E subito ne uscì sangue e acqua

Gesù è il Nuovo Tempio di Dio. È quel Nuovo Tempio dal lato destro del quale, secondo la visione di Ezechiele, esce acqua abbondantissima che dona vita ovunque essa giunge. Anzi dona vita straordinaria. Di solito gli alberi producono una sola volta durante l’anno. Abbeverati da quest’acqua, maturano i loro frutti ogni mese. Dove giunge quest’acqua tutto vive.

Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro. Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Araba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Sulle sue rive vi saranno pescatori: da Engàddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di reti. I pesci, secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del Mare Grande. Però le sue paludi e le sue lagune non saranno risanate: saranno abbandonate al sale. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina (Ez7,1-12).

L’acqua che sgorga dal costato trafitto di Gesù Signore è lo Spirito Santo. Chi si disseta di Lui, vive. Dove Lui non giunge, perché l’uomo non permette che Egli vi giunga, c’è morte, deserto spirituale. A tutti coloro che pensano che il deserto possa rivivere solo perché fanno leggi e scrivono trattati anche di grande spessore psicologico, filosofico, antropologico, teologico fa gridata la verità di Cristo. È il suo Santo Spirito che rinnova il mondo, perché è Lui il solo che rinnova i cuori. Dove lo Spirito non vive, l’uomo è nella morte. Oggi l’uomo è nella morte e produce frutti di morte, perché ha tagliato ogni contatto con l’acqua viva della vita.

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù (Gv 19,31-42).

La Chiesa è questa potenza di Spirito Santo. O essa fa scaturire dal suo cuore lo Spirito Santo, o ogni sua parola, anche nobile e santa, sarà inutile. L’acqua che rinnova il mondo non è il Vangelo, non è la verità, non è la Scrittura, ma lo Spirito Santo. Solo Lui. Lo Spirito deve essere dono perenne che dal cuore della Chiesa si riversa sull’umanità. Dare solo la Parola, il Vangelo, la verità, si perde solo tempo. Senza il dono dello Spirito nessuno potrà mai dare la vera Parola, la vera verità, il vero Vangelo. Si danno parole umane che non toccano il cuore. Donando lo Spirito Santo tutto si dona. Ma lo Spirito deve sgorgare dal nostro cuore.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci datori di Spirito Santo sempre.