E parlavano del suo esodo
Dn 7,9-10.13-14; opp. 2 Pt 1,16-19; Sal 96; Lc 9,28b-36
6 AGOSTO
Le cose di Dio non sempre si comprendono all’istante. A volte passa del tempo. Poi rimangono scolpite come pietre miliari nel nostro cuore. Simon Pietro e gli altri vedono, ascoltano, non comprendono. Dopo questo evento il loro cuore non è lo stesso. Una visione nuova è entrata in esso. Quando poi comprenderanno, questa visione sarà a fondamento della loro fede. Questa verità è testimoniata da Pietro molti anni dopo.
Infatti, vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole artificiosamente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre, quando giunse a lui questa voce dalla maestosa gloria: «Questi è il Figlio mio, l’amato, nel quale ho posto il mio compiacimento». Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. E abbiamo anche, solidissima, la parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l’attenzione come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino. Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, poiché non da volontà umana è mai venuta una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono alcuni uomini da parte di Dio (2Pt 1,16-21).
Quale era stato l’errore di Pietro e degli altri discepoli di Gesù? Interpretare in modo privato le scritture profetiche. Essi avevano posto la loro interpretazione sopra quella di Cristo Signore, di Elia, di Mosè, dello stesso Padre dei cieli. Mosè ed Elia parlano sul monte dell’esodo di Gesù in Gerusalemme. Gesù ha sempre annunziata la sua morte per crocifissione. Il Padre invita ad ascoltare la Parola di Gesù come sua autentica verità. Loro invece come agivano? Facevano trionfare la loro interpretazione o comprensione delle Scritture. In nome del loro pensiero si opponevano alla verità di Cristo Signore. Oggi il pensiero di questo o di quell’altro non oscura le Scritture profetiche sia dell’Antico che del Nuovo Testamento? Non diciamo noi, contro tutta la rivelazione, che tutti domani saranno in Paradiso, che l’inferno è vuoto, che Cristo non serve per la salvezza. Altre vie e altri sentieri possono essere percorsi? Questa si chiama semplicemente imposizione ostinata delle nostre vie sulle vie di Dio. Il privato prevale sul pubblico, il personale sull’intera Chiesa, quanto noi immaginiamo si impone sull’intera rivelazione. Neghiamo la verità di Dio e la sua storia con le nostre falsità. Eppure sarebbe sufficiente mettere nel cuore una sola Parola della Scrittura e con essa si potrebbero iniziare a smantellare tutte le nostre menzogne sulla rivelazione. Una sola Parola creduta in purezza di verità e di fede è capace di dichiarare falso ogni pensiero della terra e del cielo, degli uomini e dei diavoli dell’inferno.
Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Cristo Gesù va imitato. Ha dato l’autentica interpretazione delle Scritture profetiche, ha chiamato a testimone il Padre suo, Mosè ed Elia. Anche noi dobbiamo attestare la verità delle Scritture profetiche. Come? Vivendo in purezza di obbedienza ogni loro parola. Quando si vive la Parola della Scrittura, lo Spirito Santo attraverso noi entra nel cuore di quanti ascoltano e a poco a poco, se sono di buona volontà, li convince della verità della Parola della Scrittura. Se noi siamo senza lo Spirito, perché non diciamo la Parola, nessun convincimento è dato, perché lo Spirito non è dato per mezzo nostro.
Madre di Dio, Angeli, Santi, dateci l’obbedienza perfetta ad ogni Parola di Gesù.