È simile al lievito
Gesù paragona il regno dei cieli al lievito che una donna prende e mescola in tre misure di farina. Tutta la pasta viene fermentata. Come il lievito ha una sua interiore vitalità, così anche il regno di Dio ha una sua interiore vitalità. Perché allora esso non feconda e non fermenta il mondo con la vita di Cristo Gesù che è in esso? La motivazione della non fecondazione e della non fermentazione ci è rivelata da San Paolo, sia nella Lettera Prima ai Corinzi che in quella da lui scritta ai Galati: “Si sente dovunque parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani, al punto che uno convive con la moglie di suo padre. E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti in modo che venga escluso di mezzo a voi colui che ha compiuto un’azione simile! Ebbene, io, assente con il corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato, come se fossi presente, colui che ha compiuto tale azione. Nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati voi e il mio spirito insieme alla potenza del Signore nostro Gesù, questo individuo venga consegnato a Satana a rovina della carne, affinché lo spirito possa essere salvato nel giorno del Signore. Non è bello che voi vi vantiate. Non sapete che un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato! Celebriamo dunque la festa non con il lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e di verità. Vi ho scritto nella lettera di non mescolarvi con chi vive nell’immoralità. Non mi riferivo però agli immorali di questo mondo o agli avari, ai ladri o agli idolatri: altrimenti dovreste uscire dal mondo! Vi ho scritto di non mescolarvi con chi si dice fratello ed è immorale o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladro: con questi tali non dovete neanche mangiare insieme. Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono quelli di dentro che voi giudicate? Quelli di fuori li giudicherà Dio. Togliete il malvagio di mezzo a voi!” (1Cor 5,1-13). “Correvate così bene! Chi vi ha tagliato la strada, voi che non obbedite più alla verità? Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta. Io sono fiducioso per voi, nel Signore, che non penserete diversamente; ma chi vi turba subirà la condanna, chiunque egli sia. Quanto a me, fratelli, se predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? Infatti, sarebbe annullato lo scandalo della croce. Farebbero meglio a farsi mutilare quelli che vi gettano nello scompiglio! Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Che questa libertà non divenga però un pretesto per la carne; mediante l’amore siate invece a servizio gli uni degli altri. Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Ma se vi mordete e vi divorate a vicenda, badate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste” (Gal 5,7-17). La verità che ci annunzia Paolo è semplice da comprendere. Perché il discepolo di Gesù possa fermentare tutto il mondo con il suo lievito, è necessario che lui rimanga lievito di Cristo. Se diviene e si fa lievito di Satana, fermenterà molti cuori di Satana, mai li potrà fermentare di Cristo Signore.
Diceva dunque: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami». E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata» (Lc 13,18-21).
È giusto allora che il cristiano si interroghi e si chieda ogni giorno, non però su quello che fa, opera, dice, sceglie, decide, ma sul suo essere: “Sono io lievito si Satana o lievito di Cristo Signore? Lievito dello spirito del male o lievito dello Spirito Santo?”. A questa domanda la risposta ci è ancora offerta da San Paolo: “Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge. Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. Non cerchiamo la vanagloria, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri” (Gal 5,18-26). È sufficiente che ognuno osservi le sue opere e saprà che tipo di lievito è. Se è lievito di Satana, non speri di edificare il regno di Dio. Fermenterà il mondo con lo spirito del male, mai lo potrà fermentare di Spirito Santo, perché è lievito del male e non della verità e della luce che sono in Cristo Gesù. Nessuno si illuda. Chi è lievito di Satana, sempre fermenterà il mondo con lo spirito di Satana. Chi vuole fermentare il mondo di Cristo, deve compiere le opere della luce nello Spirito Santo.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci lievito di luce in Cristo Gesù.