È necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua
27 OTTOBRE (Lc 13,31-35)
Alcuni farisei invitano Gesù a lasciare la Galilea, rifugiandosi in qualche luogo sicuro, perché Erode lo vuole uccidere. La risposta di Gesù è immediata: “Andate a dire a quella volpe: Ecco io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il girono seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Erode è una volpe. Lui cura i suoi interessi. Gesù deve curare gli interessi del Padre suo. Signore di Gesù è solo il Padre, nessun altro ha potestà sulla sua vita. Ora il Padre ha deciso che la sua ora ancora non è giunta e per questo Lui deve portare a compimento il programma ricevuto dal Padre suo.
“È necessario” ha un solo, preciso, teologico significato: c’è una volontà di Dio su Gesù che Lui è obbligato a compiere. Se Dio ha disposto che Lui rimanga in Galilea, rimarrà in Galilea. Se il Padre gli ha ordinato di lavorare in questa regione, Lui in questa regione lavorerà. Non sarà Erode ad impedirglielo. Erode lo fermerà il Padre suo. Quando il Signore comanda un lavoro da compiere, l’obbedienza obbliga anche a costo della vita. Per obbedire a Dio si dona la vita. Dio però già ha detto a Cristo Signore dov’è il luogo della sua morte: Gerusalemme. Perché dovrà essere Gerusalemme e non la Galilea il luogo della dipartita di Gesù?
Chi deve decretare la morte di Gesù non è una volpe di provincia. Il re della Galilea è nulla dinanzi alla storia. Gesù non è venuto per salvare un villaggio, una provincia, un regione dell’Impero e neanche per la salvezza di tutto l’Impero di Roma. Lui è venuto per salvare il mondo. Lui è il dono del Padre al mondo ed è il mondo intero che dovrà condannarlo, rifiutarlo, decretare la sua morte. Ora il mondo è in Gerusalemme. Lì vi è il mondo religioso e il mondo civile, vi è il mondo della fede e il mondo dell’idolatria. Questo mondo dovrà decretare la sua morte in croce. Insieme, non separatamente. Infatti Gesù non è stato condannato dai Romani e neanche dagli Ebrei. È stato condannato dal mondo, essendo la sua morte il frutto di Romani e di Ebrei, ognuno portando sul piatto della storia il suo peccato, la sua immoralità, la sua superstizione.
In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
Nella risposta ai farisei viene rivelato che Gesù è vero profeta di Dio. Il fatto poi che Gesù non lascia la Galilea è per noi altra altissima rivelazione. Lui è tutto nelle mani del Padre. Il Padre non permetterà che il suo profeta muoia non da vero profeta. Lui dovrà morire non perché una donna chiederà la sua testa e il re gliel’accorderà. Lui dovrà morire perché sotto giuramento avrà rivelato la sua vera identità, quella di essere il Figlio dell’uomo, il vero Profeta che deve venire, il vero Messia di Dio.
Lui dovrà essere rifiutato per la sua verità. Nella sua morte il mondo intero dovrà rivelarsi in tutta la sua potenza di tenebre. La morte di Gesù dovrà insegnare ad ogni suo discepolo quale sarà la loro sorte se seguiranno le sue orme, se saranno persone-verità, persone di verità, persone dalla verità sempre. Anche loro saranno avvolti dalle tenebre e consumate. Ma su di loro, come su Gesù Signore, vigilerà il Padre ed anche per essi stabilirà luogo e modalità del transito verso il suo Paradiso. Sarà il loro sangue che convertirà altri cuori e li predisporrà al martirio. La luce si edifica sul sangue.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci di purissima fede in Gesù.