terra è luogo di corruzione ed è inutile combatterla. La corruzione va lasciata libera. Combatterla è lavoro disumano. Se Dio non vuole questo, neanche la Chiesa dovrà volere questo.

La seconda modalità del rinnegamento di Cristo è quella camuffata in amore, in misericordia, in accoglienza. Nella Chiesa tutti hanno diritto di entrare, tutti vi possono abitare, tutti possono partecipare alla sua liturgia e ricevere i sacramenti. L’amore per la persona esclude che si facciano differenza tra chi è nella Legge del Signore e chi è fuori di essa. Non si parte dalla Legge e neanche dalla grazia, si deve partire dalla persona. Se è persona è degna di stare in Chiesa, è degna di accostarsi all’Eucaristia, è degna di ogni altra cosa che si vive nella Chiesa. La persona va amata così come essa è. Ogni altra cosa esula dalla missione. La nostra è solo missione di amore, misericordia, accoglienza. Si comprende che questa modalità in nome dell’amore e della dignità della persona umana è vero rinnegamento di Cristo Gesù. Perché Gesù non è venuto come amore, ma come grazia e verità, come luce, risurrezione, come vita eterna che sono a fondamento del vero amore. Questo è tradimento di Cristo Gesù perché, così agendo, si concede ad ogni uomo ogni licenza perché possa non amare i fratelli. La Chiesa da ministra e maestra del vero amore è subito trasformata in ministra e maestra del peccato.

Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente (Lc 22,54-62).

Ma oggi vi è una terza modalità di rinnegare il Cristo di Dio. Questo rinnegamento è operato in nome della fraternità universale. Poiché Cristo è il solo segno di contraddizione che svela i pensieri dei cuori, annunziare Cristo espone la Chiesa alla solitudine spirituale, morale, sociale. È come se la togliesse da questo mondo. Ecco allora la scelta di molti suoi figli: togliamo Cristo dalla sfera pubblica della nostra vita, riportiamolo nella catacombe delle nostre case o nelle cripte delle nostre Chiese. Facciamo di Lui un mistero segreto solo per noi. In pubblico liberiamoci di Lui e d’ogni traccia di Lui sia nel cuore, sia nella coscienza, sia nelle parole, come anche nelle opere. Di notte con Lui. Di giorno con il mondo. Da soli con Lui. Con gli altri senza di Lui. Questo è sommo tradimento. Ognuno deve sapere che se non è con Cristo di giorno, non lo è neanche di notte e se non lo è quando è con gli altri, non lo è neanche quando è da solo. Con Cristo o si è in ogni momento della nostra vita o non si è mai. Parlo del vero Cristo, non di un Cristo falso. Con il Cristo falso si può giocare a nostro piacimento. Con il Cristo vero non si gioca. O lo riconosciamo pubblicamente o Lui non ci riconoscerà dinanzi al Padre suo.

Oggi stiamo vivendo queste tre modalità di rinnegamento del Signore nostro Gesù Cristo. Avendo perso ogni contatto con Lui, neanche più ce ne stiamo accorgendo che il nostro è vero tradimento di Lui, anche se è fatto a fin di bene e di amore. Poiché solo dalla confessione del vero Cristo è la nostra verità, stiamo servendo l’uomo nel modo più falso possibile. Apparentemente sembra che vogliamo il suo bene, invece lo stiamo avvelenando con ogni veleno mortale. Dalla falsità di Cristo è anche la falsità di Dio e della stessa Chiesa.  A che giova servire l’uomo dalla falsità, se la falsità è solo creatrice di morte? Così ci illudiamo di essere per l’uomo, mentre in verità siamo contro di Lui. Siamo contro, perché lo stiamo avvelenando di falsità e di menzogna circa la verità di Dio e dello stesso uomo, la verità della Chiesa e dell’umanità intera. Pietro uscì fuori e pianse amaramente. Noi continuiamo a ridere e a scherzare perché neanche più percepiamo che da noi il Signore è stato rinnegato.

Madre di Gesù, Angeli, Santi, non permettete che Gesù venga rinnegato. È la morte del mondo.